Alle "Settimane,, di Stresa Verdi e Cherubini sublimi emozioni di Giorgio Gualerzi
Alle "Settimane,, di Stresa Verdi e Cherubini sublimi emozioni Alle "Settimane,, di Stresa Verdi e Cherubini sublimi emozioni Gianandrea Gavazzeni ha dato un'intensa interpretazione di "Requiem" e "Te Deum" STRESA — Sabato le Settimane Musicali di Stresa hanno vissuto una delle migliori serate di questi ultimi anni, anzi, a mio avviso, l'autentica inaugurazione di questa diciassettesima edizione iniziatasi sotto i doverosi auspici vivaldiani. Infatti, mentre con Vivaldi si aveva l'impressione che sul puro fatto d'arte prevalessero il senso di rispettoso ossequio e il significato di una sia pure preziosa testimonianza culturale, il Requiem in do minore di Cherubini e il Te Deum di Verdi offrivano invece l'occasione per un'altissima sublimazione di sentimenti universali. . , Pagina somma quella di Cherubini, cui un altra seguiva, non meno potente, seppur di segno diverso sia nell'ispirazione che la sorregge, sia nella personalità dell'autore. Quasi si stenterebbe a crederla di Verdi, se non fosse per taluni richiami a precedenti sue opere, tali sono la compostezza della forma, la trasparenza del tessuto orchestrale e l'incisiva eleganza della coralità. Omaggio migliore del Te Deum, pur nella sua casualità, non poteva certo essere offerto al successore di Paolo VI. Contribuiva ancor più la presenza sul podio di un uomo nutrito di saldissimo senso religioso come Gian Andrea Gavazzeni. E' stata la sua un'interpretazione di rilevante spicco, tutta tesa a scavare e a mettere in evidenza le linee maestre della costruzione cherubiniana e 1 intima essenzialità della pagina verdiana. A ciò Gavazzeni è pervenuto grazie anche all efficiente complesso della Rai-tv di Milano, sia nella compagine orchestrale, sia nell'apporto del coro istruito da Mino Bordignon. che ha fatto il possibile per tradurre in equilibrate sonorità le indicazioni del maestro. Il successo, delineatosi chiaramente dopo la esecuzione del Requiem, si è tramutato alla fine in una festosissima messe di convinti consensi. Giorgio Gualerzi
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