Craxi incontra Mitterrand per parlare di comunismo di Alberto Rapisarda

Craxi incontra Mitterrand per parlare di comunismo Socialisti: stessa strategia in Italia e Francia? Craxi incontra Mitterrand per parlare di comunismo Il "vertice" oggi a Cortona - La polemica col pei ora coinvolge anche la de ROMA — Mentre i partiti comunisti europei attraversano un periodo di rapporti poco felici, i partiti socialisti intensificano i loro contatti e legami, soprattutto in vista delle prossime elezioni del Parlamento europeo. Pensando a questa scadenza, si incontrano oggi a Cortona i segretari del partito socialista francese e di quello italiano, Mitterrand e Craxi. Il leader francese si trova oggi a Cortona, per celebrare il sedicesimo anniversario del gemellaggio tra la città di cui è sindaco, Cateau Chinon, e la città toscana. Craxi ha approfittato al volo dell'occasione, per parlare al collega francese dei problemi dei socialisti dei due Paesi. Non solo. Presso la direzione del psi, in via del Corso, preannunciano ufficiosamente che, a Cortona, si parlerà anche dei difficili rapporti con i partiti comunisti di Italia e Francia. Il punto di vista del psi in proposito è stato ripetuto ieri sera da Craxi durante la trasmissione televisiva «Pingpong». Avevo creduto che l'eurocomunismo costituisse un «polo autonomo» che in Europa si ricongiungesse con la contemporanea «revisione socialista», ha detto in sostanza Craxi. Le attuali difficoltà che incontrano i partiti comunisti europei fanno invece ritenere che, ancora oggi, l'eurocomunismo costituisca soltanto «un'articolazione del movimento comunista internazionale, che ha mantenuto la sua solidità». L'interminabile polemica ideologico-politica, all'interno della sinistra, continua così ad andare avanti, coinvolgendo di tanto in tanto anche la democrazia cristiana. Al segretario democristiano Zaccagnini, che aveva invitato i socialisti ad una maggiore cautela, Craxi ha detto: «Se voleva intervenire doveva entrare nel merito della questione, tanto più che in tal modo avrebbe avuto l'occasione di chiarire in che cosa consiste la gradualità rivoluzionaria della democrazia cristiana». E' proprio questo l'argomento del contendere tra de e psi. Craxi sostiene che la democrazia cristiana è un partito conservatore e, di conseguenza, dà maggior credito alla destra di quel partito. Il gruppo che guida la de, invece, replica che il partito di De Gasperi e Moro è una realtà molto più complessa e comunque un partito popolare, come ieri ha ripetuto, bruscamente, Granelli, prendendosela con «la valutazione sbrigativa, in taluni casi settaria, che autorevoli dirigenti socialisti continuano a dare della de, sia in ordine al suo contributo di primo piano alla politica di unità nazionale, sia in ordine alle prospettive future della democrazia italiana». «Alcuni di questi dirigenti — dice Granelli — sembrano voler compensare la polemica a sinistra verso il pei con dichiarazioni, spesso gratuite, di assoluta chiusura nei confronti di una de considerata, senza alcun rispetto della sua storia, dei suoi ideali, della forza popolare che legittimamente rappresenta, un partito conservatore nemmeno degno di essere paragonato ad analoghi partiti europei ». Luigi Covatta, della direzione socialista, replica ironico alla de: «C'è forse qualcuno che teme che i socialisti risultino "destabilizzanti" an¬ che quando "voltano al centro"? "Quello che è certo è che una prospettiva di socialismo pluralista ed autogestionario risulta oggi, rispetto al sistema dì potere di fatto esistente in Italia assai più radicalmente alternativa di quel che non sia la prospettiva del compromesso storico, ultima versione del '"leninismo di pace" a cui da trent'anni si ispira il pei ». v A che serve polemizzare cosi? », si chiedono i comunisti preoccupati forse anche esasperati per l'intensificarsi dell'offensiva socialista. Rilevano nella polemica in corso « segni di imbarbarimento ». « Questi sono metodi che non possono giovare a nessuno — ammonisce l'Unità —. Non servono nemmeno a colpirci così come non sono servite altre campagne propagandistiche del passato, quando si cercava con deformazioni e mistificazioni di ogni genere, di farci apparire come nemici della civiltà occidentale, mangiatori di preti e di bambini, e così via dicendo ». Alberto Rapisarda