L'America ha fiducia in questa Italia

L'America ha fiducia in questa Italia NEGLI STATI UNITI SI RIESAMINA IL "MODELLO CAPITALISTA L'America ha fiducia in questa Italia Né a Washington né a New York si pensa che il nostro Paese in politica abbia già "girato l'angolo,, - La riduzione della spesa pubblica e l'aumento di disciplina e produttività dovrebbero favorire la ripresa - Disponibilità ai crediti per il "79 DI RITORNO DAGLI STATI UNITI — .L'Italia a un punto critico della sua storia» è il titolo di un rapporto steso nel novembre del '76 da Claiborne Peli delia Commissione Esteri del Senato americano. Nato come contributo alla formulazione di una .politica europea' più elastica di quella di Kissinger (Peti è il senatore democratico' dello Stato di Rhode Island), il rapporto venne di fatto cooptato dal presidente Carter. Buona parte delle dichiarazioni rilasciate e delle posizioni assunte dalla Casa Bianca sul nostro Paese negli ultimi due anni erano già contenute in esso. Quel novembre, al termine di una particolareggiata analisi politico-economica, Claiborne j Peli suggeriva quattro .regole d'oro» di comportamento: le stesse su cui sarebbero poi scoppiate interminabili polemiche'in Italia. «Dobbiamo precisare, diceva il senatore, che l'Ingresso dei comunisti nel governo italiano provocherebbe un allentamento dei rapporti con l'America». «Dobbiamo anche precisare, aggiungeva, che non interferiremmo comunque nelle questioni interne italiane né prenderemmo misure punitive». Il senatore ammoniva: : «Non bisogna dare l'impressione che siamo cosi spaventati dai comunisti italiani da appoggiare il governo a qualsiasi costo, compia esso o ' no gli sforzi necessari alla so- luzione dei problemi del Paese». Egli consigliava: «Insieme con la Comunità Economica Europea, bisogna aiutare l'Italia a colmare il deficit della sua bilancia dei pagamenti». £ concludeva: «Forse il punto è tanto critico quanto quello degli Anni Venti, il periodo di avvento del fascismo... Non dimentichiamo che la democrazia in Italia è recente». Del rapporto di Claiborne e e o e i l n r , e a e , r i , a e e n e ò l » i , i a e e l a e i a . : , i — , i e i a n Peli inquietante ma non chiuso alla speranza, colpivano due annotazioni innanzitutto. Una, sulla gravità della crisi dell'economia, metteva in dubbio la volontà dei partiti di rischiare l'impopolarità, e quindi l'insuccesso elettorale, con una strategia di contenimento della spesa pubblica e del costo del lavoro. L'altra, sulla evoluzione del partito comunista, illustrava i contrasti tra Berlinguer e la .vecchia guardia», e le contraddizioni tra la liberalità interna e l'ossequio a Mosca. Dal novembre del '76 a oggi il senatore Peli che è stato tra i promotori dello stanziamento di 50 milioni di dollari per il'Friull ha visitato l'Italia ancora due volte. L'ho incontrato nel suo ufficio del Congresso, in una pausa delle fiiscusMónt'sùì'piqno energetico', del presidente Carter. Peli, che nell'iilttmq guerra partecipò allo sbarcò alleato in Sicilia, e che negli Anni Cinquanta fu viceconsole a Genova, ha un collegio elet' torale per il 46 per cento di origine italiana. E' autore di un celebre saggio, Politica e potere, e siede al Senato, ininterrottamente, dal 1961. ■ «La situazione italiana è migliorata, ha dichiarato. Credo che il vostro Paese possa superare il punto critico. Almeno per l'economia, ha prospettive più serene. Il governo sta raddrizzando la bilancia del pagamenti, esiste una concreta possibilità di ripresa. C'è un solo pericolo: che aumentino gli scioperi e il deficit statale». Ha fatto una pausa: «Mi sembra anche più lontana l'eventualità di un ingresso comunista al governo, e non le nascondo che questo è positivo per il Congresso americano». Due alleati Claiborne Peli ha sottolineato come a Washington la valutazione del pc differisca da Roma, e quale peso abbiano episodi tipo la ritirata dall'eurocomunismo, o l'appoggio all'intervento russo in Africa. Ha respinto ogni accusa d'ingerenza. «E' falso che abbiamo esercitato pressioni sull'Italia. Abbiamo continuato ad aiutarla senza porle nessuna condizione, rispettando rigidamente la sua sovranità. Ma in quanto alleati, é nostro diritto e dovere chiarire come ci collochiamo rispetto ai comunisti, e sullo scacchiere internazionale». Secondo il senatore, gli italiani meritano fiducia. «Lo sottolinea la condotta impeccabile della Casa Bianca. Sotto il presidente Carter, è stata avviata una politica di sincera collaborazione: per incrementare gli scambi commerciali e quelli culturali, per accrescere i reciproci investimenti e gli accorai tecnici, specialmente nel settore dell'energia, per risolvere assieme certi problemi sociali come la disoccupazione giovanile». E ha aggiunto: «Mai come adesso abbiamo avuto coscienza di tutti gli interessi che ci legano». 