giudice non crede a Vittorio Emanuele Ridda d'ipotesi sulla lite con Nicky Pende

giudice non crede a Vittorio Emanuele Ridda d'ipotesi sulla lite con Nicky Pende Il principe, in carcere ad Ajaccio, sarà di nuovo interrogato oggi giudice non crede a Vittorio Emanuele Ridda d'ipotesi sulla lite con Nicky Pende L'ex marito della Sandrelli è ripartito con il suo yacht: doveva essere messo a confronto con il figlio di Umberto II - Sembra incredibile che l'erede dei Savoia abbia sparato per recuperare una barchetta - La sera prima avrebbero cenato nello stesso ristorante - Grave il ferito marito prima che venisse rinchiuso in prigione. Un quarto d'ora di colloquio, alla presenza di una guardia. Quando è uscita, all'unico cronista locale che l'aspetta- va, ha confidato di essere \ molto stupita per l'arresto di Vittorio, «un uomo molto sensibile, molto calmo» e di essere preoccupata per «le conseguenze che tutto ciò potrà avere sul suo morale». Il «prìncipe di Napoli» (questo il titolo di cui Vittorio Emanuele venne insignito alla sua nascita), calmo e sensibile non è sembrato venerdì notte, quando è partito con una carabina «Parabellum» calibro 30 per recuperare — stando alla versione che avrebbe fornito al magistrato — il canotto del suo yacht, preso abusivamente da alcuni italiani arrivati nella tarda serata da Porto Cervo, in Sardegna, e che si trovava ormeggiato — chissà perché — accanto allo yacht di Nicola Pende. Una versione che non ha convinto il giudice istruttore, Henri Breton, così come non l'ha persuaso il pretesto addotto dal principe per giustificare il possesso dell'arma. «Da tempo ho il sospetto di essere nelle liste delle Brigate rosse. Il fucile mi serve per difendere la mia famiglia». Le probabilità che Vittorio Emanuele possa essere nell'elenco dei brigatisti sono scarsissime. E' vero che tratta affari anche per conto dello Scià di Persia, ma può bastare questo per metterlo nel mirino dei terroristi? Comunque il magistrato francese l'ha fatto arrestare per due accuse precise: porto abusivo d'arma da guerra e ferimento volontario. Due reati che per la legge francese comportano l'arresto, forse anche come misura precauzionale per evitare che il principe prendesse il largo, come ha già fatto Nicola Pende, salpato velocemente per la Sardegna sabato mattina. La partenza di Nicky ha messo nei guai la giustizia francese: è considerato un testimone indispensabile e il suo veliero è stato segnalato perché venga invitato a tornare. Cosa sia accaduto venerdì notte nel porticciolo dell'isola è un mistero. Vittorio Emanuele ha ripetuto di essere andato su un gommone per riprendersi la sua barca, legata allo yacht di Pende. Sarebbe stato accolto con ingiurie e minacce, fra lui e Nicky sarebbero volati pugni e nel corso della colluttazione sarebbe partito un colpo di fucile, che avrebbe ferito lo studente tedesco, addormentato su uno dei tre panfili con i quali era arrivata la comitiva di amici di Pende. Cosa abbia detto l'ex marito della Sandrelli non si sa. u riserbo è totale, ma le due versioni contrasterebbero in maniera strìdente. Altre testimonianze invece di chiarire hanno infittito il mistero. C'è chi sostiene che lo studente tedesco sia stato ferito mentre saltava sul gommone per dar man forte a Nicky, che lottava con il principe; chi assicura che Vittorio Emanuele avrebbe incominciato a sparare da lontano, ancor prima di avvicinarsi alla barca dei «nemici». Tra l'altro si dice che. la sera prima del fatto, Vittorio Emanuele avrebbe cenato nello sfesso ristorante dove si trovava la comitiva di Nicola Pende e sarebbe addirittura intervenuto per far ridurre il conto troppo salato. Come è possibile che, poche ore dopo, il principe sia partito all'assalto, armato di fucile, verso lo yacht di persone che ormai cono¬ sceva? C'è qualche altro motivo, oltre il canotto contestato? Amici del principe hanno persino dichiarato che i turisti italiani avrebbero forzato la porta di una villa prima di impadronirsi della barchetta. Oggi Vittorio Emanuele verrà nuovamente interrogato dal giudice, che spera sempre di poterlo mettere a confronto con l'altro protagonista della « notte brava» di Cavallo. Due avvocati di Aiaccio sono già stati incaricati della difesa di Vittorio Emanuele: probabilmente oggi presenteranno una richiesta di libertà provvisoria. Intanto, all'ospedale di Marsiglia, le condizioni di Dirk Jeerd Hammer, lo studente di 19 anni ferito dal principe, restano gravi anche dopo un lungo intervento chirurgico. Francesco Fornari A pagina 2 ritratto di protagonisti: Vittorio Emanuele e la passione delle armi; Nicola Pende, l'ex marito di Stefania Sandrelli. DAL NOSTRO INVIATO AIACCIO — Il guardiano del carcere mandamentale di Aiaccio non sembra per niente turbato dal fatto di avere un «ospite» così famoso: per lui, Vittorio Emanuele di Savoia — sia pure con passaporto diplomatico — è un prigioniero come gli altri. «Monsieur Savoia» è rinchiuso in una cella da solo, può farsi portare i pasti da un vicino ristorante e dalle finestre può sbirciare oltre i tetti delle case, verso la montagna. Un panorama assai diverso da quello che fino a ieri godeva dal suo alloggio sull'isola di Cavallo, dove trascorreva un periodo di vacanza con la moglie Marina Doria ed il figlio. Intanto, proprio su quell'isolotto, un costruttore locale, il signor Panzani, gli sta preparando una villa di 250 metri quadrati in una delle zone più suggestive. Ieri, domenica, l'inchiesta per chiarire le cause del litigio e della sparatoria che l'hanno avuto come protagonista, insieme con Nicola Pende, detto Nicky, ex marito dell'attrice Stefania Sandrelli, ha subito una battuta d'arresto. Al comando della gendarmeria di Aiaccio un cortese funzionario risponde alle domande dei giornalisti con un sorriso ed una frase, sempre la stessa: «Non posso dire nulla perché l'inchiesta è in corso e tutto è nelle mani del giudice istruttore». Marina Doria, intanto, è tornata con gli amici all'isola di Cavallo. Sabato le era stato concesso di salutare il Vittorio Emanuele prima del suo arresto in Corsica

Luoghi citati: Ajaccio, Napoli, Porto Cervo, Sardegna, Savoia