Dopo un mese di crisi soluzione tecnocratica di Fabio Galvano

Dopo un mese di crisi soluzione tecnocratica Dopo un mese di crisi soluzione tecnocratica Nobre Da Costa vara il suo "governo ponte,, LISBONA — Il primo ministro incaricato Alfredo Nobre Da Costa ha ultimato la formazione del nuovo governo, che verrà formalmente presentato al presidente Antonio Ramalho De Eanes lunedì prossimo. Lo ha annunciato l'ufficio della Presidenza. (Ap) Questa crisi di governo, la seconda da che il Portogallo ha un governo costituzionale, è durata un mese; tanto c'è voluto per poter testimoniare la perdurante incompatibilità fra le forze politiche e il crescente dissidio sviluppatosi — quando s'è dovuta escludere un'altra ipotesi di coalizione — fra l'ex primo ministro Soares e il presidente Eanes. Né la laboriosa scelta d'un « tecnocrate » da parte del presidente portoghese sembra dare al prossimo governo la stabilità politica di cui il Paese, in un momento di grave crisi economica e sociale, avrebbe bisogno. Quello dell'ingegner Nobre Da Costa è già stato definito « il più provvisorio dei governi costituzionali»: è solo per delicatezza se già non si indica la data della sua caduta, non appena saranno varate dall'emiciclo di Sao Bento la legge elettorale e quella per il censimento degli elettori, tessere mancanti nel mosaico che guiderà il Portogallo a elezioni anticipate, probabilmente all'inizio dell'anno prossimo. Non è ancora dato di sapere con esattezza quali siano gli equilibri della nuova compagine di governo a cui il Portogallo affiderà le sue sorti in un momento cruciale (non bisogna dimenticare che fra poche settimane si apriranno le trattative per l'ingresso nella Cee), ma dalle indiscrezioni scaturite lungo le due settimane di lavoro di Nobre Da Costa è possibile indicare già i nomi « sicuri » e l'indirizzo « tecnocratico » che il primo ministro designato ha voluto dare alla sua équipe. Del nuovo governo fanno parte sei ingegneri, due giuristi, due economisti, due professori d'università, tre militari. I nomi di maggior spicco sono quelli di Jose Silva Lopes, il presidente del «Banco do Portugal » scelto per le Finanze (lo stesso dicastero che aveva già occupato nel primo governo provvisorio dopo la « rivoluzione dei garofani » del 74); del colonnello Mario Firmino Miguel, un moderato che si occuperà della Difesa, come già aveva fatto sotto Soares; di Vaz Portugal, un conservatore indipendente accettato dai sindacati agricoli, il quale dovrà affrontare come ministro dell'Agricoltura la spinosa questione della riforma nell'Alentejo, all'origine dell'uscita democristiana dalla coalizione coi socialisti (Freitas do Amarai accusava il ministro Saias di fare troppe concessioni ai comunisti, andando a rilento nella riconsegna delle terre espropriate nel periodo goncalvista). Ci sono anche — e questa potrebbe essere una chiara indicazione di come Nobre Da Costa cerchi di raccogliere ogni possibile appoggio in Parlamento, due elementi di etichetta « indipendente » ma notoriamente legati ai comunisti di Cunhal: si tratta di Costa Leal, a cui verrà assegnato il ministero del Lavoro, e di Carlos Correia Gago, cui sono stati affidati gli Esteri. Nel complesso, secondo gli osservatori di Lisbona, si tratta comunque di un governo politicamente indipendente e senza alcun legame diretto con i partiti. Una sorta di « governo ponte » fino alle elezioni anticipate, insomma, ma senza la scadenza fissa — tre mesi — che la Costituzione del Portogallo prevede per una compagine di gestione. Si tratta ora di vedere co¬ me il Parlamento reagirà a questo primo ministro di iniziativa presidenziale. I socialisli di Soares, che hanno ripetutamente accusato il presidente Eanes di attuare un « golpe strisciante », hanno sempre sostenuto che un governo legale sarebbe dovuto passare per il loro partito, in quanto la maggioranza relativa del ps esprime il volere della nazione. Se in un primo tempo era parso che i socialisti, pur restando sdegnosamente al di fuori del governo Nobre Da Costa, avrebbero potuto dargli il voto a Sao Bento fino a quando fossero completate le leggi necessarie alle elezioni anticipate, oggi appare quanto mai probabile che la polemica avviata da Soares, il quale insiste nel definire « anticostituzionale » il suo esonero da primo ministro, possa significare un chiaro « no » in Parlamento. Il psd, che rappresenta la destra portoghese, è stato non poco contrariato dalle dichiarazioni di Nobre Da Costa, il quale in un'intervista concessa martedì sera alla televisione ha affermato di essere « un simpatizzante socialista » (forse nella speranza di sbloccare in favore del suo governo le alte sfere del ps); tuttavia il psd ha confermato il suo appoggio al primo ministro designato. Lo stesso appoggio è garantito anche dai democristiani del cds, i quali sottolineano la mancanza d'ambizioni politiche di Nobre Da Costa, la sua indipendenza (ma non abbastanza, ribattono i socialisti) dal presidente Eanes. Anche i comunisti daranno il voto al nuovo governo, pur dichiarando apertamente che questo dovrà essere un gabinetto di transizione, in vista di elezioni nelle quali sono convinti di conquistare una maggior fetta di potere. Anche se i socialisti voteranno contro, quindi, Nobre Da Costa dovrebbe spuntarla. E' già un grosso risultato, dopo le lunghe ed estenuanti trattative fra Eanes e i partiti quando nessuno riusciva a vedere una via d'uscita dalla gravissima crisi. Se poi il Portogallo andrà alle urne, s'aprirà un'altra fase molto delicata per una democrazia senza stabili equilibri politici. Ma quelli sono problemi del futuro; oggi l'importante è che Lisbona abbia trovato, sia pur faticosamente, una formula per affrontare le mille difficoltà del momento. Fabio Galvano Nobre Da Costa

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