Le Lady erano tante ma mancava l'Europa
Le Lady erano tante ma mancava l'Europa Le Lady erano tante ma mancava l'Europa La giuria ha scelto Marina Frajese tra 22 concorrenti (poche straniere) - Matilde Ciccia, finalista: "Un concorso contro il buon gusto" BORDIGHERA — Cominciamo dalla cronaca: nella notte tra sabato e domenica, in un lussuoso albergo sul mare, a Bordighera, una giuria di sarti e rappresentanti di commercio, rinforzata da Ernesto Calindri e da Annabella Incontrerà, con un rituale frettoloso e un po' confuso, ha eletto alla carica di «Lady Europa» Marina Frajese, 30 anni, nata in Svezia, moglie separata del giornalista televisivo Paolo. Marina Frajese, la cui vittoria era stata decisa, a quanto si è appreso, da almeno un mese, ha trionfato su ventidue concorrenti, che esibivano sciarpe indicanti il nome degli Stati più disparati: c'erano persino l'Islanda, l'Irlanda, Malta e addirittura ladies d'oltrecortina, Jugoslavia, Urjs e Bulgaria. Mancavano soltanto Andorra e S. Marino. Indubbiamente Elio Pedretti, milanese, che della manifestazione è l'incredibile organizzatore, se in tutta la serata non ha dimostrato traccia di buon gusto, né classe ed ancor meno fantasia, ha quanto meno sfoderato faccia tosta e attivismo fuori del comune. Le «straniere», accosciate in veli semitrasparenti, come in un bivacco, sui divani dell'american bar dell'hotel, discorrevano tra di loro con chiari accenti casarecci: romanesco cinematografaro, sonorità venete, forti «erre» lombarde, predominavano nella babele degli idiomi. Nella sala, dove le ladies erano sfilate poco prima, proseguiva lo show: Ettore Andenna, in panciotto e completo fumo di Londra, recitava, a più riprese, l'elenco delle ditte sponsorizzatrici, sperticandosi in lodi per l'organizzatore Pedretti il quale saltellava sulla pista tormentando la giuria e i fili elettrici dei riflettori. E passiamo al dopo-premiazione. Appena Marina Frajese è stata eletta ed affiancata dalle immancabili «damigelle» (Lady Francia, tale Katia Tchenko, definita «attrice» e Lady Spagna, pomposamente presentata come la contessa Maria de las Nieves, anche lei «attrice») l'organizzatore è nita. Credevo, all'inizio, che si trattasse di uno scherzo, invece sono stati superati tutti i limiti del buon gusto. Pazienza. Mi sento, comunque, come un pesce fuor d'acqua». Marina Frajese racconta invece: «Mia madre era molto severa, voleva che tutte le sere rientrassi a casa per le 8. Per questo sono fuggita giovanissima con uno zingaro e sono stata via tre anni. Lo amavo, ma poi l'amore è scomparso perché eravamo gelosi. Lui mi picchiava, ma io lo ferivo con il coltello. Sono tornata da mia madre e ho conosciuto Paolo Frajese che era venuto in Svezia per girare dei servizi per conto della Tv. Ci siamo sposati in una settimana e abbiamo avuto due bambini che hanno 9 e 8 anni. Ora siamo separati e io devo lavorare per mantenerli. Faccio anche dei film e dei servizi fotografici sexy. Vorrei poter studiare ortopedia. Anche questo concorso è stupido, ma mi serve come pubblicità. Così faccio altri film, magari nuda, anche se non mi piacciono, e mantengo i miei bambini». Le hanno messo in testa un diadema di cartone e Strass che pare il rimasuglio di un cotillon. Ha bellissimi occhi azzurri e, a voler essere generosi, vi si potrebbe leggere persino un po' di tristezza. Uno degli organizzatori, mentre le parlo, la aggancia per il gran finale: «Mettiti in ordine che ora ti premiamo». Poi, come per scusarsi, si volta verso di me e ammicca: «E' simpatica, è una donna fantastica, ma è pazza come un cavallo». E infatti la portano, come le altre del resto, al mercato come una giumenta. Sono le due di notte. L'orchestra del «vecchio» Fausto Papetti scatena i milanesi e i torinesi ricchi, quelli che si possono permettere quasi centomila lire al giorno di albergo ed extra. Pedretti non demorde, raccoglie le ladies affaticate, le conta, sbraita e le spinge lontano da occhi curiosi: «In camera, in camera, a letto». Sembra una maitresse dei tempi andati. Paolo Lingua piombato su di loro, le ha introdotte in uno spogliatoio e costrette a indossare bikini di ocelot e cappe teoricamente della medesima pelle. Quindi una serie interminabile di flash sulle «tre grazie» tra volgarità e lazzi da parte dei fotografi e dei presenti. Ma le sorprese non erano finite. L'inesauribile Pedretti, insensibile a tanta bellezza esibita generosamente, è rientrato in albergo per tornare in giardino con un paio di grosse valigie. C'erano tutti i «campioni» dei prodotti che avevano sorretto finanziariamente l'iniziativa. Le ladies, hanno dovuto farsi fotografare pazienti con orologi, borsette, spumantini da poco prezzo e cosi via. Pedretti, dopo le foto, ha riposto, ordinatamente contato, controllato e riportato via ogni cosa, borbottando che il mondo «è pieno di ladri». E le protagoniste? Sembravano tranquille e rassegnate. Il canovaccio era evidentemente scontato e tutti hanno dovuto giocare la loro parte. Qualcuna, però, è rimasta francamente seccata. E' il caso di Matilde Ciccia, milanese, 25 anni, eletta sabato scorso Lady Italia, campionessa italiana di pattinaggio artistico: «Ho sbagliato tutto e basta — ha dichiarato —. Io insegno pattinaggio artistico e non m'interessa il cinema né lo spettacolo. Ora ci sono finita dentro e mi merito anche una buona dose di ridicolo. Non vedo l'ora che sia fi- Marina Frajese H titolo assegnato sabato a Bordighera
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