Cercare un'anima di Raniero La Valle

Cercare un'anima Cercare un'anima E' impossibile prevedere il corso di un lungo pontificato traendo argomento dai primissimi atti e dalle primissime parole del nuovo Ponrefice. Già è difficile valutare un pontificato appena concluso, nel clima apologetico degli elogi. funebri e del pio dolore che una fumata basra a spazzar via; ancor più difficile individuare il segno di un pontificato che comincia, nel clima eccitato e surreale della novità e dell'attesa. Tanto più che i primi gesti di un nuovo Papa sono in gran parre dovuri o almeno psicologicamente condizionati. Ci vuole tempo C'è, anzitutto, nelle prime parole e nello stile, l'uomo che egli è stato, prima che l'elezione lo afferrasse cambiandone la responsabilità e il destino; c'è il naturale tributo agli immediati predecessori, e la prevedibile promessa di continuare l'opera: lo fece anche papa Giovanni con Pio XII, e Paolo VI con papa Giovanni (semmai il nuovo Papa ha voluto tenere più larga la rosa, risalendo fino a Pio XI); c'è la propiziazione della curia, mediante la conferma dei suoi esponenti; e c'è da assicurare al Conclave appena celebrato, che le intenzioni che hanno guidato la scelta dei cardinali elettori, saranno rispettate ( in questo caso bisognerebbe capire che cosa intendeva dire il cardinale Koenig, quando ha affermato che il Conclave si è orientato ancora una volta verso un cardinale italiano, 'data la delicata situazione dell'Italia": forse che c'è aperto nella Chiesa un «caso italiano»?). Perciò ci vuole un po' di tempo, perché un Papa sia proprio lui. A Paolo VI occorse addirittura qualche anno, per acquistare scioltezza; c'era in corso il Concilio, e papa Montini, preso di sorpresa dalla richiesta di collegialità, si sentì condizionato dalla presenza dei vescovi a Roma, sinché non potè chiudere il Concilio e cominciare davvero il suo pontificato. Papa Giovanni fece invece più in fretta a rivelarsi, proprio con la rapida e inattesa convocazione del Concilio; ma egli sapeva che per lui il tempo era breve. Così per Giovanni Paolo I, sarebbe arbitrario precostituire il giudizio. Certo, i primi atti sono positivi: l'aver tolto alla liturgia inaugurale ogni significato di salita al trono e di incoronazione, segna un irreversibile distacco — già annunciato da Paolo VI con la rinunzia al triregno — dall'immagine della Chiesa non solo come regno terreno, ma anche come monarchia sacrale. L'impegno, preso nel discorso programmatico, ad avvalorare la collegialità episcopale risponde ad una esigenza ormai matura, nella linea del Concilio, di conformare il papato a una ecclesiologia di comunione; il richiamo alla curia perché si attenga ad una «stretta esecuzione» della volontà del Papa mostra una lucida consapevolezza del rischio che una struttura di governo si attribuisca facoltà e poteri che la tradizione cattolica riconosce solo al carisma personale del Papa. L'accenno alla 'solidità e saldezza delle strutture giuridiche» affidata alla revisione dei due codici di diritto canonico, orientale e latino, sembra indicare che ferma restando la pluralità delle ttadizioni giuridiche, si lascerà cadere il progetto di imprigionare la Chiesa in una anacronistica «legge fondamentale», analoga alla Costituzione degli Stati. Lo sforzo di identificare qualche punto dolente del mondo, come il Libano, Israele, l'Africa della siccità e l'India delle moltitudini povere, mostra un proposito di concretezza di amore, che rende meno simile all'utopia e più prossima al realismo operante della speranza la visione di un mondo 'più sereno e più dolce». Infine la capacità di colloquio manifestata al primo incontro con la folla, vale più di una teoria sul dialogo; e soprattutto c'è l'offerta, motivata dalla fede, della propria vita per amore degli uomini. Le premesse sono dunque promettenti. Ma appunto, i primi atti e le prime parole di un Papa, non sono la goccia d'acqua in cui c'è tutto il mare. Perciò, come sarebbe ingiusta ed arida la diffidenza verso il «prete tradizionalista», così sarebbe infantile e sospetta la corsa alla cattura adulatricc. Credo che tra il nuovo Papa e i cristiani sia invece questo il momento di guardarsi negli occhi, con intuito di amore. Non è solo il Papa che si rivolge ai figli «per guardarli negli occhi», come ha detto nel suo primo discorso; sono anche i figli che guardano lui, nella percezione del mistero che sta al di sopra di lui e di loro, per il quale l'uno e gli altri guardandosi non vedono cose diverse, ma lo stesso volto del Cristo impresso sulla vivente Sindone che è il voltò degli uomini per i quali è salito alla croce. Papa pastore Anzi questa attesa vorremmo avere verso questo Papa «pastore» ; che, oltre la stessa collegialità, sia valorizzata questa circolarità e reciprocità di comunione e di apporti tra i pastori e i fedeli, e tra la Chiesa e tutti gli uomini. Ciò che la garantisce, quale pietra, è la confessione di fede che Pietro fece per primo. 'Questa fedi, scriveva Sant'Ilario, è il fondamento della Chiesa; ed è questa fede che detiene le chiavi del Regno dei Cieli». Come dice nei Discorsi Sant'Agostino 'queste chiavi le ha ricevute non un uomo solo, ma l'intera Chiesa» ; qui sta 'la grandezza di Pietro» che ha l'autorità per 'impersonare l'universalità e l'unità della Chiesa», ma qui sta anche la sua discrezione di pastore che, come ricorda lo stesso Agostino nel suo Discorso sui pastori, è chiamato a dire 'cose vere» ma non •cose sue», se vuole pascere *il gregge e non se stesso», lasciando fiorire la molteplice testimonianza e creatività che lo spirito di Dio suscita nella Chiesa e nella storia. Non è questione ui un metodo più accomodante o più consono ai gusti del tempo. Questo è lo statuto della salvezza. Ha detto il nuovo Papa che il mondo ha bisogno di un 'supplemento d'anima»; esso tuttavia non l'aspetta e non lo riceve dal di fuori e dall'alto; è dentro di sé, nel centro della sua esperienza comune e profana, nel cuore dei suoi deserti, nel vivo della sua storia rischiosa ed esigente, che il mondo deve trovare la sua anima; ed è lì che la Chiesa è stata mandata a cercarla insieme con lui. Raniero La Valle

Persone citate: Giovanni Paolo I, Koenig, Montini, Paolo Vi, Papa Giovanni, Pio Xi, Pio Xii

Luoghi citati: Africa, India, Israele, Italia, Libano, Roma, Sant'ilario