Dopo Alunni, arrestata una donna nel "covo,, del brigatista a Milano di Marzio Fabbri

Dopo Alunni, arrestata una donna nel "covo,, del brigatista a Milano Partendo dal terrorismo attivo, l'inchiesta risale ai fiancheggiatori? Dopo Alunni, arrestata una donna nel "covo,, del brigatista a Milano Si chiama Marina Zoni, 31 anni, sposata con un consigliere di democrazia proletaria di Gerenzano, presso Varese - Nella base vi era un arsenale di armi ed esplosivo, inoltre documenti che possono fare pensare alla preparazione di attentati MILANO — Dopo Corrado Alunni, considerato il nuovo capo delle Brigate rosse, è finita in carcere anche una donna. Si chiama Marina Zoni, 31 anni, sposata con Carlo Pagani, consigliere comunale a Gerenzano (Varese) di democrazia proletaria. Si è presentata pochi minuti dopo le 22,30 dell'altra notte alla porta del covo dove abitava Alunni, al piano rialzato dell'edificio al numero 30/2 di via Negroli. Ha suonato il campanello e accostando il volto all'uscio ha detto: «Ci sei?». Gli agenti hanno aperto la porta e l'hanno bloccata. Marina Zoni insegna francese in un istituto di Tradate, ha una bambina di 4 anni e mezzo. Il marito è giornalista del Quotidiano d».i lavoratori ed è stato interrogato come testimone. Da qualche tempo i rapporti con la moglie non erano buoni. Marina aveva manifestato l'intenzione di andare a vivere da sola e lo avrebbe fatto — racconta Pagani — se non fosse stato per la figlia e perché non riusciva a trovare casa. «Io però — ha detto il consigliere di dp — le voglio sempre bene: anzi, adesso forse più di prima». In serata, Carlo Pagani ha diffuso una dichiarazione in cui precisa che «a quanto mi è dato sapere mia moglie è totalmente estranea a qualsiasi tipo di azione di gruppi o organizzazioni clandestine e in particolare all'agguato di via Fani e a tutta la vicenda del rapimento Moro». Marina Zoni attualmente è in carcere a Canton Mombello (Brescia), ma a suo carico non vi sono ancora specifiche accuse. «Spero — ha aggiunto Pagani — che qualcuno non cerchi di perdere tempo ad architettare collegamenti assolutamente inesistenti tra le vicende di questo caso e l'organizzazione politica nella quale milito ». Il terrorista Alunni, dopo l'interrogatorio, è ora in carcere a Milano. Non è ancora chiaro il modo in cui gli inquirenti sono riusciti, parecchie settimane orsono, a scoprire che il brigatista si celava sotto la falsa identità di Massimo Turicchia, architetto. La questura dà una spiegazione, ma a molti non sembra verosimile. L'operazione sarebbe dovuta a una delle disposizioni di pubblica sicurezza emanate all'epoca del sequestro Moro: quella che impone la registrazione, con scheda da consegnare alla polizia, di tutti gli affittuari. Alunni si presentò ai primi di giugno ad affittare l'alloggio in via Negroli con i documenti di Massimo Turicchia, il quale aveva presentato poco tempo prima una denuncia per il furto dei documenti. Un funzionario ha affiancato scheda e denuncia, e ha ritenuto opportuno aprire un'indagine. Sia questa una versione di comodo per nascondere la vera strada percorsa dalle indagini, o sia invece la verità, il fatto è che da qualche settimana polizia e carabinieri tenevano d'occhio Alunni. Lo hanno seguito nei suoi spostamenti e hanno anche notato che il suo alloggio era frequentato con una certa assiduità da due donne. Per quale motivo sia stato deciso di intervenire mercoledì sera e proprio quando Alunni era solo, rinunciando in questo modo a catturare altra gente, non è dato sapere. L'ipotesi più probabile è che si sia voluto impedire che qualcosa avvenisse, forse la fuga del terrorista o