Come non prendere gol, e farne

Come non prendere gol, e farne Alle difese si chiede un doppio compito sempre più affascinante Come non prendere gol, e farne Tecnici con idee più moderne, maggior impegno per terzini, stopper e libero - Il fuorigioco, tattica delicata ma valida: Radice insisterà (con Onofri) Trapattoni lancia una Juve con maggiore spinta in avanti - L'esperienza di Bigon - Il viola Galli (più di Conti e Bordon) all'attacco di Zoff ed Albertosi Anche se il « primo non prenderle » è un detto vecchio come il calcio ma meno attuale e meno assillante di un tempo, è ovvio che chi prende meno gol al tirar delle somme del campionato potrà sempre contare su una ottima classifica. Oggi però, per fortuna, i tecnici non credono più (e chi ci crede ancora cambia discorso per non apparire superato) che il risultato si possa raggiungere con l'ammucchiata dentro o appena davanti alla propria area: possesso del pallone, gioco più offensivo, sono mezzi considerati altrettanto validi per limitare i danni, e giocare meglio. Le squadre straniere, l'Olanda in testa sin dai « mondiali » in Germania, hanno dimostrato che II controllo del gioco sui tre quarti di campo è il sistema migliore per proteggere la difesa e prendere pochi gol. E' in quella zona del terreno che vanno poste le moderne « barricate », che non sono più un muro passivo di uomini ma richiedono gente che sappia giocare la palla con rapidità e buona tecnica I difensori di ruolo sono spesso chiamati a questo compito, il « libero » da qualche stagione anche in Italia non è più un paracarro davanti al portiere, i terzini d'ala sono considerati la chiave del gioco d'attacco (l'utilità di Gfntile, ora anche di Cabrini, per la Juventus, di Salvador! nel Torino dello scudetto, dello sfortunato Rocca nella Roma, di Maltiera nel Milan...). C'è stata nel corso delle ultime stagioni una vera « rivoluzione » circa il modo di interpretare il gioco difensivo, e la prima conseguenza è stata il cambio delle caratteristiche individuali de! giocatori chiamati a far parte dji pacchetti di retroguardia. Se muoversi in difesa un tempo era abbastanza facile per i compiti relativamente limitati che ciascuno doveva svolgere, per l'importanza assoluta del « marcare » rispetto al « giocare », adesso le cose sono cambiate, e per terzini, libero e stopper (anche per il portiere) tutto è diventato più difficile, ma anche più interessante. IL FUORI GIOCO — La tattica del fuori gioco come arma protettiva, ancora considerata con molti dubbi dalla maggior parte dei nostri allenatori (solo Radice ci crede, pur valutandone i rischi) chieda ai difensori maggiore intelligenza, grande rapidità, prontezza di riflessi, e Impone al reparto che la applica un grande affiatamento. E' senza dubbio una tattica valida, ma va assimilata a fondo e soprattutto applicata — le squadre straniere insegnano — con il massimo realismo. La difficoltà del fuori gioco difensivo (per gli uomini chiamati ad interpretarlo) sta nel fatto che non può assolutamente essere un modo di giocare utile in ogni frangente e contro ogni avversario. C'è il momento in cui è applicabile, c'è l'avversario contro il quale può diventare un suicidio. Il tecnico deve quindi preparare i suoi difensori alla massima duttilità, ma poi sono i giocatori in campo a dover scegliere II momento. Si è visto in passato, al Torino, che l'esasperazione d! questo sistema portava talvolta la squadra a scoprirsi in modo grottesco: Radice ha già detto che i granata insisteranno sull'argomento « tacendo tesoro di tutte le esperienze del passato ». Fra le novità nelle sedici difese che saranno protagoniste del torneo di serie A una, ed interessante, riguarda