Intervista con il sindaco: "Torino è ormai pronta per ricevere i milioni di visitatori della Sindone,,

Intervista con il sindaco: "Torino è ormai pronta per ricevere i milioni di visitatori della Sindone,, Per Diego Novelli, comunista, "è un grande avvenimento, che non riguarda solo i credenti,, Intervista con il sindaco: "Torino è ormai pronta per ricevere i milioni di visitatori della Sindone,, Tra quindici giorni nel Duomo di Torino verrà esposta la Sindone. Per un mese e mezzo si prevedono milioni di visitatori, provenienti da tutto il mondo. Senza essere ufficialmente riconosciuta dalla Chiesa come il lenzuolo che avvolse il corpo di Cristo quando fu deposto dalla croce, la Sindone è un oggetto venerato, e passando il tempo, più viene sottoposto a esami scientifici rigorosi, più suscita stupore e meraviglia per la immagine che riproduce, per l'indiscussa antichità, per il mistero che l'avvolge e che fa credere anche a scienziati scettici o addirittura atei che sia il risultato di un intervento sovrannaturale. La Sindone è da quattrocento anni legata alla storia di Torino. E' stata esposta al pubblico per l'ultima volta negli Anni Trenta, in epoca fascista e monarchica. Attualmente il Comune di Torino, la Provincia, la stessa Regione Piemonte sono rette da giunte socialcomuniste. L'appoggio deciso delle autorità locali all'estensione della Sindone, l'impegno annunciato soprattutto dal sindaco dì Torino, Diego Novelli — comunista — hanno fatto scrivere a qualcuno che l'avvenimento è un frutto tangibile del «compromesso storico», dell'incontro fattivo tra comunisti e cattolici. «E' una stupidaggine parlare di compromesso storico, ci dice il sindaco di Torino. Non c'entrano né la politica né la religione. E' un grande avvenimento cittadino, il più grande nell'arco di tanti decenni, non soltanto per la comunità cristiana, ma per tutta la città. Torino non è purtroppo ricca di grandi manifestazioni. Come rappresentanti e responsabili della città non potevamo ignorare l'avvenimento». Il sindaco di Torino riceve il cronista di Stampa Sera nel suo ufficio in Municipio: nelle altre sale muratori e tappezzieri stanno rimettendo ordine nei pavimenti e sui muri: anche questo fa parte dello sforzo che la città si appresta a fare per l'ostensione della Sindone. «Per avviare la collaborazione con le autorità religiose, c'è stata qualche richiesta, qualche riunione tra sindaco e arcivescovo?», chiediamo a Novelli. «No, nessuno ha chiesto niente. E' una questione di buon senso e dì responsabilità. Per la parte religiosa so che se ne occupa il comitato promotore. Noi, come Comune, non abbiamo nulla a che vedere con quel comita¬ to. Loro fanno la loro parte, noi facciamo la nostra e ci preoccupiamo che, per quanto ci riguarda, tutto riesca al meglio nell'interesse e per il buon nome di Torino». — Nessun contrasto in Giunta «No. E perché? E' un grande avvenimento che riguarda tutta la città, non soltanto i credenti. Perciò ci sentiamo tutti impegnati». — Quando è stato informato il sindaco dell'ostensione della Sindone? «Se ne è parlato più d'un anno fa. Si pensava di celebrare con una solenne ostensione il quarto centenario del trasferimento della Sindone a Torino. Era ancora arcivescovo il card. Pellegrino, ma stava per lasciare, e non voleva impegnare il successore con una sua decisione. L'iniziativa divenne concreta poco dopo l'insediamento di mons. Ballestrero». — Quanto costa a Torino l'ostensione della Sindone? «Certo, prima di tutto ci siamo preoccupati dei soldi. Abbiamo chiesto — e ottenuto — contributi a fondo perduto: 400 milioni dalla Regione, 300 milioni dalla Cassa di Risparmio, 300 milioni dal San Paolo. Per gestire questi fondi e preparare un programma, abbiamo costituito un comitato, nostro, con assessori del Comune, della Provincia e della Reione». — Un miliardo di contributi dunque. E il Comune, quanto spende? «Il Comune dovrà curare tutta l'organizzazione e mettere a disposizione il personale necessario. Si pensi soltanto ai vigili urbani e ai dipendenti delle tranvie municipali: centinaia di persone». — E il miliardo come l'avete speso ? «Abbiamo cercato di spenderlo in opere necessarie e durature. C'erano lavori che aspettavano da anni di essere fatti; abbiamo colto quest'occasione. Posso citare come esempi la ripulitura di palazzi storici e monumenti, la riapertura del museo della montagna, la sistemazione — purtroppo soltanto parziale — dei Museo Egizio, il restauro del campanile del Duomo che cadeva a pezzi, il Settembre musicale...». — Quella del Settembre musicale è una notizia in anteprima. Qualche anticipazione? «Posso dire che sarà di rilievo internazionale. Ottanta concerti ad altissimo livello, due al giorno, in tredici chiese, all'Auditorium e al Conservatorio. E' il terzo centenario della uscita di Vivaldi e Torino conserva l'archivio di Vivaldi, con diverse opere inedite. Lo chiamavano il prete rosso perché era rossìccio di pelle e di capelli. Saranno quindi eseguite nella nostra città opere di Vivaldi mai eseguite prima. Saranno anche organizzate una mostra del fondo Foà-Giordano con i manoscritti di Vivaldi, presso la Biblioteca Nazionale e altre manifestazioni teatrali e culturali». — Chissà che questa buona idea, di un Settembre musicale, passata l'occasione della Sindone, non diventi una tradizione per Torino, come la stagione dei concerti di Salisburgo o il Maggio musicale fiorentino. Ma torniamo ai problemi logistici per la Sindone. Di che cosa il Comune si è soprattutto preoccupato? «Del traffico, dei servizi, del ristoro per i visitatori. I pullman che arriveranno da fuori, saranno fermati in due grandi parcheggi, alle porte della città, alla Pellerinae a Mirafiori. Dì qui autobus navetta dell'Atm faranno la spola in continuazione con il Duomo. Stiamo allestendo due punti-ristoro a prezzi controllati, capaci di servire migliaia di persone, a Palazzo Campana in via Carlo Alberto e al primo piano della Mole Antonelliana. Facciamo del nostro meglio perché tutto vada bene. E' un grosso avvenimento. Se verranno anche il nuovo Papa, come sì dice. Carter, Giscard d'Estaing...». Diego Novelli sorride. E si capisce che in fondo, come sindaco, ci spera. c. br. Il sindaco Diego Novelli A PAGINA 5: — Il nuovo Papa verrà a Torino? — Ecco il programma dettagliato dell'ostensione — Ottanta concerti e decine di manifestazioni in città