L'insegnamento "di scuola integrata,,

L'insegnamento "di scuola integrata,, Le differenze tra la didattica italiana e quelle di altre nazioni L'insegnamento "di scuola integrata,, / problemi della didattica, soprattutto a livello di scuola elementare, sono in questi anni oggetto di dibattito, talvolta anche serrato. In discussione sono soprattutto i criteri tradizionali dell'educazione del fanciullo in età compresa fra i 5 e gli 11 anni. 1 bimbi devono incominciare solo con l'apprendimento della lettura, della scrittura e del far di conto? Oppure la loro fantasia deve spaziare in ambiti ben più vasti che, in teoria, potrebbero abbracciare ogni aspetto della realtà che li circonda? In altre parole: è meglio attenersi a poche materie precise, oppure è più producente incominciare subito ad affrontare gli aspetti più diversi della vita di ogni giorno? Su questo tema il discorso dell'integrazione europea è molto distante. Ogni Stato fra i 9 partners della Comunità che fra neppure un anno si recheranno alle urne per votare il primo parlamento eletto dai singoli cittadini, segue criteri molto diversi. Un solo esempio può far capire l'abisso esistente fra la didattica di alcune scuole sperimentali tedesche e la tradizione italiana. I tentativi per unire l'insegnamento prescolare (degli asili, per intenderci) a quello più serio delle elementari, portano ad un mutamento radicale nel sistema d'insegnamento globale. In Italia, come nella maggior parte dei Paesi del mondo, all'asilo i bimbi imparano giocando, ma il gioco prevale sull'insegnamento. Ed i primi anni di scuola elementare diventano difficili. Ecco allora che, ad esempio a Wiesbaden. in una certa misura il metodo del periodo pre-scolare continua. Le finestre dell'edificio che ospita la «Geschivister Scholl» sono rivolte prevalentemente a Sud, verso il sole. E questa caratteristica, oltre alla naturale necessità di guardare ad una fonte di calore e di luce, potrebbe indicare la volontà innovativa che partendo dall'edificio coinvolge tutto il complesso scolastico, arrivando anche ad una didattica, ad un metodo di insegnare veramente diverso. Nel programma annuale della scuola tedesca, oltre alle consuete materie che vanno dalla lettura alla scrittura, all'aritmetica, ci sono anche lezioni sulle cose. I bambini vengono invogliati a partecipare, come in un gioco, allo sforzo dell'insegnante. Possono porre qualsiasi domanda: da come funziona uno scaldabagno, a come nascono gli insetti, gli esseri umani. Sta poi al maestro indirizzarli sulla giusta strada. In tal modo la frattura esistente tra asilo ed elementare viene attenuata, se non annullata completamente. Nasce cos'i la «gioia dell'apprendere». Ad Amburgo vi sono 323 scuole elementari, divise in 2813 classi per 80.424 allievi. In tutte le classi, oltre naturalmente alle discipline fondamentali (lettura, scrittura, calcolo), vengono insegnate, con il metodo adottato a Wiesbaden, nozioni generali. In Italia vi sono esperienze analoghe? Nel nostro Paese questo tipo di insegnamento in genere prende il nome di scuola integrata. Comprende iniziative di animazione, di giochi edu¬ cativi. Ma, a parte qualche piccola isola, siamo ancora allo stadio dell'improvvisazione. La scuola elementare, nella maggior parte dei casi, è considerata unicamente un sistema per insegnare a leggere e scrivere. A Sud è molto radicata l'abitudine di far incominciare le elementari a bimbi di appena cinque anni. A Nord, salvo rare eccezioni, il recupero di un anno è quasi ormai a livello di ricordo del passato. A parere di molti esperti di problemi dell'infanzia, può risultare infatti più utile un corso di scuola materna condotto seriamente di un ingresso sui banchi delle elementari con anticipo di 12 mesi. Questo concetto è suggerito soprattutto dalla mancanza di continuità fra la didattica pre-scolare e quella più prettamente scolastica. Per giungere ad un metodo simile a quello adottato in Germania è necessario un corpo insegnante altamente specializzato. A Torino — forse per carenza di specializzazione — l'esperimento degli animatori, nella scuola integrata. non ha avuto rilevante successo: molte sono state le lamentele dei genitori con una perdita di credibilità in una istituzione (utilissima se svolta in modo serio) come quella del tempo pieno statale e del tempo lungo delle scuole municipali. La strada da percorrere per arrivare ad un funzionamento accettabile di esperimenti d'avanguardia come quello portato avanti a Wiesbaden o ad Amburgo, è per noi ancora lunga. In primo luogo infatti, sarà necessario superare la crisi congenita che sta riducendo la scuola, in generale, ad una sorta di parcheggio: sìa per i bimbi di genitori che lavorano, sia per i giovani che, non trovando una occupazione adeguata, sì iscrivono all'Università. Solo quando l'istruzione avrà recuperato uno stato di salute ottimale, probabilmente anche gli esperimenti diverranno una concreta via per ammodernare la didattica e per consentire alla scuola italiana di tenere il passo con quella di altri Paesi europei. Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Giuseppe Sangiorgio, Scholl

Luoghi citati: Amburgo, Germania, Italia, Torino, Wiesbaden