Adesso Agostini ha trovato il vero successore: Ferrari di Giorgio Viglino

Adesso Agostini ha trovato il vero successore: Ferrari Splendida affermazione del milanese al Nuerburgring Adesso Agostini ha trovato il vero successore: Ferrari Due anni fa Mino aveva vinto in Germania il suo ultimo Gran Premio - Virginio ha battuto Cecotto e gli altri campioni nella 500 In questa classe il titolo mondiale è finito all'americano Roberts DAL NOSTRO INVIATO NURBURG — Due anni fa Giacomo Agostini tirò fuori dal museo la vecchia quattro cilindri MV e vinse l'ultimo Gran Premio della sua formidabile carriera proprio qui sul NUrburgring. Ieri Virginio Ferrari ha ottenuto il primo successo di una carriera ancora brevissima, Vittoria che per la prima volta riporta un corridore italiano al vertice nella 5C0 ce. L'accostamento tra il fuoriclasse di ieri e il campione In fase ascendente è naturale, logico e tutt'altro che fuori misura, poiché per Ferrari erano già state spese tutte le parole possibili, con la sola limitazione « se avesse la moto... ». Ora gliel'hanno data e lui ha stampato il successo pieno alla prima occasione, accadimento raro perché il campo degli avversari era spaventosamente ampio e le doti del mezzo meccanico appena pari se non inferiori a quelle degli avversari più diretti. 1! successo è frutto di una preparazione serissima, quasi maniacale, e dell'abitudine a correre ad altro livello per quanto permettevano le moto della miglior scuderia privata. Aggiungiamo anche l'abilità d! Roberto Gallina, che ha saputo trovare le migliori soluzioni tecniche, migliori addirittura rispetto a quelle adottate dalla Suzuki stessa. Ferrari vince la sua prima gara mondiale e conquista alla Suzuki, che ha avuto la miopia di preferirgli Baker, Rougerie, Hartog e addirittura Parrish prima di dargli un mezzo valido, il titolo mondiale marche. Quello più importante, però, che tocca al pilota ma accomuna anche la Casa, è finito nelle mani di Kenny Roberts. E' Il primo americano a raggiungere il titolo iridato, pilota di grande classe, dominatore della fase iniziale di stagione con una ottima Yamaha e Imbattibili gomme Goodyear. L'americano ha fatto ieri la corsa su Sheene. il suo avversarlo diretto, e si è limitato a tenerlo alle spalle senza prendere troppi rischi, ottenendo il terzo posto dietro alla coppia di testa Ferrari-Cecotto. I due hanno animato la corsa fino all'ultimo metro disponibile. Sommando la brutta figura di Silverstone con II primo posto rubato e la corsa un po' opaca di ieri, il titolo di Roberts finisce per figurare ingiustamente appannato, ma bisogna anche ricordare i successi in serie di primavera, i piazzamenti delle prime corse d'estate, il prevalere quasi costante nei confronti diretti con Sheene. Un bilancio stagionale deve far considerare meritato il successo, ma ridimensiona le solite sparate di un certo giornalismo deteriore che ad ogni occasione non fa altro che parlare di mostri o di marziani. C'è scarso rispetto per la verità e per la natura stessa dello sport che esalta i confronti ravvicinati ed è ucciso invece dal dominio di un fuori serie. Ad uscirne sconfitto è Barry Sheene, l'uomo più popolare d'Inghilterra, quello stesso che compare ad ogni angolo di strada sui muri di Londra con questo slogan ora piuttosto improbabile: ■ Senza brutt nessuno davanti a me » Ora, senza brutt, che è un prò fumo, ma con una Yamaha, Roberts lo ha battuto nettamente, dimostrando come pure nell'inefficenza media dei giapponesi ci siano gradazioni diverse. Sheene ricorda con rabbia non tanto la malattia di primavera che lo tenne a lungo sottotono, quanto gli errori della sua Casa, il Gran Premio di Finlandia buttato