L'elvetico Glaus maglia iridata

L'elvetico Glaus maglia iridata Soltanto quinti (con Stiz) gli azzurri nel mondiale dilettanti L'elvetico Glaus maglia iridata DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NURBURGRING — Per // ciclismo svizzero, è unaVata storica: dopo quarantanni esatti, un elevetico riesce a conquistare il titolo mondiale su strada dei dilettanti. Nel '38, a Valkenburg, vinse un certo Hans Knecht, davanti al connazionale Josef Wagner; ieri sul Niirburgring si è imposto in volata Gilbert Glaus, davanti al pofacco Sujka e a due altri svizzeri, Mutter e Trinkler. Medaglia d'oro e medaglia di bronzo" "proprio come l'Italia, un anno fa a San Cristobal con Corti e Maccali. Ma la squadra azzurra, completamente rinnovata — /' sei che avevano corso in Venezuela sono passati tutti professionisti — ha dovuto accontentarsi del quinto posto di Fausto Stiz. In fondo, è un po' svizzero anche lui, visto che è nato a Lucerna e abita a Chiasso. Glaus, il nuovo campione del mondo, ha 22 anni e vive a Thun. Ha lavorato per un po' in un negozio di ferramenta (faceva le chiavi, precisa), poi si è iscritto a una scuola serale per contabili. Voleva cercarsi un posto in banca: pochi soldi, magari, ma sicuri. Ha cominciato ad andare in bicicletta e si è accorto che, pedalando avrebbe potuto guadagnare di più. Pare che abbia già il contratto in tasca per passare professionista. Ma il vero protagonista della corsa è stato un belga, Alfonso De Wolf, che Driessens — attualmente disoccupato, dopo essere stato messo alla porta dalla squadra di Maertens — ha già legato a sé per l'anno prossimo: «Vieni con me — gli ha detto —, farò una nuova squadra professionistica e tu sarai II capitano». De Wolf, che a San Cristobal si era piazzato quinto, è scattato a 48 chilometri dall'arrivo, ha raggiunto l'olandese Maas e il belga Claes, che avevano preso un leggero vantaggio sul gruppo, e li ha piantati in asso. NessWno ha avuto la forza di seguirlo. De Wolf, ex contadino con quattro fratelli e quattro sorelle, prima di mettersi a correre in bicicletta aveva lavorato per t.nn/ in una cava di pietre. Per lui, diventare campione del mondò voleva dire la ricchezza, o quasi: Driessens sarebbe stato costretto a raddoppiargli l'ingaggio. De Wolf ha insistito con rabbia, solo contro tutti: ma il suo vantaggio, che aveva sfiorato il minuto, è cominciato a diminuire a vista d'occhio. Quarantacinque secondi, poi trenta, poi duecento metri. Se fosse riuscito a resistere, in quelle condizioni, I belgi avrebbero parlato di una vittoria alla Merckx. Ma a meno di nove chilometri dall'arrivo, su di lui sono piombati prima il francese Jourdan, il polacco Charucky e un sovietico dal nome impossibile (Soukhoroutehenkov), poi tutto il gruppo. Nel finale ha tentato di andarsene l'olandese De Rooy. E'stato a questo punto che l'azzurro Stiz ha giocato la sua carta: l'ha raggiunto a poco più di 400 metri dall'arrivo, si é guardato intorno e ha deciso di insistere con una volata lunga. Il gruppo — composto ormai da 35 corridori, sui 177 partiti — era però a pochi metri. Stiz ha insistito con coraggio, sapeva di essere chiuso in uno sprint affollato. Ma è stato risucchiato, com'era a quel punto inevitabile. Si è classificato quinto, mentre Busacchini è giunto 19°, Pozzi 22° e Fedrigo 23°. Leggermente più indietro Solfrini e Lorenzi. Temperatura quasi invernale, a tratti vento contrario, ritmo molto elevato: quasi'39 di media. Scattare era praticamente impossibile. Gli azzurri ci hanno provato, In qualche occasione e a turno si sono trovati davanti, sempre però in compagnia di sovietici, belgi, olandesi o polacchi (questi ultimi non potevano però contare sul forte Szurkowski, squalificato per essere stato trovato positivo al controllo antidoping dopo la 'Cento chilometri»). La gara, in sostanza, è stata bloccata soprattutto dai corridori dell'Est, che però si sono fatti sorprendere nel finale: prima da De Wolf, poi dagli svizzeri allo sprint. Il torinese Fedrigo ha detto: «Ci siamo parlati, negli ultimi chilometri. Volevamo organizzare una fuga, perché sapevamo che allo sprint non avremmo avuto possibilità di vittoria. Non ci siamo riusciti: a quei ritmi, scattare non si poteva». Poteva riuscirci soltanto un grosso campione: ma tra i dilettanti non c'è ancora. m.car. Ordine d'arrivo: 1. Gilbert Glaus (Svizzera) km 182,480 in 4.41'47", alla media di 38,866 orari; 2. Sujka (Polonia); 3. Mutter (Svizzera); 4. Trinkler (Svizzera); 5. Stiz (Italia); 6. Jorgensen (Danimarca); 7. Wojtas (Polonia); 8. Rodriguez (Spagna); 9. Averine (Urss); 10. Arroyo (Venezuela). Segue il gruppo, sempre col tempo del vincitore. Lo svizzero Gilbert Glads al traguardo