Il classico s'addice al Festival di Stresa di Giorgio Gualerzi
Il classico s'addice al Festival di Stresa Da venerdì le Settimane musicali Il classico s'addice al Festival di Stresa Tra i concertisti di richiamo, Magaloff, Gavazzeni, Sawallisch, Ughi, Menuhin e Lively Il 4 settembre, al Palazzo dei Congressi di Stresa, sede principale, come gli anni scorsi, del Festival Internazionale che si svolgerà dal 25 agosto sulle rive del Lago Maggiore, il pianista David Lively suonerà En plein air, una pagina poco nota di Béla Bartok e Tre pezzi da «L'uccello di fuoco» di Stravinski. Hic sunt leones. E' infatti l'estremo limite, in fatto di creatività contemporanea, cui perviene quest'anno la manifestazione stresiana, salvo forse il Quintetto per fiati di un tale Arnold Malcolm inglese, in programma nel concerto chi il « Philip Jones Brass Ensemble» terrà il 12 settembre. Naturalmente non di un fatto casuale si tratta, ma della precisa volontà di Italo Trentirnaglia de Daverio — il gentiluomo veneziano di nascita ma certamente stresiano di adozione — che da ben diciassette anni organizza, con passione pari alla competenza e del tutto disinteressatamente, le «Settimane Musicali di Stresa», ormai assurte al rango, meritatissimo, di Festival Internazionale. Atteggiamento, del resto, corrispondente a una precisa scelta di campo, confortata dal costante interesse di un pubblico fedele a chi puntualmente fa il possibile per soddisfarne le inclinazioni conservatrici con un'accorta miscela di autori graditi e di esecutori significativi. Non c'è dubbio, ad esempio, che i primi due concerti presentino particolari motivi di richiamo; la ricorrenza vivaldiana affidata ai «Virtuosi di Roma» che, diretti da Renato Fasano, eseguono, nella serata inaugurale del 25 agosto, l'oratorio Juditha triumphans; mentre, la sera successiva, Gianandrea Gavazzeni dirigerà, con il concorso dell'Orchestra e del Coro della Rai-tv di Milano, il Requiem in do minore di Cherubini e il Te Deum di Verdi. E' certo poi che grande successo arriderà al programma interamente beethoveniano di un secondo complesso tedesco, l'Orchestra sinfonica di Bamberga diretta dall'inglese James Loughran con la parte' cipazione della pianista sudamericana Alicia de Larrocha (8 settembre). Infine, ancora a un'orchestra — quella cameristica del WuerttembergHeilbronn diretta da Jòrg Fàrber — sarà affidata la conclusione del Festival, con due concerti dedicati rispettivamente a Bach (16 settembre), e a una scelta eclettica di autori comprendente Tartini, Haendel, Telemann, Respighi e lo Janàcek giovanile della Suite per archi (17 settembre). Se il 50° anniversario della morte del grande musicista ceco passa pressoché inosservato, e non solo a Stresa (e in fondo è naturale date certe premesse), ben altro rilievo assume la ricorrenza schubertiana (150" della morte del grande viennese). Schubert, infatti, è presente nei programmi del Duo pianistico Eschenbach-Frantz (28 agosto), di Wolfgang Sawallisch, ritornato ai prediletti trascorsi pianistici in compagnia del violinista Uto Ughi (3 settembre), del famoso pianista Nikita Magaloff (5 settembre), e infine del pianista Derek Han (11 settembre); anche se il culmine di questa commemorazione a tappe coinciderà ovviamente il 1° settembre con l'esecuzione, da parte del baritono Hermann Prey accompagnato da Geoffrey Parsons, dell'intero ciclo liederistico del «Viaggio d'inverno». Questo concerto, in qualche modo culmine artistico del Festival, come anche il recital Sawallisch-Tjghi, si svolgeranno nello splendido Salone degli arazzi di Palazzo Borromeo all'Isola Bella. Una consueta variante turistica — doverosa del resto per una manifestazione il cui prestigio è garantito anche dalla bellezza dei luoghi dove ha sede — che quest'anno avrà un'inedita appendice all'Isola Madre, la maggiore delle Borromee. A Magaloff e a quelli già nominati, altri nomi significativi del concertismo internazionale ancora si aggiungono. Per esempio il noto (e discusso) pianista ungherese Gyorgy Cziffra, impegnato, contrariamente alle sue abitudini, in un programma comprendente anche pagine di Mendelssohn e Ravel, oltre ai solisti Liszt e Chopin (31 agosto). Saint-Saéns, Franck e Beethoven sono invece gli autori presenti nel concerto della coppia Menuhin • Sostanzialmente conservatore in campo creativo, Trentinaglia lo è molto meno in quello, diciamo così, esecutivo. Ne fa fede l'ormai tradizionale iniziativa di destinare alcune serate ad altrettanti nuovi talenti del concertismo internazionale. Quattro ne sono previste quest'anno. Ai due già nominati — l'ormai affermato venticinquenne statunitense David Lively (primi premi al Concorso di Ginevra 1976 e al «Dino Ciani» della Scala 1977) e il promettentissimo diciannovenne (pure statunitense) Derek Han, allievo di Guido Agosti, vincitore del Concorso di Atene dello scorso anno — vanno aggiunti infatti il ventottenne romeno Eugen Sarbu, già «enfant prodige» collezionista di premi, fra i quali il «Curri» di Napoli, che suonerà con la collaborazione del pianista Gordon Back (29 agosto), e infine, per l'ultimo concerto della serie (15 settembre), il ventunenne pianista napoletano Sandro De Palma. Giorgio Gualerzi
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