al vento (con quei quindici punti il titolo sarebbe stato suo), il pasticcio di Silverstone nel cambiare le ruote. E' comunque soltanto un campione sconfitto, non distrutto o umiliato come molti pretendevano. Sheene è pronto per ripartire nella prossima stagione, magari contro un maggior numero di avversari (ricordate il rientro Honda e l'esordio Kawasaki), ma senza Io scomodo ruolo di leader da battere a tutti i costi. La corsa l'ho vista assai poco, come sempre accade su questo percorso che ad una validità tecnica assoluta contrappone l'estrema pericolosità e la limitatissima spettacolarità, per cui un resoconto è frutto del collage di diverse persone: due dei protagonisti, Ferrari e Cecotto, Roberto Gallina, che era a tre chilometri dal traguardo pronto a fermare Ferrari se ciò fosse servito per far vincere il titolo a Sheene, Gianni Rolando, che ha grippato dopo mezzo gire ed è rimasto a vedersi la corsa seduto su .una balla di paglia poco prima del curvone del Karrousel. Il via avviene con una prima fila di otto piloti nella quale ciascuno ha le proprie giustificate aspirazioni al successo, quindi è un allineamento che freme già al cartello dei trenta secondi, e vede Cecotto partire un paio di secondi prima dell'abbassarsi della bandiera. Ferrari, che è uno specialista delle partenze lampo, lo affianca con quella sua corsa violenta che nemmeno sembra rallentata dal peso della moto e schizza davanti al rivale al fondo della fila dei boxes, in tempo per impostare la prima grande curva sulla sinistra al comando. Dietro fanno mucchio in tanti tutti assieme, con il solo Hartog un po' attardato. Il tabellone elettrico segnala Ferrari e Cecotto nell'ordine alla fine della discesa su Adenau, poi Roberts, Sheene, Lucchinelli, Katayama e Hartog in recupero. Al posto di segnalazione successivo Hartog non passa più: è volato via In un curvone da duecento all'ora e miracolosamente non si è fatto nulla. La moto in compenso brucia e la recupereranno praticamente distrutta. Cambia poco nel resto del giro e Ferrari passa per la prima volta sul traguardo con 1"5 su Cecotto, 2"3 su Roberts, quindi Sheene con Katayama che lo preme da vicino, Lucchinelli e Rougerie non lontani. Si ferma subito Graziano Rossi che pure aveva avuto da Gallina il miglior motore che abitualmente usava Ferrari, ma che come tutti quelli di serie non regge a sollecitazioni esasperate. Ferrari ha ottenuto il massimo del vantaggio prima delle grandi curve del Karrousel, poi ha perso vistosamente per recuperare nel finale. Al secondo giro tutto immutato con Lucchinelli che retrocede gradatamente in coda al piloti ufficiali, poi al terzo passaggio per il Karrousel avvicendamento in testa: Ferrari deve mollare rispetto alle moto più stabili di Cecotto e Roberts e passa in terza posizione, per recuperare prima del traguardo su Roberts e incollarsi nuovamente a Cecotto. Roberts ha palesemente rinunciato a lottare per la vittoria Davanti Cecotto e Ferrari spingono a fondo ed è proprio Ferrari a far registrare il tempo migliore sul giro con un incredibile 8'29"5, che lo porta a contatto (2/10 sul traguardo) con Johnny al quarto passaggio. Dopo una decina di chilometri il sorpasso in un curvone veloce prima del punto più lontano del circuito, l'Hohe Act, e da quel momento fino all'arrivo più nessun problema per il campione emergente. Qualche ansia per noi al traguardo, ciascuno con la sua parte di affezione, di stima, di ambizione propria legata a quel ragazzo tenace che rincorreva il suo primo successo, ma dura poco. Dopo Agostini abbiamo trovato Ferrari, vediamo fin dove arriva. Giorgio Viglino

Luoghi citati: Finlandia, Germania, Inghilterra, Londra, Silverstone