Conclave: si guastò la stufa e fu un brutto quarto d'ora

Conclave: si guastò la stufa e fu un brutto quarto d'ora Spiegato il mistero delle lunghissime fumate Conclave: si guastò la stufa e fu un brutto quarto d'ora II particolare è stato riferito dal cardinale Vagnozzi: gli occhi di tutti erano arrossati ed i porporati cominciarono a tossire - La figura del segretario del nuovo Papa CITTA' DEL VATICANO — Un «brutto quarto d'ora» hanno trascorso, sabato mattina, i 111 cardinali elettori che, a causa di una crepatura al tubo della stufa, con la quale si segnalava l'esito degli scrutini, hanno rischiato di rimanere soffocati dal fumo. Finita la prima votazione, infatti, il maestro delle cerimonie, mons. Virgilio Noè, ha dato incarico a due monsignori «fuochisti» di bruciare insieme con i candelotti fumogeni, le schede e tutto il materiale di cui i porporati si erano serviti per la votazione, come appunti, note, ecc. Mentre dal comignolo della Sistina usciva un flebile filo di fumo, all'interno di essa si sprigionava il grosso della fumata nera. I cardinali hanno cominciato a tossire e quando gli occhi di tutti si erano arrossati qualcuno è riuscito a provocare una corrente d'aria aprendo due finestre diametralmente opposte. Così, poco alla volta, tutto è tornato alla normalità. A riferire, un po' divertito, questo curioso episodio, è stato il card. Egidio Vagnozzi, capo della prefettura per gli affari economici della Santa Sede. Richiesto se fosse vero quanto pubblicato stamane da alcuni giornali circa i voti ottenuti dal card. Luciani, il porporato ha detto « di non poter rivelare un segreto». «L'unica cosa che posso dire — ha aggiunto il porporato — è che il card. Luciani è stato senza dubbio eletto con almeno 76 voti necessari ». Dal segreto del Conclave che ha eletto Papa Luciani continuano intanto ad uscire piccole indiscrezioni che illuminano la semplicità di questo nuovo Pontefice. La sera dell'elezione e la domenica successiva Giovanni Paolo I ha continuato a consumare i pasti con gli altri porporati allo stesso posto che occupava in Conclave da cardinale. Lo ha riferito ieri alla Radio Vaticana il cardinale Malgascio Razafimahatratra, sottolineando che questo gesto ha confermato in lui l'impressione che il nuovo Papa è «un uomo di grande semplicità». «Lo si sente — ha aggiunto — profondamente buono, unito a Dio, totalmente dedito al servizio della Chiesa». Anche il cardinale tedesco Ratzinger — sempre alla Radio Vaticana — ha affermato che «il Papa è una persona molto umile e buona» e «un uomo di grande cultura umana». Quanto alla rapidità dell'elezione, il cardinale spagnolo Jubany Arnau, arcivescovo di Barcellona, che aveva previsto un Conclave «difficile» ha detto: «Non sempre le cose che sono difficili, sono lente nella soluzione. A volte cose difficili hanno una soluzione più rapida di quello che sì sperava». Il cardinale polacco Wyszynski, dal canto suo, ha riferito all'emittente pontificia di essere stato il settimo cardinale ad avvicinarsi al nuovo pontefice per rendergli omaggio e di avergli assicurato che ogni giorno verrà celebrata una messa per lui, nel santuario della «Madonna Nera» a Jasna Gora. Infatti, il giorno dell'elezione del nuovo Papa, sabato 26 agosto, era la festa della Madonna Nera, regina della Po- i Ionia, il cui santuario sorge j presso Czestochowa, sulla | collina di «Jasna Gora» che in ] italiano significa «Chiaro : Monte». Alle 18,30, mentre il nuovo : Papa veniva eletto, decine di migliaia di pellegrini pregaval no per la sua elezione nel corso della messa che in quel preciso momento veniva celebrata davanti all'immagine della Madonna Nera. Il primate di Polonia, Wyszynski, ha sottolineato anche che tra la gente semplice del suo Paese si era andata creando la meravigliosa convinzione che proprio in quel giorno si sarebbe verificato «un passaggio dalla Croce alla luce». A questo proposito il cardinal Wyszynski ha detto: «Quando nella Cappella Sistina, sabato pomeriggio, era ormai certo che avevamo il Papa, noi che sapevamo cosa succedeva in quel momento a Jasna Gora, abbiamo provato una grande gioia. Abbiamo veramente sentito che nella Chiesa opera lo Spirito Santo, spirito di sapienza, spirito di consiglio, spirito della preghiera e della viva fede». Continuano intanto a giungere in Vaticano da ogni parte del mondo, telegrammi di felicitazione per l'elezione di Giovanni Paolo I. Tra questi quelli del presidente irlandese Patrick Hillery, del presidente della Repubblica cinese di Formosa, Chiang-ChingKuo, dell'imperatore del Centro-Africa Bokassa Primo, del presidente brasiliano Ernesto Geisel, del presidente del Costarica Rodrigo Caraso, del Consiglio supremo del governo dell'Ecuador, del presidente del Nicaragua, Somoza, «insieme con la nazione del Nicaragua con grande gioia — è detto in quest'ultimo telegramma — formulo al Santo Padre voti per un regno lungo e felice a maggior gloria della Chiesa Cattolica. Assicuro a Sua Santità la certezza del mio filiale rispetto». L'Ufficio romano dell'Orni ha reso noto il testo del telegramma che il segretario generale, Kurt Waldheim ha inviato a Giovanni Paolo I: « In occasione della sua elezione desidero esprimerle le più calorose felicitazioni nonché gli auguri più sinceri per la prosperità del suo pontificato e per il pieno successo dell'alta missione spirituale che le è stata affidata ». « Sono convinto — ha proseguito Waldheim — che sotto la sua guida eminente la cooperazione fruttuosa che già sussiste tra la Sede e l'organizzazione delle Nazioni Unite si rafforzerà ulteriormente per il sommo bene di tutti i popoli. Desidero assicurarla che da parte mia non mancherò di fare tutto ciò che è in mio potere per realizzare tale obiettivo ». Il Papa ha scelto subito il proprio segretario particolare. E' don Diego Lorenzi che appartiene all'ordine di don Orione ed è vissuto a lungo in Inghilterra. Questa sua padronanza della lingua inglese gli sarà di notevole aiuto, si osserva negli ambienti della Curia veneziana, per il nuovo, importantissimo incarico. Don Lorenzi è nato a San Pietro di Valdastico (Vicenza) nel 1939; i genitori, Wolfango Lorenzi e Giuseppina Slaviero, sono morti da diversi anni. I suoi due fratelli, Claudio, di 35 anni, e Antonietta di 41, parlano di lui come di un giovane preparato, serio e preciso. « Diceva sempre — ricorda Claudio Lorenzi — che fare il segretario del patriarca era per lui una esperienza nuova e molto impegnativa, che lo assorbiva moltissimo. Era anche preoccupato di essere all'altezza del compito che il patriarca gli aveva assegnato ». Entrato giovanissimo nella congregazione di don Orione, don Lorenzi ha studiato a Campocroce di Mirano (Venezia), e, quindi, a Como e a Villa Moffa di Bra iCuneo). r. s. Papa Giovanni Paolo quando «-a Patriarca di Venezia, insieme con il suo segretario don Diego Lorenzi (Ansa)