una azione programmata. Circondato lo stabile con uno spiegamento di forze che doveva servire a dissuadere l'Alunni dall'opporre resistenza, gli agenti hanno suonato alla porta dell'ammezzato. «Polizia! Aprite o sfondiamo la porta». Corrado Alunni, colto di sorpresa, ha valutato la situazione in pochi attimi. E' corso alla finestra per vedere se c'era una possibilità di salvezza, ha visto gli agenti acquattati nel giardino del palazzo ed è andato, rassegnato, a spalancare l'uscio. Così Alunni, protestando la sua innocenza e dicendo sempre di essere l'architetto Turicchia, si è lasciato portare in questura dove la sua sicurezza è stata smontata un po' alla volta. Gli hanno fatto notare tutta una serie di caratteristiche somatiche che lo identificavano per il terrorista ricercato: neo e fossetta sul mento, statura, capelli. Quando sono giunti alle lenti a contatto il brigatista ha ceduto e ha ammesso: «Sì, sono Corrado Alunni. Sono un combattente comunista». I magistrati gli hanno allora domandato se voleva che i fa-miliari fossero avvertiti del suo arresto. «Non li vedo da anni», è stata la risposta, poi ci ha pensato un attimo e ha aggiunto: «Telefonate per piacere a mia madre, Liberata Alunni, a Roma». Null'altro, solo la richiesta dell'avvocato Giovanni Cappelli come legale di fiducia. La polizia, intanto, cominciava la perquisizione dell'alloggio: due camere e cucina, senza telefono, ammobiliati, (un solo letto, matrimoniale). «Là dentro c'è l'iradiddio», è stato il commento, a botta calda, di un alto funzionario. Innanzitutto le armi: 14 fra pistole e rivoltelle di marche diverse, (Walther, P38, Beretta, Magnum, Smith e Wesson). Nessuna Nagant, però, l'arma servita per molte tragiche imprese delle Br. Poi 7 fucili calibro 12, a calcio segato; Winchester a ripetizione. In più esplosivi, micce a lenta e rapida combustione, detonatori, una bomba a mano MK2, detta comunemente «ananas», inerte. E documenti: patenti civili e militari in bianco e rubate, passaporti rubati, tesserini di riconoscimento militari. Una carta di credito, libretti d'auto, una scatola intera di timbri e punzoni per contraffare documenti e persino i timbri delle commissioni elettorali. Trenta milioni in contanti di cui si sta accertando la provenienza, una uniforme da ufficiale dell'esercito, una divisa da portalettere. In cortile, assicurata con un lucchetto una bicicletta «Legnano» nera con cui il terrorista si spostava. Inoltre la documentazione politica: opuscoli delle Brigate rosse del giugno, settembre e novembre '77 e la risoluzio1 ne strategica del febbraio '78. ' Volantini Br che rivendicano attentati e azioni compiute non solo a Milano, testi di Prima linea e delle Squadre armate proletarie. Interi sacchetti pieni di carte di vario interesse: quaderni manoscritti con le istruzioni per confezionare bombe, appunti di contabilità delle contribuzioni a carcerati, mappe, piante e fotografie. Su questa mole di reba si è ovviamente puntata l'attenzione degli inquirenti, i quali ritengono che si tratti di possibili obiettivi di azioni terroristiche. Inoltre è possibile che attraverso questi docu menti si risalga ai fiancheggiatori che possono averli procurati. Tra le altre cose c'era la pianta del nuovo carcere di Bergamo, le mappe dell'Aeroclub Varese e dello stabilimento Ire, ex Ignis, di Cassineta di Biandrcnno (Varese), le carte geografiche delle province di Milano e di Novara, il disegno di un appartamento senza altre indicazioni. Corrado Alunni verrà processato il IO ottoore per direttissima per il possesso di armi ed esplosivi. Marzio Fabbri Milano. Corrado Alunni in Questura dopo l'arresto