12 cauto ottimismo del senatore Peli e le sue riserve sui comunisti sono l'elemento caratterizzante dell'America d'oggi. Nell'anno, terribile in cui ha perso Moro per mano delle Brigate rosse, Leone per effetto degli scandali e Paolo . VI per volontà di Dio, l'Italia ha ritrovato, se non tutta, parte della stima del suo partner più potente. Vi è riuscita grazie alla politica di sacrifici propugnata dal governo Andreotti — e dai comunisti medesimi —, allo sforzo di molti imprenditori e alla tenuta della classe operaia. Non è considerata più la grande malata dell'Europa, ma una convalescente prossima alla guarigione. Nessuno in America, tuttavia, pensa che essa abbia girato l'angolo. I più credono che la convalescenza sarà lunga e difficile. Esemplare a questo proposito è l'atteggiamento di Wall Street cioè del mondo della finanza newyorchese. «E' un atteggiamento di attesa, motivato dalla piaga del terrorismo e dalla durezza del sindacati, mi ha detto Nathaniel Samuels, della Kuhn, Low & Co. SI riassume nella disponibilità a concedere prestiti all'Italia, poiché li ha sempre ripagati, ma nella contemporanea riluttanza a farvi grossi Investimenti». Samuels osserva che questa duplicità riguarda tutta l'Europa: «Essa ha anche altre ragioni: l'enorme aumento del costo del lavoro nella Cee, le amare esperienze di parecchie multinazionali nei rapporti con gli Stati, la necessità di impiegare più denaro In patria. Però s'accentua per voi. E' 11 cosiddetto rischio italiano. Non sono molti i funzionari disposti a trasferirsi in Italia: temono .che qualche estremista gii spari nelle gambe. E il capitale non va dove l'assenteismo, gli scioperi, il dialogo con la manodopera sono impossibili». Drastici "tagli" Sia Peli sia Samuels hanno insistito sull'importanza che il 79 avrà per la rinascita dell'Italia e la sua riaccettazione come membro a tempo pieno del consesso occidentale. Essi ritengono che il governo Andreotti debba apportare drastici tagli alla spesa pubblica e rilanciare gli investimenti privati. «E' il punto di partenza obbligato, ha asserito Samuels. Il disavanzo statale e il sistema delle partecipazioni sono tra i principali responsabili della spirale Inflazionistica e recessiva Essi alterano irrimediabilmente 11 mercato». Soprattutto dopo la presentazione del Pianò Pandori, il cauto ottimismo americano sull'Italia potrebbe tradursi iti 'iniziative finanziarie (l'appoggio della Casa Bianca è comunque assicurato). Uno degli esponenti più in vista della comunità italo-americana di New York, Domenico Scaglione, della . Chase Manhattan Bank, prevede «una ripresa del dialogo». Egli auspica una più aggressiva politica dì public relations da parte italiana, che illustri, ad esempio, i vantag¬ gi fiscali, di manodopera, ambientali per le nuove industrie nel Meridione. «Voi possedete ancora, sostiene, un potenziale inesplorato». Scaglione è persuaso che basti un inizio di rilancio dell'economia italiana, sorretto però da precisi impegni dei partiti a recuperare gli investimentt.st.ranieri. Anche se i costi non sono più competitivi l'Italia, a suo parere, offre il muglio nel campo del design e del know how. Inoltre l'America è naturalmente .sbilanciata» a suo favore, e per legami etnici e storici e per interessi strategici. Il disamore del'75e '76, quando la crisi economica e l'avanzata, comunista parevano-irrefre- ' nabill sta cessando. In questo quadro, il discorso più delicato resta quello del pc. Mentre la Casa Bianca si attiene ad una lìnea razionale, di contatti frequenti ma chiari, i businessmen e l'uomo della strada americani mantengono una certa ostilitàper tutto ciò che è .rosso». Nei circoli più retrivi per rischio italiano s'intende proprio l'ingresso del nostro Paese nell'ambito comunista. Difficile è far capire, le differenze che esistono tra uomini come Berlinguer e Marchais, tra i loro obiettivi e tra i contesti in cui operano. La maggioranza silenziosa ha respirato di sollievo per l'esito delle amministrative italiane di maggio, e per quella che viene definita «la crescente indipendenza» dei socialisti dal pc. Claiborne Peli ha ribadito le sue affermazioni di due anni fa: che l'asso nella manica dell'Italia, oggi se non in futuro, è il rinnovamento della democrazia cristiana e dei partiti laid più che la liberalizzazione dei berlinguerianl Egli è buon interprete dell'umore popolare, che vuole vedere diminuire l'influenza comunista nell'Europa Occidentale. Nel momento in cui le relazioni con l'Urss peggiorano, la Casa Bianca comunque desidera evitare qualsiasi irrigidimento. Le sue direttive restano quelle indicate e dallo stessopresi&énte Carter e a1 Roma . dall'ambasciatore Gardner. L'America intende semplicemente assecondare la stabilità degli equilibra che consentono all'Italia di restare nei sistemi politici liberali e democratici e nelle economie di mercato. Lo fa nella convinzione che qualsiasi alternativa sarebbe dannosa per noi per l'Europa e per l'intera alleanza occidentale. Ma lo fa pronta a tirarsi indietro, se tale fosse la nostra volontà. Ennio Carette Washington. L'incontro di Andreotti con Carter alla Casa Bianca durante il viaggio negli Usa