Il Nuerburgring giro per giro, fino all'amara conclusione

Il Nuerburgring giro per giro, fino all'amara conclusione Il Nuerburgring giro per giro, fino all'amara conclusione DAL NOSTRO INVIATO NURBURGRING — E' una mattinata quasi invernale: freddo pungente, a tratti qualche raffica di vento. Da Trento e dintorni sono venuti per Moser quasi duemila tifosi. Quelli di Palò di Giovo, suoi compaesani, si sono piazzati in un bosco accanto al circuito: hanno trascorso la notte accampati alla meglio In tende e roulottes, cercando di scaldarsi con la grappa e usando, per mangiare, piccoli fornellini a gas. Spaghetti, prosciutto e qualche salsiccia: quando fa freddo, la fame arriva presto. Prima del via Zoni, massaggiatore di Moser, dice: « Le gambe di Francesco sono perfette: come a San Crlstobal. Secondo me vince di nuovo ». In Venezuela Benotto, che produce la bicicletta su cui corre Moser, gli promise cinquecento dollari nel caso che il pronostico fosse stato esatto. E poi pagò, naturalmente. Non fu un grande sforzo: grazie soprattutto al trionfo di Moser, il fatturato di Benotto aumentò poi di un miliardo e mezzo. De Muynck è amareggiato, i belgi non hanno trovato l'accordo: « Ci slamo riuniti, abbiamo fatto un tentativo In extremis. Niente, lo farò corsa parallela con De Vlaemlnck e Van Sprlngel, Maertens avrà al suo fianco solo Demeyer. Gli altri correranno ciascuno per proprio conto. Se uno forerà nessuno si fermerà per aiutarlo a rientrare in gruppo ». E la conferma arriva quasi subito: dopo soli nove chilometri Bruyère è appiedato, cambia velocemente la ruota ma è solo e riesce a riportarsi nel plotone solo dopo un grosso sforzo. Ma non ha ancora digerito bene la colazione e la fatica violenta per l'Inseguimento, unita al freddo, gli provoca una lieve congestione. Resisterà fino al quinto giro, poi si ritirerà. Per gli azzurri, un avversario di meno. PRIMO E SECONDO GIRO — Nessun tentativo di fuga. I favoriti si studiano. L'altoparlante annuncia che nel tratti in salita ci sono molti tifosi (soprattutto di Moser e di Thurau) e che la giuria sarà inflessibile con chi accetterà spinte. TERZO GIRO — Battaglin fora, ma rientra subito. Siamo al km. 64 ed I francesi promuovono il primo attacco, in contropiede. Allunga l'inglese Corley, subito lo riprende Bourreau: sul primo tratto In salita il francese si volta e si accorge di essere rimasto solo. Bourreau non ha fatto altro che ubbidire agli ordini di Hinault, che vuole un suo gregario in tutte le fughe, anche In quelle che sembrano più Inoffensive. Bourreau Insiste ed alla fine del giro ha undici secondi su Corley ed V27" sul gruppo. QUARTO GIRO — Il vantaggio di Bourreau aumenta. Non è un gregario qualsiasi, questo francese: giunse secondo al Tour dell'Avvenire vinto da Baronchelli e poi conquistò la medaglia di bronzo al « mondiale » dilettanti a Barcellona. Hlnault spera che si muovano Italiani, belgi ed olandesi e rimane tranquillamente nella pancia del gruppo, ma nessuno vuole sfiancare i suoi gregari troppo presto. Bourreau passa sullo striscione con 2'33" su Corley e 4'05" sul gruppo. OUINTO GIRO — Bruyère litiga con I suoi compagni di squadra, nessuno dei quali si era fermato per aiutarlo nell'Inseguimento quando aveva forato, e si ritira, anche perché accusa dolori di stomaco. Corley viene ripreso dal gruppo e, stremato, abbandona anche lui. Davanti l'azione di Bourreau si appesantisce, mentre Italiani e belgi si vedono più spesso in testa al gruppo. Bourreau conclude il giro con 2'45" sul plotone. SESTO GIRO — La marcia di avvicinamento del gruppo a Bourreau continua. Nessuna accelerazione violenta da parte del « big »: è il francese che sta lentamente spegnendosi. Sulla linea d'arrivo il distacco è ancora di 1 '55". Continuano i ritiri: anche Braun, campione mondiale dell'inseguimento, torna in albergo. Per Thurau, un forte gregario in meno (ammesso che Braun avesse accettato di correre per lui). SETTIMO GIRO — Aumenta II freddo, le raffiche di vento si fanno più frequenti. Comincia anche a piovere. Al box italiano dicono: ■ Tempo da lupi: e ciò che ci vuole per Baronchelli ». Proprio in una giornata così, l'anno scorso, Glbl trionfò al Giro di