proprio l'inserimento di Onofri, libero giovane e moderno, al centro della retroguardia del Torino: sarà lui quello che rischierà di più, perché è il « libero » a dover comandare II fuori gioco ai compagni. CAPORALE E ONOFRI — Premesso che il Torino lo si vedrà solo quando Pecci e Zaccarelli saranno disponibili (e quando la maretta attorno agli stipendi si sarà placata con soddisfazione reciproca) la squadra di Radice dovrebbe avere vantaggi dal cambio del libero in quanto Caporale — ottimo per due stagioni, sino ad essere uno dei punti di forza — cominciava a denunciare una evidente usura: scatto meno rapido, riflessi meno pronti. E' vero che i giocatori non si finisce mai di conoscerli anche quando II si vede spesso, ma pensiamo che il Torino con Onofri mantenendo inalterate le caratteristiche del libero « che fa gioco » (e magari migliorandole per la gioventù e la tecnica dell'ex genoano) abbia anche migliorato la potenza difensiva — nel senso di tackle e colpo di testa — del suo blocco arretrato. Ci aveva francamente stupito, due settimane or sono, una dichiarazione di Mazzola, secondo la quale con Onofri il Torino aveva colmato una lacuna, quella del libero che sa avanzare. Caporale, negli anni in granata, è sempre parso molto più forte e sicuro in questo lavoro che non in quello dell'interdizione, fase in cui si faceva saltare a volte con facilità. JUVE, CHE SPINTA! — Anche se Trapattoni, giustamente, non rende ufficiali le decisioni che certamente ha già preso, è scontato che la Juventus inlzierà la stagione con Cuccureddu e Ca¬ brini terzini e Gentile nel ruolo sino a ieri occupato con dedizione e rendimento da Beppe Furino (il quale, continuando a credere in se stesso, certamente sarà utilissimo prima o poi). Organizzata con un 4-4-2, che prevede le due linee Cuccureddu, Morini, Scirea (che mondiale!), Cabrini e Causio, Tardelli, Benetti, Gentile, la squadra campione sembra In grado più di ogni altra di realizzare quella « difesa avanzata » che è il segreto del gioco moderno. E parlando di «difensori che attaccano», la Juventus potrà contare nella staqlone imminente su una spinta ancora migliore. Sarà importante verificare gli automatismi, perché Furino era il centrocampista che si fermava a coprire con prontezza quando il suo terzino partiva. Non c'è però da dubitare che lo stesso sappia fare Gentile con Cabrini, ed allora non è difficile immaginare che « carica » la squadra saprà sviluppare sul settore sinistro mentre a destra, con Cau¬ sio davanti, Cuccureddu non dovrà affannarsi troppo a spingere, se non quando il «barone» gli lascerà il varco spostandosi verso il centro. Una difesa ancora più forte, se tutto andrà secondo le previsioni, con una forza d'urto ancora maggiore Le avversarie sono avvisate. Ci pare davvero eccessivo l'ottimismo delle milanesi sulle « sofferenze » cui la Juventus dovrebbe andare incontro. RODAGGIO MILANESE — Proprio il Milan e l'Inter stanno accusando qualche difficoltà difensiva nel rodaggio, che per altro è appena agli inizi. Il lavoro più arduo sembra quello di Liedhoim, il quale è alle prese con problemi di abbondanza che non sono mai problemi veri, ma deve però trovare una soluzione stabile, rassicurante, per il ruolo di libero. Quando venne ceduto Turone, sollevando le proteste del giocatore, in casa rossonera si parlò delle doti del giovane Baresi, ora il trainer svedese sta provando nel ruolo Bigon. Baresi non lo conosciamo, ma non c'è motivo di dubitare sui giudizi di chi lo ha in casa, tuttavia il ruolo di libero è il più delicato della difesa, non lo si può affidare ad un giovanissimo a cuor leggero. Se Bigon si adatta al ruolo, il Milan può dare alla sua difesa