Verrà dai metalmeccanici la prima risposici a Lama

Verrà dai metalmeccanici la prima risposici a Lama Si riunisce oggi la segreteria nazionale della Firn Verrà dai metalmeccanici la prima risposici a Lama Due punti al vertice del dibattito: salari e riduzione dell'orario - Per ora le posizioni sono differenti - Cisl e Uil sembrano orientate su aumenti di 30 mila lire DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ROMA — L'orario di lavoro e l'aumento salariale sono i « punti caldi » che agitano il mondo sindacale in questa fase di preparazione delle « piattaforme » per i rinnovi contrattuali. Le contrapposizioni più nette sono sull'orario di lavoro, anche perché sugli incrementi salariali finora quasi tutti si sono espressi in modo generico, tranne il segretario della Firn, Lettieri, che ha indicato 3050 mila lire al mese. Il segretario generale della Cgil, Luciano Lama, parlando martedì a Genova al Festival nazionale dell'Unità, ha confermato di essere nettamente contrario a riduzioni generalizzate degli orari di lavoro « non perché non sia compito del sindacato ottenere orari più corti, ma perché già oggi abbiamo gli orari più bassi d'Europa e la gestione più rigida degli straordinari, che mi sembra giusta». In aperta polemica con quanti, all'interno del sindacato, vedono nella riduzione dell'orario la possibilità di creare nuovi posti di lavoro Lama ha affermato che una misura del genere avrebbe riflessi opposti: « Ci sarebbe — ha detto — un aumento dei costi per unità prodotta restringendo così le possibilità di collocazione dei prodotti. Non credo che ciò farebbe crescere l'occupazione. Inoltre la riduzione degli orari farebbe aumentare la pratica del doppio lavoro che ormai non è più limitata ad aliquote di impiegati pubblici di Roma, ma si sta estendendo ». Una prima verifica delle tesi di Lama la si avrà oggi nella riunione che la segreteria nazionale dei metalmeccanici tiene per discutere la impostazione della « piattaforma ». La situazione non è ancora chiara (qualcuno la definisce «ingarbugliata») e non è nemmeno detto che sia sufficiente la riunione di oggi per definire una linea comune. Grosso modo si può dire che la Cisl è nettamente favorevole ad una riduzione secca dell'orario di lavoro (2 ore: da 40 a 38 settimanali) mentre sull'altro versante la Cgil ipotizza riduzioni (non precisate) al Sud e niente al Nord, salvo per situazioni settorali che riguardino lavorazioni gravose o disagiate. La Uil meccanici si colloca in mezzo: è per lina riduzione dell'orario che sia però strettamente collegata al mantenimento dei livelli di attività degli impianti; ripete cioè una formula che è stata alla base della lunga e difficile trattativa per l'applicazione della mezz'ora per la mensa alla Fiat. Il segretario nazionale della Uil, Veronese (che guidò la delegazione sindacale nel negoziato Fiat) crede nel'a possibilità di garantire i livelli di attività degli impianti « attraverso le ferie scaglionate, le pause a scorrimento, l'accantonamento delle ore di riduzione dell'orario (pur esempio, un'ora alla settimana) per giornate di riposo individuale ». La Uil sarebbe favorevole alla riduzione di un'ora a scadenza ravvicinata e « un'ora più avanti ». Si tratta, per il momento, di indicazioni molto sommarie: « La cosa importante — afferma Veronese — è di evitare una "conta" all'interno del sindacato sui problemi principali. Le contrapposizioni con una maggioranza ed una minoranza ci indebolirebbero con un contratto che si presenta già molto difficile ». Sul salario Lama ha parlato di « poche migliaia di lire » e il segretario dei metalmeccanici Lettieri (che nell'ambito del sindacato si colloca all'estrema sinistra del pdup) ha indicato 30-50 mila lire mensili. Le differenze sul salario tuttavia non sono così nette come sembrerebbe. Tra i metalmeccanici i sindacalisti della Cgil difficilmente si discosteranno molto dalle indicazioni di Lama e quindi non sarà da questa parte che potranno venire difficoltà. La Cisl e la Uil, invece, sembrano orientate verso aumenti intorno alle 30 mila lire. Però è all'interno della cifra che bisognerà fare chiarezza per sapere quale sarà la quantità di « denaro fresco ». Infatti, nella parte economica, ci sono parecchie componenti. Per esempio, dal I" gennaio prossimo (ancora in applicazione del contratto ormai in scadenza) si congloberanno nella paga base i 103 punti di contingenza maturati prima della riforma dell'istituto. A differenza di oggi (la contingenza è uguale per tutti) i vecchi punti avevano un valore diverso a seconda delle categorie professionali; ciò significa che bisognerà « ricostruire i parametri » cioè le distanze di paga base che ci sono tra una categoria e l'altra. Inoltre c'è l'esigenza di un maggior riconoscimento della professionalità. In altre parole oggi la differenza tra le categorie (livelli) si è troppo appiattita: il manovale al primo livello oggi ha 100 contro il 168 dell'impiegato al settimo livello; si pensa di passare, indicativamente, da 100 a 200. Nell'ambito dell'inquadramento unico ci sono, anche, orientamenti per consentire agli operai di linea di salire alla quarta categoria (oggi si fermano alla terza) e per « dare uno sbocco » agli operai specializzati che oggi si fermano alla quinta categoria. C'è, infine, anche l'ipotesi di abolire la prima categoria duella dei manovali) perché ormai « non c'è più nessuno a questo livello » e la proposta di sdoppiare la settima categoria « per creare un livello dei super specialisti ». Sono alcuni dei temi che la segreteria della Firn affronterà nella riunione di oggi. Nell'ipotesi che si riesca a raggiungere un'intesa si potrebbero sottoporre le proposte al Consiglio generale della Firn (formato da un mi¬ gliaio di persone) entro 1520 giorni, per passare poi alle assemblee dei lavoratori cui seguirà l'assemblea dei delegati per il « varo » definitivo. Sergio Devecchi

Persone citate: Lama, Lettieri, Luciano Lama, Sergio Devecchi, Veronese

Luoghi citati: Europa, Genova, Roma