Silverstone sprofonda nel caos di Giorgio Viglino

Silverstone sprofonda nel caos Il maltempo e l'incompetenza rovinano la corsa delle 500 nel motomondiale Silverstone sprofonda nel caos Gran Premio d'Inghilterra: la vittoria assegnata incredibilmente a Roberts - Proteste vivaci di Sheene e Lucchinelli (che era in realtà in testa) - La direzione di gara e i cronometristi non hanno saputo stilare un contagiri esatto dopo le soste ai box DAL NOSTRO INVIATO SILVERSTONE — Se gli inglesi non avessero la maledetta abitudine di continuare sino In fondo nei loro errori, non saremmo qui, alle prime ombre della sera, con in mano un ordine d'arrivo che sembra la fantasia di un pazzo. Adesso è in corso un reclamo, ma qualsiasi soluzione al problema appare del tutto soggettiva e comincio questo servìzio senza avere l'esito finale ma conoscendone bene tutte le fasi Intermedie. Cominciamo dall'inizio con questo brutto pasticcio, dal pomeriggio a nuvole galoppanti, caratteristico del Buckinghamshire, ma sgradevole per eh. deve correre In motocicletta. C'era stata una prima corsa «asciutta» con le 350. un'altra bagnata, la 125, quindi nuovamente asfalto perfetto per la 250. Le nuvole avevano II sopravvento quando ormai i piloti erano rientrati dal giro di ricognizione della 500 e l'unico intervento possibile e logico sarebbe stato quello del direttore di gara per il cambio obbligatorio del penumatici. Con una situazione del mondiale tanto incerta nessuno aveva ovviamente rinunciato alle gomme lisce davanti e dietro, e partire sembrava una follia pura, ma follia collettiva quindi inarrestabile. Un minuto, trenta secondi, e lo starter era orgogliosamente proteso nel suo stupendo atto inutile; qualcosa del genere doveva aver provato chi diede il via alla «carica dei seicento», ma poi chissà quante altre cariche sono partite, con risultati ridicoli o drammatici, ma sempre inutili. E partiva anche questa. In testa come un fulmine Hartog, poi Ferrari. Roberts, Rougerie, quindi a scalare tutti i migliori con il solo Baker distanziato. Al primo passaggio In testa è Hartog, poi Roberts, Rougerie, Ferrari: Sheene è già un po' staccato davanti a Katayama. Cecotto. Lucchinelli. Sarebbe una gara perfettamente impostata se non fosse per queste nuvole adesso color pece che occupano ormai tutto il cielo, e che reggono il loro carico per quattro girl esatti. Poi comincia un'acquazzone con gocce grosse come secchiate e la pista letteralmente si allaga. Rougerie prende la testa rischiando tutto il possibile. Hartog gli tiene dietro per tre giri poi se ne va ai box, Roberts si distacca poco a poco. Guidare questi bolidi da oltre 100 cavalli con l'apnoggio affidato ad una gomma completamente liscia è cosa da equilibristi e pian piano cedono tutti ad eccezione dei due giovani leoni italiani, Lucchinelli e r'errari (il terzo Graziano Rossi era il più veloce finché non arava con il sedere l'asfalto), di Lansivuori e dell'Imprevedibile Gianni Rolando, considerato finora poco più di una componente Folcloristica nella colonia italiana. Con buon senso tattico il primo a fermarsi è stato Barry Sheene ed era il decimo giro. Cambiare la ruota di una motocicletta è assai meno agevole che sostituire quelle di un'auto e alla Suzuki hanno impiegato circa tre minuti e 20" per rimandare in pista Sheene. Roberts perdeva ancora tempo per altre quattro tornate, sbandava in modo pauroso nel curvone d'arrivo rischiando di venirsi a trovare in tribuna stampa e finalmente, al 14° passaggio, rientrava insieme con Katayama. Riprendeva, dopo una sosta di 2' e 30", nettamente dietro a Sheene che aveva accumulato in quattro giri più di 1' e 40" di vantaggio teorico sul rivale (circa 25" al giro), giocando quindi in vantaggio di circa mezzo minuto sulla