un assestamento più che valido. Giocatore tecnico come pochi, intelligente. Bigon — non lo diciamo da oggi — ha avuto in carriera soddisfazioni inferiori alle sue qualità. Adesso potrebbe trovare nel ruolo nuovo tutto quello che non ha avuto prima. L'altro Baresi, Giuseppe, non ha invece problemi nell'Inter. Lo schieramento difensivo nerazzurro è fatto, con al centro la coppia Bini-Canuti ed alle spalle di tutti, come rincalzo, quel Fontolan che alla prima esplosione nel Como pareva dover diventare un protagonista assoluto, e poi ha avuto una flessione di rendimento. Adesso po¬ trà giocare tutte le sue chances, quando verrà chiamato in prima squadra. Preoccupa all'Inter il rodaggio difficile di Pasinato, che dovrà anche far da filtro per la difesa, ma un atleta muscolarmente potente come lui può ben entrare in forma in ritardo. BOLOGNA, DUBBI — Se il Bologna disponesse di un centrocampo capace di fare filtro meglio di quanto non garantiscano gli uomini a disposizione di Pesaola, potrebbe diventare difficile da « infilare », perché attorno a Bellugi la « guardia » sembra nettamente migliore che nella passata stagione. L'ex veronese Bachlechner è un elemento di primo plano, ma più ancora ci sembra valido il terzino sinistro Sali, un difensore moderno, veloce, ottimo come marcatore ma pronto a sganciarsi, dei quale ci stupisce non si siano interessate con maggior impegno squadre più forti di quella rossoblu. A destra ci sarà ancora l'Indistruttibile e grintoso Roversi, con Cresci rincalzo di valore. Tutto dipenderà da Bellugi, che al mondiale ha rischiato grosso di persona pur di ben figurare. Se l'azzurro avrà recuperato la piena efficienza fisica, il Bologna in difesa potrà farsi valere. CAPORALE E WILSON — Castellini ha voluto Caporale al Napoli, sicuro dell'affiatamento con Il compagno in granata. Di Marzio ci crede, ed Intanto Stanzione è in attesa. In una jquadra come Il Napoli, abbastanza votata all'attacco, con un centrocampo valido anche In fase di contenimento e veloce, Caporale potrà ancora fare la sua parte. La Lazio Invece si offre come cavia per un esperimento non privo di rischi: il suo libero titolare, Wilson, affronterà il campionato con alle spalle, invece delle vacanze, l'esperienza nel torneo statunitense: reggerà alle tre «stagioni» consecutive? In caso positivo, l'esempio di Wilson potrebbe essere seguito in futuro: vacanze di lavoro ben pagate, il calcio con il libero laziale si avvicina all'atletica ed agli altri sport che quasi non offrono soste ai loro Interpreti. I PORTIERI — Molte novità, da appunto Castellini al Napoli, Felice Pullci che torna in A nell'Ascoli, Cacciatori alla Lazio per sostituire il discusso Garella «vittima» di Vinicio». E' per ora fuori Memo, l'ex foggiano, che è stato rovinato non da Mancini (il quale rifiutando il trasferimento a Foggia è rimasto al Bologna puntando i piedi) ma dalla superficialità dei dirigenti rossoblu i quali debbono aver pensato: « C'è la firma contestuale, i giocatori debbono dare II loro assenso al trasferimenti? Bene, noi continuiamo come prima, a spedirli come pacchi postali ». I migliori nel ruolo saranno quelli di sempre, Zoff ed Albertosi, malgrado gli anni, ma l'attacco al « vecchi » verrà soprattutto da Firenze: il Galli viola ci sembra II più forte dei giovani, più forte di Conti e di Bordon. E non si dimentichi Terraneo, che ha tutto (soprattutto il cervello) per fare bene. Bruno Perucca Due protagonisti che cambiano maglia per la stagione 1978-79: Bigon dal ruolo di attaccante a quello di libero, Gentile lascia il numero due per il "quattro"

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Foggia, Germania, Italia, Lazio, Olanda