Dorio record (seconda negli 800), staffette o.k. di Giorgio Barberis

Dorio record (seconda negli 800), staffette o.k. La vicentina ha fallito d'un soffio la vittoria nel meeting di atletica leggera a Nizza Dorio record (seconda negli 800), staffette o.k. Tempo di Gabriella: 2'01 "3 - Primo positivo collaudo per la 4X100 maschile, quella femminile vicina al primato nazionale - Vittoria di Juantorena (che litiga con i giornalisti) NIZZA — Per Gabriella Dorlo e Pietro Mennea la strada per Praga passa da Nizza, La Dorio ha migliorato il suo primato italiano degli ottocento, stabilito a Montreal nella semifinale delle Olimpiadi con 2'01"6, di tre decimi, mentre Pietro ha dato la consueta dimostrazione di efficienza nell'ultima /razione di staifetta. Soddisfatto del lavoro finora svolto, pago del franco successo mareggino su Steve Williams (che una settimana dopo avrebbe trionfato a Zurigo con tempi eccellenti sia sui 100 sia sui 200), per nulla timorato da questo Allan Wells di cui tutti parlano ma che pochissimi hanno visto, il barleitano si è «accontentato» ieri, sul tartan del «Stade de l'Ouest» di Nizza, di verificare la propria carburazione con una frazione di staffetta. Era questo un test molto atteso, non tanto per Mennea quanto per l'intero quartetto, sul quale il professor Vittori ha potuto lavorare seriamente soltanto nelle ultime due settimane, a Viareggio. Poco tempo, dunque, per affiatare i cambi, per spostare Curini in terza frazione lasciando l'avvio al giovane Grazioli, evitando cosi al novarese il carico — oltreché dell'emozione — della responsabilità in un paio di cambi. Il tutto completato dal recuperato Caravan! in seconda fra¬ zione, con Mennea («L'unico chiaramente Insostituibile del gruppo, visto che anche Zuliani e Clementoni ben si sono afflatati con gli altri», chiarisce il professor Vittori) in ultima. Il collaudo della staffetta è stato più che positivo. Ben si è comportato Grazioli nella sua frazione buono è stato il suo cambio con Caravanì ed altrettanto quello di quest'ultimo con Curini. Forse il meno sicuro è stato il cambio proprio tra Curini e Mennea, ma poi Pieretto si è disteso nella sua splendida azione rimontando posizioni e concludendo al secondo posto dietro una selezione statunitense. Buono anche il riscontro cronometrico (39"43) per questa 800 metri: Van Nuffel (Belgio) 2'01"; Dorio (Italia) 2'01 "3 (nuovo primato italiano, precedente della stessa atleta 2'01"6 del 23-7-76 a Montreal); Werthner-Bales (Canada) 2'01"5. Metri 1000: Boit (Kenia) 2*16"; Morcelli (Algeria) 2'17"4; Brahmaia (Algeria) 2'17"5. Staffetta 4x100: Italia (Carli, Bolognesi, Matullo, Miano) 44" e 89 centesimi. Staffetta 4 x 100: Usa (Nehemiah, Frazier, Glance, Williams) 39"10; Italia (Grazioli, Caravani, Curini, Mennea) 39"43. Martello: Sachse (Ddr) 75,32; Accambray (Fr.) 72,90. staffetta che, non bisogna assolutamente dimenticarlo, era la prima volta che gareggiava in questa formazione. Poco prima anche le ragazze avevano staccato il biglietto per Praga. Con le sole francesi come avversarie, e per di più correndo all'esterno, Carli, Bolognesi, Masullo e una Miano in « versione Mennea » avevano ottenuto un 44'89 centesimi (a 33 centesimi dal primato nazionale) che ben fa sperare in ulteriori miglioramenti: dei cambi infatti soltanto quello tra la Masullo e la Miano è parso sufficiente, gli altri ancora stentati, ma comunque migliorabili. Poi l'ultima frazione strepitosa della Miano lanciatissima rimontare la staffetta francese che a trenta metri dal traguardo, comunque, si fermava per una contrattura dell'ultima frazionista. La serata degli azzurri era ben cominciata con il primato della Dorio. Gabriella prendeva l'iniziativa dopo 350 metri condotti con ritmo violento dalla belga Bruynoocke per passare al 400 in 5S"07. La ventunenne azzurra continuava nella sua azione decisa fino ai seicento, poi si imbastiva, resisteva ancora in curva, ma veniva infilata nel rettilineo finale dalla belga Van Nuffel. Per la vicentina, al di là della sconfitta, rimane comunque la gioia di essersi migliorata dando l'ini- pressione di aver soltanto vissuto una tappa verso il limite dei due minuti, ormai alla sua portata. I cento, senza Mennea e controvento, non entusiasmavano più di tanto. Gtlkes, Lara e Williams piombavano insieme sul filo, i primi due classificati ex aequo in 10"44, lo statunitense terzo ad un centesimo. Successivamente, Gilkes bissava il successo sui 200, questa volta in maniera molto più convincente e con un riscontro cronometrico di assoluto rispetto: 20"26. La folla, poco più di dodicimila paganti, aveva intanto modo di entusiasmarsi per il salto vincente, abbondantemente oltre gli otto metri, dell'olimpionico Arnie Robinson, mentre ancor maggiori palpiti riservava la gara dell'asta con il redivivo Tracanelli, sicuro oltre i 5,40, come i suoi connazionali Abada (vincitore della gara) e Bellot. li tutto mentre il nostro Bergamo saliva abbastanza sicuro fino oltre i 2,20 nell'alto a dispetto di dolori reumatici alla schiena spuntati durante il periodo di allenamento ad Asiago. Poi l'azzurro si arrendeva contro i 2,24 che avrebbero eguagliato il suo record italiano, lasciando vìa libera a Kotinek, vincitore con questa misura. Nehemìah si confermava quindi il più forte sugli ostacoli alti bissando il successo di Zurigo sul primatista mondiale Casanas partito molto bene. Era quindi la volta di Juantorena che soltanto sul filo aveva ragione di Willy Smith, autore di una gara molto giudiziosa per distribuzione di energie. Non entusiasmante il tempo del primatista mondiale: solo 45"29. II cubano si era reso protagonista in mattinata di uno spiacevole «incidente»: unitamente al capo della delegazione cubana Betancourt (un ex ostacolista) aveva insultato, minacciando di passare anche a vie di fatto, il collega Pistamiglio del quotidiano sportivo torinese. Juantorena non ha gradito i commenti alla brutta sconfitta di Zurigo sugli 800: nella città elvetica — è stato scritto — si sarebbe interessato troppo al gentil sesso nei giorni precedenti la gara. Con la loro inurbanità, sia l'atleta (già era stato poco simpatico con il suo rifiuto di correre a Torino nel meeting di giugno che aveva aperto la sua tournée europea), sia il dirigente sono passati automaticamente dalla parte del torto, ammesso che inizialmente avessero una ben che minima ragione per protestare. Giorgio Barberis