differen- za di sosta. Più veloce di Roberts girava per parecchio anche Cecotto, mentre la terza Yamaha, quella di Katayama, dopo la sosta non rendeva più alla perfezione. Davanti, però, con due giri di vantaggio, erano rimasti gli equilibristi e la classifica sul mio contagiri dava al 18° passaggio in testa Lucchinelli davanti a Rougerie in calando, Lansivuori, Ferrari e Rolando. « Lucy » era bravissime ad accelerare con gradualità, ad inclinarsi non più di tanto, affrontare traiettorie imorovvlsate, e fatti rapidamente i conti, Sheene, che gli mangiava circa 20" a giro, non ce l'avrebbe più fatta a raggiungerlo in quelli che rimanevano. Lo speaker e il tabellone confermavano per un poco questa graduatoria, poi d'improvviso piazzavano davanti a tutti certo Steve Manship, da Leicester, che pure aveva buscato mezzo Qiro nei quattro corsi a terreno asciutto. Comunque, Manship a parte, per il resto della classifica si concordava, salvo che all'ultimo passaggio di questo Manship, quando l'altoparlante dava la stupenda novità: in testa era passato Kenny Roberts, per chissà quale caso miracoloso, visto che aveva continuato a perdere almeno 5" al giro da Barry Sheene ora che erano a gomme pari, incredibilmente, il direttore di gara sventolava la bandiera a scacchi proorio davanti a Roberts. mentre Manship non veniva nemmeno più considerato e Lucchinelli passava d'improvviso al quarto oosto dal primo che occupava nella realtà. Il solito autocarro andava a prendere il vincitore e Roberts saliva sopra tutto contento, pur sapendo bene dalle segnalazioni che il primo posto non lo aveva mai visto nemmeno da lontano. Il camion si muoveva, arrivava fin davanti alla tribuna e 11 veniva assalito dai corridori «derubati». Per primo lo abbordava Manship, che veniva ospitato gentilmente al secondo posto, poi arrivavano Luchinelli e Rolando, rispettivamente primo e terzo, che dovevano salire di forza. «Lucky», dopo un momento di esitazione, dal cassone saliva sul podio e cacciava l'americano che se ne andava a capofitto Il primo a intervenire efficacemente era il rappresentante della Federazione italiana, Figini, che non perdeva tempo a parlare tanto e faceva il suo preciso reclamo. Poi partivano tutti gli altri, Sheene, che difendeva le sue chances mondiali, Lansivuori che finalmente aveva attenuto un piazzamento, Figini chiedeva che venisse esaminato tutto II verbale dei cronometristi ma gli organizzatori rinviavano questo esame a dopo la corsa dei sidecars e cosi si arrivava alle nove di sera con le discussioni ancora aperte Nel frattempo veniva emesso un ordine d'arrivo semplicemente sbalorditivo Roberts figurava al 1" posto davanti a Manship, Sheene e Lucchinelli e Lansivuori, tutti considerati nel medesimo giro, mentre Rolando, che inseguiva Lucchinelli a poca distanza, veniva accreditato addirittura di un giro in meno. La giuria internazionale, però, non ha sottoscritto la cervellotica classifica emessa dagli organizzator di Silverstone. La decisione è stata presa per la ferma opposizione dei rappresentanti italiano e svizzero, che si chiamano entrambi Figini, Alessandro quello italiano e Carlo quello svizzero, e a tarda serata si cerca di riesaminare, attraverso la documentazione dei cronometristi, l'andamento della gara. Il rifiuto di sottoscrivere l'ordine di arrivo da parte della giuria internazionale implica però, automaticamente, un rinvio del caso alla commissione federale, che ha sede stabile a Ginevra, e un riesame globale di tutto l'andamen to della gara. Sicuramente, se l'organismo federale internazionale avesse sufficiente autorità, ce nf sarebbe per togliere l'organizza zione a Silverstone di qui fino al 2000. Giorgio Viglino Barry Sheene

Luoghi citati: Ginevra, Inghilterra, Silverstone