Dubbi ma anche fondate speranze di Alberto Vigna
Dubbi ma anche fondate speranze L'imminente ripresa delle attività in tutte le scuole Dubbi ma anche fondate speranze Tra pochi giorni le scuole riaprono; nelle aule affluiranno di nuovo studenti ed insegnanti e se pur sembra superato il periodo più acceso della contestazione studentesca permangono molti dubbi e perplessità; ma anche cominciano ad avvertirsi sintomi di ottimistiche speranze. Il nuovo ministro della Pubblica Istruzione Mario Pedini, quando ha rivolto una lettera di saluto a tutto il personale docente, ha affermato che senza una ripresa della scuola «non è possibile superare la crisi morale e civile che oggi ci tormenta». E' vero che con la ripresa scolastica si ripresentano i soliti problemi che interessano sia i giovani, sia le famiglie, sia i docenti. Si tratta di problemi connessi alla spesa per i libri e il materiale scolastico, all'assegnazione delle cattedre, alle aule e ai laboratori che mancano talvolta anche quando sono elencati nelle carte ma nella realtà sono dei veri fantasmi. Gli anni passano ma la scuola si trasforma con una lentezza che talvolta è veramente esasperante. La crisi economica che ha investito in primo luogo lo Stato e di conseguenza gli enti locali impedisce di trasformare riforme teoriche in interventi concreti. Alla ripresa dell'attività scolastica vengono avanzate molte ipotesi, vengono prospettate molte domande. Si parla di un nuovo clima di severità e di austerità, di un giro di vite, dell'adozione di misure di ferro, di ritorno a forme tradizionali d'insegnamento e di valutazione; si dice anche che gli anni delle promozioni facili sono definitivamente superati. Sono quesiti ai quali non è facile rispondere, sono ipotesi sovente eccessive che dovranno essere temperate Negli ultimi anni ci sono stati istituti e facoltà che sono andati letteralmente allo sbaraglio; classi devastate, pareti imbrattate di scritte e di disegni talvolta osceni, intere scolaresche reclamanti con urla e insulti l'abolizione del voto e la promozione garantita. Purtroppo c'è stato chi non ha saputo — anche quando avrebbe dovuto opporsi a tutto ciò — indicare la giusta condanna al clima di violenza che talvolta si era instaurato e che sembrava dilagante e insuperabile. Detto tutto ciò però non è giusto condannare tutto e tutti, dato che ci sono sta¬ te facoltà e scuole in cui si è lavorato e si continua a lavorare seriamente. Vi sono giovani universitari dediti allo studio e alla ricerca con un'estrema serietà. Vi sono studenti delle scuole medie superiori e ragazzi delle scuole medie inferiori che alla loro volta sentono profondamente l'impegno dello studio. Sono questi i veri autentici motivi di speranza sui quali si può fondare il risanamento della scuola che è urgente ricostruire e potenziare. Comunque da varie parti si fa presente sia necessario instaurare nel clima scolastico maggior fermezza e serenità. Da Roma giunge notizia che verranno ammoniti gli studenti che hanno « processato » e « sospeso » una professoressa della loro scuola. Questa misura è stata adottata dal collegio dei professori del XVI Istituto tecnico industriale dove è avvenuto l'episodio. La decisione è stata accompagnata dal commento di uno dei docenti il quale ha affermato: « Abbiamo deciso di non prendere più pesan¬ ti misure disciplinari per non inasprire il clima della scuola e per cercare di risolvere tutti i problemi con grande equità ». Alla loro volta alcuni studenti coinvolti nell'episodio si sono detti convinti di aver sbagliato e che comunque il gruppetto della più dura contestazione è largamente minoritario nella scuola che raccoglie oltre quattromila studenti. Questo è soltanto un episodio; merita essere ricordato appunto per lo spirito di contemperazione di tanti elementi diversi e contrastanti che costituisce un dato positivo nel giudizio che può essere tratto sull'attuale momento della scuola italiana. Che vi sia una convergenza di giudizi tra studenti e insegnanti è cosa che fa Oene sperare nell'avvenire. Come si riuscirà in questo scopo? Chiudiamo un capitolo del passato. Il mondo della scuola — docenti ed allievi — riprenda la sua strada, ciascuno faccia il proprio dovere con applicazione quotidiana. Da un lato gli studenti prodighino la loro buona volontà; dall'altro i professori facciano scuola sul serio, non rilascino diplomi o promozioni sotto la spinta di pressioni psicologiche e di richieste perentorie; i professori non si impietosiscano quando si trovano di fronte a giovani che cercano di giustificare la pretesa di essere ignoranti mettendo avanti la richiesta di malintesi diritti democratici. «Una scuola per tutti, dequalificata al livello più basso, non serve a nessuno» ha detto l'onorevole Giorgio Amendola. Occorre far valere la selezione e la meritocrazia poiché non vi può essere sforzo intellettuale senza merito. A sua volta il filosofo Lucio Colletti così si è espresso: «Abbiamo concesso l'accesso indiscriminato all'Università senza aver prima provveduto a strutture adeguate; la liberalizzazione dei piani di studio senza calcolare che ci sarebbero stati laureati con esami Attizzi. Il movimento operaio che si era battuto sempre contro l'analfabetismo ora confondeva l'accesso delle masse operaie come una società dove tutti fossero dottori». Perché la scuola riesca ad attuare i suoi scopi istituzionali è necessario che si instauri un clima nuovo. Già se ne avvertono i segni e questo è il più forte motivo di speranza. Alberto Vigna Ultime ore delle vacanze prima della ripresa scolastica
Persone citate: Giorgio Amendola, Lucio Colletti, Mario Pedini
Luoghi citati: Roma
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