Lombardia. Bourreau è allo stremo delle forze, nei rettilinei il gruppo lo vede. Alla fine dei giro, il francese ha ancora mezzo minuto di vantaggio. Capisce che la partita è persa. OTTAVO GIRO — Piove forte. Poche pedalate e il gruppo agguanta Bourreau: la sua avventura solitaria è durata per novantun chilometri, durante i quali Hinault ha sperato invano che i suoi rivali si muovessero. Bourreau, da solo davanti a tutti, non spaventava nessuno: era destinato a cedere, era solo questione di tempo. Altri sette ritiri, fra cui quello del belga Van Looy. NONO GIRO — La fatica comincia a farsi sentire, davanti resta un gruppo con una quarantina di corridori, fra cui tutti I migliori. Fra gli azzurri, Il primo a cedere è Crepaldi. Continua a piovere, il freddo si fa più intenso. Molti gli staccati. I ritiri si susseguono: anche Demeyer, l'uomo di fiducia di Maertens, abbandona. DECIMO GIRO — I favoriti, finalmente, si decidono a muoversi. La prima azione di rilievo è promossa dai belgi: scatta De Vlaeminck, con I connazionali Dierickx e Godefroot, li francese Bernardeau e l'olandese Raas. Ma Dierickx e Godefroot, compagni abituali di Thurau alla IjsboerkeGios, come si prevedeva fanno il gioco del tedesco e non collaborano con efficacia. Cosi il tentativo dura poco. Poi tocca agli Italiani: Moser manda all'attacco Beccia, Zoetemelk gli risponde, con a ruota Saronni. Due azzurri e un olandese in testa, ma per poco: il gruppo, condotto dal belgi e dal francesi, si riporta quasi subito sul terzetto. A poche centinaia di metri dalla conclusione del giro, scatta Hinault con decisione, Beccia si mette a ruota e, seguendo le disposizioni di Martini, non collabora. I due prendono un centinaio di metri di vantaggio. UNDICESIMO GIRO — Hlnault e Beccia vengono ripresi. Ormai all'arrivo mancano soltanto 45 chilometri, comincia la « bagarre ». Nelle pri{ me posizioni del gruppo si portano Thurau, Hlnault e Moser. A questo punto, il campionato del mondo perde uno dei possibili vincitori: Freddy Maertens, che conquistò la maglia Iridata due anni fa ad Ostuni, scivola sull'asfalto ba¬ gnato e finisce a terra: arriva l'ambulanza, il belga viene portato via. Scatta Saronni assieme all'olandese Raas, i due sono inseguiti da Van Springel e Van Der Velde. Il gruppo si ricompone, ma è questione di un attimo: Saronni scatta ancora, stavolta con Hinault e Knetemann, mentre Van Der Velde insegue ad una trentina di secondi. Il plotone 6 a un minuto, gli azzurri non tirano più: Saronni è il più veloce dei tre, può diventare campione del mondo. E' il momento di Thurau, che trova collaborazione nei belgi. Sotto la spinta del tedesco e dei suoi alleati, il gruppo guadagna terreno e si porta a venticinque secondi dal primi. E' una lotta sul filo dei cinquanta orari. Al penultimo passaggio (meno di 23 chilometri all'arrivo) i tre hanno mezzo minuto esatto. ULTIMO GIRO — il sogno di Saronni dura poco. Sotto la spinta di Godefroot e Dierickx, che lavorano un po' per sé e molto per Thurau, Il terzetto di testa viene riacciuffato. Adesso al comando sono in quattordici: tre italiani (Moser, Saronni e Lualdi), quattro belgi (De Vlaemlnck, Dierickx, Van Springel e Van Den Haute), un danese (Marcussen), un francese (Hlnault), due tedeschi (Thurau e Thaler) e tre olandesi (Knetemann, Zoetemelk e Raas). Dieci chilometri all'arrivo, la strada sale: Knetemann scatta. Moser è subito con lui, gli altri si staccano. Saronni forse potrebbe agganciarsi, ma è certo che Moser vincerà allo sprint e teme di trascinarsi a ruota qualche « cliente » pericoloso. Moser e Knetemann sono soli, si parlano: forse si parlano un po' troppo. Dietro scatta Marcussen, ma non li raggiungerà più. Trecentocinquanta metri all'arrivo, Moser si volta indietro, per essere sicuro che sia una partita a due. Al 200 metri scatta, supera — anche se di poco — Knetemann, sembra fatta: e Invece l'olandese riesce ancora ad affiancarlo, è una lotta a gomito a gomito, con un colpo di reni Knetemann piazza la sua ruota davanti a quella dell'italiano. Per dieci centimetri, forse meno, Moser non è campione del mondo. m. car.

Luoghi citati: Barcellona, Giovo, Lombardia, Ostuni, Quarto, Sesto, Trento