Cinque presidenze per le banche di Emilio Pucci

Cinque presidenze per le banche Un primo accordo interministeriale sulle nomine Cinque presidenze per le banche La Savio (de) confermata alla Cassa di Risparmio di Torino, Coccioli (psdi) nominato al San Paolo, Banfi (appoggiato dal pei) al Mediocredito, Nesi (psi) alla Banca Nazionale del Lavoro, Cacciafesta (de) alla "Cassa" di Roma • Ridotti al 6,5% i vincoli di portafoglio ROMA — Il primo passo verso il definitivo assetto dei vertici bancari è stato fatto ieri a tarda sera. Il comitato interministeriale per il credito e il risparmio, sulla base dell'accordo raggiunto nel luglio scorso tra il governo e i partiti della maggioranza, dopo mesi di estenuanti trattative, ha proceduto all'esame delle nomine dei presidenti della Banca Nazionale del Lavoro, del Banco di Sicilia, del Mediocredito Centrale, del San Paolo di Torino, della Cassa di Risparmio di Roma e della Cassa di Risparmio di Torino. Queste le nomine decise al termine della riunione che è durata più di cinque ore: il socialista Nerio Nesi, vicepresidente della Cassa di Risparmio di Torino passa alla guida della Banca Nazionale del Lavoro; il socialdemocratico Luigi Coccioli sostituisce Luciano Jona alla presidenza del San Paolo di Torino; il democristiano Reno Cacciafesta va alla presidenza della Cassa di Risparmio di Roma; la de Emanuela Savio è confermata alla guida della Cassa di Risparmio di Torino; Rodolfo Banfi, indipendente appoggiato dal pei, sostituisce Giannino Parravicini al Mediocre¬ dito. Il comitato del credito, presieduto da Pandolfi, ha formulato inoltre un giudizio positivo alla designazione del repubblicano Parravicini al Banco di Sicilia, ma la sua nomina è subordinata all'assenso della Regione Sicilia. All'ordine del giorno della seduta figurava anche la nomina del presidente della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde (Cariplo), ma per complicazioni politiche delle ultime ore la discussione sulla scelta è stata aggiornata ad una successiva riunione del Comitato del credito. La « grana » Cariplo è scoppiata, in pratica, l'altro ieri, quando il senatore Siro Lombardini, noto economista, ha inviato una lettera al segretario democristiano Zaccagnini e al presidente Piccoli per comunicare la sua rinuncia alla candidatura alla Cassa. Rinuncia, a quanto si dice, collegata alle manovre della de milanese che punterebbe a portare alla guida della Caripio l'attuale vicepresidente Camillo Ferrari. Ma all'interno del partito di maggioranza non tutti sembrano essere favorevoli a questo nome, alternando una « rosa » composta da Pietro o, a o el al a sa osna e oruepri, ma ani oa ile a ite o ti a na ro Schlesinger, Innocenzo Gasparini e Mario Dosi. Questa complicazione è un' ulteriore conferma delle enormi difficoltà cui si è andati incontro per decidere le nomine bancarie, strettamente collegate in una catena di equilibri di potere non solo fra i diversi partiti, ma anche a livello di concorrenti dentro i partiti. E' perciò di grande importanza che Pandolfi, dopo mesi di rinvìi, sia riuscito finalmente ieri a convocare il comitato per procedere ad un primo assetto. Il ministro del Tesoro è ora in partenza per gli Stati Uniti, per partecipare alla riunione del Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Al suo ritorno ha promesso di sanare completamente la situazione: « Vi sarà un round continuo di nomine bancarie ». Ben 69 casse di risparmio sono infatti senza presidente a pieno diritto, mentre quattro di esse non lo hanno affatto. XI comitato di credito e di risparmio ha stabilito anche il nuovo livello dei vincoli di portafoglio per le banche, cioè della quota dell'incremento dei depositi che le banche devono investire in titoli, fissandolo nel 6,5 per cento per il secondo semestre del 1978. Accanto al problema delle nomine al vertice di alcune grandi banche pubbliche, governo e forze politiche si trovano di fronte anche quello del rinnovo dei dirigenti di alcuni grossi enti pubblici, giunti a scadenza. Si tratta, in particolare, dei presidenti e dei Consigli di amministrazione: dell'Enel (Angelini e Consiglio scaduti nel marzo scorso), del Cnen (Clementel e Consiglio scaduti nell'agosto '77), dell'Eni (Sette e Consiglio scaduti alla fine di agosto), dell'Efim (Jacoboni e Consiglio scaduti dall'agosto scorso), dell'Iri (Petrilli scadrà ad ottobre e la giunta provvisoria regge l'ente ormai da due anni). La questione non è stata ancora ufficialmente discussa, né risulta sia stata aperta alcuna trattativa ufficiosa. Sta di fatto che l'argomento è tornato di stretta attualità nei giorni scorsi, in occasione dell'approvazione, presso la commissione Bilancio e Partecipazioni Statali della Camera, dei fondi di dotazione di alcuni di questi enti. Emilio Pucci