I carabinieri non hanno dubbi, l'invalido è stalo ucciso a letto dal fratello ubriaco

I carabinieri non hanno dubbi, l'invalido è stalo ucciso a letto dal fratello ubriaco Le indagini sul delitto di Vallo Torinese sono in pratica concluse I carabinieri non hanno dubbi, l'invalido è stalo ucciso a letto dal fratello ubriaco L'uomo continua ad essere in stato di fermo e ripete : "Non sono stato io" - Ma molti indizi raccolti dai carabinieri sono contro di lui - La causa? Probabilmente una lite per un terreno ricevuto in eredità da una zia La polizia cerca ladro-acrobata per la donna soffocata a S. Paolo Manca ancora qualche tassello ma il mosaico composto intorno al delitto di Vallo è quasi completo. Giovanni Casale, invalido, 59 anni, è stato ucciso con un paio di colpi di mazza dal fratello Umberto. L'ha ammazzato di notte forse durante un banale litigio, gli animi di entrambi accaldati dal vino copiosamente trangugiato, come nelle loro abitudini. Chi è Umberto Casale? Un coltivatore diretto, 47 anni, sposato, due figli, conosciuto come un uomo tranquillo e insignificante ma che si trasforma e diventa irriconoscibile quando ricorre a quella che oramai è diventata per lui una droga, il vino. Da 48 ore Umberto Casale rimane « in stato di fermo », dicono i carabinieri, nella caserma di Vallo. La sua posizione s'è fatta piuttosto delicata dopo i ripetuti interrogatori a cui è stato sottoposto, ma lui continua a negare: « Non ho ucciso io Giovanni » ripete. Ma il capitano Marcelli comandante la compagnia di Venaria e i militari di Fiano ritengono di aver raccolto sufficienti indizi per ritenere Umberto Casale il fratricida di Giovanni. Ed è stato proprio lui, « il Bric », come viene chiamato in paese l'ultima persona vista entrare mercoledì sera nella misera stanza dove viveva il pensionato ed invalido. La moglie, Maddalena Micheletti, l'ha visto uscire di casa, verso le 20. « Dove vai? — gli aveva chiesto — non vedi che ho già preparato la cena? ». Ma 11 Bric se n'era andato lo stesso, una breve sosta nell'osteria per prendersi un bottiglione di vino e poi la solita visita al fratello Giovanni, nella Borgata Spagna. Che cos'è successo quella notte? Umberto Casale dice di non ricordare bene, sa soltanto che ha bevuto parecchio in compa- gnia del fratello. Forse hanno cominciato a discutere sull'appezzamento di terreno ereditato da una zia morta e che si sarebbe dovuto suddividere tra i due e la sorella Delfina. Forse Umberto ha chiesto soldi al fratello, come da tempo faceva in maniera assillante. Poi probabile il litigio, le parolone, gli insulti, le minacce e il sangue: due mazzate sulla testa e il silenzio. « Bric » Casale è rientrato verso le 2, barcollante, gambe molli e s'è disteso su un vecchio divano, vicino alla stalla. La moglie s'era alzata per coprirlo, come è solita fare tutte le volte che l'uomo torna ubriaco e rumoroso a casa. Aveva dormito fino a mezzogiorno di giovedì fino a quando cioè i carabinieri sono andati a prenderlo per accompagarlo in caserma. Ieri il prof. Baima Bollone ha eseguito l'autopsia sul corpo di Giovanni Casale. L'uomo è stato ucciso con due colpi di un oggetto contundente che è già stato sequestrato dai carabinieri. La morte è stata ìnstantanea. Nascosti negli indumenti intimi della vittima sono state trovate 500 mila lire. Probabilmente Giovanni Casale temeva che il fratello gliele volesse rubare. * + Ad un mese dall'uccisione di Maria Carli, la pensionata dì 68 anni soffocata il 2 agosto con un cuscino nel suo appartamento di via Serrano 2 a Borgo S. Paolo, la questura ha inviato al magistrato che dirige le indagini, dottor Sandrelh, un rapporto sull'omicidio. In questo dossier, che fa il punto sugli accertamenti della polizia in merito all'episodio, gli investigatori indicano una labile pista: il nome di un giovane sardo, Giovanni Sodda, 34 anni, che abitava nello stesso stabile dell'uccisa e che, dal giorno della morte della Carli, è scomparso. Il giudice sta esaminando la posizione di questo inquilino-ombra che la questura indica come eventuale « testimone utile alle indagini ». Intanto si attendono anche i risultati completi della perizia necroscopica compiuta sul corpo di Maria Carli per poter stabilire con una certa approssimazione l'ora del delitto. Una vicenda misteriosa i cui protagonisti, ritagliati In un ambiente dalle sfumature ambigue, concorrono a rendere ancor più confusa. La donna fu trovata uccisa il 2 agosto dal marito, Giuseppe Amisano, 70 anni, « personaggio — come lo definirono gli investigatori in quei giorni — con una vita sgangherata alle spalle, che si è sempre "arrangiato" per tirare avanti: assegni a vuoto, una piccola truffa, tanti mestieri ». Pochi giorni dopo l'omicidio l'Amisano fu fermato perché sospettato d'essere l'autore del delitto. Venne poi scagionato e fu la volta d'un giovane amico di famiglia a finire in camera di sicurezza. Rilasciato anche quest'ultimo, l'omicidio imboccò un vicolo cieco: nessun movente, nessun indizio. Nelle pieghe delle indagini s'era fatta l'ipotesi di un ladro acrobata che, entrato dalla finestra dell'appartamento di Maria Carli per rubare, si fosse trovato a faccia a faccia con la donna e, temendo d'essere denunciato, l'avesse soffocata. Forse le ricerche di Giovanni Sodda, che si stanno ora compiendo in tutta Italia, si riallacciano in qualche modo a questa pista. + Uno sprazzo ui luce forse anche su un altro delitto avvenuto il 9 gennaio del '71 davanti ad una trattoria di via Ormea 76: l'uccisione di Enzo Moncada, 33 anni, « punito » dal suo assassino perché pare volesse « spadroneggiare » nel mondo della prostituzione. La squadra Mobile ha arrestato ieri, su mandato di cattura del giudice istruttore, dottor Sorbello, Vincenzo Denaro, 27 anni. L'accusa è « favoreggiamento personale »: per polizia e magistratura il Denaro dovrebbe essere a conoscenza di tante cose. Umberto Casale, fratello dell'ucciso - La moglie - Vincenzo Denaro, arrestato

Luoghi citati: Borgo S. Paolo, Casale, Fiano, Italia, Spagna, Vallo Torinese, Venaria