Processato per omicidio colposo il vicebrigadiere che uccise, di notte, uno studente fermo sull'auto

Processato per omicidio colposo il vicebrigadiere che uccise, di notte, uno studente fermo sull'auto Il tragico fatto, non ancora del tutto chiarito, nel marzo del 1977 Processato per omicidio colposo il vicebrigadiere che uccise, di notte, uno studente fermo sull'auto Il giudice istruttore Palaia l'ha rinviato a giudizio, modificando la richiesta del pm che ne aveva chiesto il proscioglimento per legittima difesa - La pistola, sostiene la difesa, è stata messa in mano (da chi?) al giovane moribondo Il vicebrigadiere dei carabinieri Giorgio Vinardi, 23 anni, sarà processato per la morte dqllo studente Bruno Cecchettl, ucciso con una raffica di mitra mentre sedeva al volante della propria auto parcheggiata in corso Ferrucci. Cosi ha deciso il giudice istruttore consigliere Palaia, modificando le richieste del p.m. Astore che aveva chiesto il proscioglimento del sottufficiale «per aver agito in stato di legittima difesa». La lunga e scrupolosa sentenza del magistrato istruttore, depositata ieri in cancelleria, tenta di chiarire un vero e proprio giallo, su cui restano in sospeso alcuni interrogativi di cui diremo più avanti. Ecco il fatto. La notte del 17 marzo 1977 verso runa e un quarto, in corso Ferrucci, quattro colpi di mitra feriscono a morte uno studente del politecnico, Bruno Cecchettl, che abita poco distante, con la madre vedova. Versioni del carabinieri. <iCi avevano segnalato una "127" sospetta che si aggirava attorno al carcere, l'abbiamo incrociata sul controviale di corso Ferrucci. Il vicebrigadiere Vinardi si è avvicinato per un controllo. Ila scorto la sagoma di un uomo che impugnava una pistola, ha fatto un balzo indietro ed ha premuto 11 grilletto». Sul fatto, però, s'addensano subito molti sospetti, sorge il dubbio che la versione presenti delle lacune. Vediamole. L'auto sospetta segnalata da un'altra pattuglia era di «colore amaranto o rossa», quella del Cecchettl è una «127» bianca: è possibile confondere il colore, seppure in una zona poco illuminata? Che motivo aveva il Cecchettl di reagire alla vista dei carabinieri impugnando una pistola? Gli amici della vittima concordemente descrivono il Cecchetti come un giovane che detestava le armi e la violenza. Era 11 classico esempio di «buon ragazzo», tutto scuola e casa, chitarra e libri. Da dove spunta allora la pistola, un'«Astra» costruita in 8 mila esemplari e distribuita ai soldati tedeschi durante l'ultimo conflitto? Sorge il sospetto che qualcuno gliela abbia messa in mano. Ma chi? E per quale motivo? Per mascherare forse — sostengono alcuni ed in particolare la parte civile (avv. Costanzoi — un tragico errore culminato in omicidio. Il «giallo» scivola nel puro enigma, se si tiene conto che l'arma «non poteva sparare» perché inceppata da cartucce calibro 9 lungo. Una pistola inservibile, e Cecchetti aveva orrore delle armi. Che ci faceva il giovane a quell'ora, sull'auto parcheggiata contremano? La versione ufficiale e le testi-, mcnianze sono concordi: aveva gli abiti in disordine, accanto a sé una rivista per «soli uomini». : Un brusco gesto per ricomporsi l può essere stato mal interpretato dal milite che si avvicinava per controllare i documenti dell'automobilista solitario. Il giovane avrebbe fatto un gesto come di chi si piega da un lato per afferrare qualcosa (l'arma?), ed ecco partire la raffica. Sono ipotesi che tentano di penetiare una storia dove tutti pos- sono aver sbagliato. Quelli dell? primavera dello scorso anno erano I mesi agitati per le forze dell'ordì ne; sono tempi, allora e oggi, in cui carabinieri e polizia hanno i nervi a fior di pelle, c'è sempre il timore latente che qualcuno spari prima e ammazzi 11 milite. E' accaduto a Bieila col commls-1 saria Cusano, era successo pochi I giorni prima dell'uccisione del ' Cecchettl con il commissario Rosano freddato in una pizzeria, è accaduto tante altre volte, pur- giu- i troppo. Ma ciò non basta a giù- j llllllllillt MIIMIIIM 1IIIMIIIIIIIMIIII stifìcare la raffica: cosi la pensa I il giudice. Da qui la contestazione 1 I ' i aw cd, questa «Astra» si parlerà ancora , sal processo: e argomento troppo , di omicidio colposo al Vinardi. E il «giallo» della pistola? Non è determinante ai fini di circoscrivere le responsabilità dell'accaduto: Il fatto concreto, risponde il magistrato, è uno solo: il vicebrigadiere non aveva alcun motivo per sparare cosi in fretta. Ma di scottante sia per la parte civile [ si* per il difensore del Vinardi, , „j avv. Gianvittorio Cabri. ( s IMI1 IllllllllIIIIMIIIlllllllM llll llll Bruno Ccechctti. lo studente ucciso - La madre: « Mio Piglio non aveva armi »

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