Autunno nelle fabbriche: caute speranze di "moderata ripresa,, di Francesco Bullo

Autunno nelle fabbriche: caute speranze di "moderata ripresa,, Autunno nelle fabbriche: caute speranze di "moderata ripresa,, Non siamo usciti dalla crisi, ma c'è meno pessimismo sia nei sindacati, sia all'Unione Industriale - La Camera di commercio e la Regione sono le più ottimiste Lunedi, con la riapertura della Fiat, la città torna ad acquistare il suo volto abituale. Nel bagaglio di operai e impiegati che rientrano dalle ferie, speranze di ripresa e paure di crisi. Quale autunno aspetta le industrie piemontesi? A differenza degli anni scorsi le previsioni di politici, economisti, Imprenditori e sindacalisti sembrano meno contraddittorie. Pur con sfumature e accenti diversi emerge un quadro di cauto ottimismo. « Per Torino e il Piemonte — dicono ambienti industriali — la situazione non è allarmante. I casi gravi sono circoscritti a situazioni note dì crisi che bisognerà affrontare con buona volontà ma senza pretendere dall'industria impegni e promesse che stravolgano la logica delle leggi economiche. Siamo pronti a discutere con tutti su tutto, ma non siamo disponibili a divenire complici dell'assistenzialismo ». Una conferma di questa tendenza viene dalla Camera di commercio. Secondo l'ufficio studi esistono molti aspetti favorevoli che fanno prevedere per l'autunno un processo « di prosecuzione della moderata ripresa attualmente in atto ». A partire da aprile il polso dell'industria torinese sembra infatti più vivo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre il ricorso alla cassa integrazione è diminuito fin da maggio. A metà di quest'anno si sono superate di pooo le 40 mila ore contro le 850 mila dell' anno scorso nello stesso periodo. Anche le previsioni per l'ultimo trimestre del '78 sono discrete. « Ci aspetta un rilancio produttivo — dicono — accompagnato da un rafforzamento della domanda, in parecchi settori, di beni di consumo. Basti pensare che a line giugno nel corso di un sondaggio circa un terzo dei dettaglianti intervistati ha denunciato un incremento delle vendite mentre a marzo solo un quinto di loro aveva registrato un aumento. Anche la situazione delle scorte appare meno pesante di gualche mese fa. Stazionaria è invece la componente di domanda legata agli investimenti ». Per quanto riguarda l'occupazione la situazione è stazionaria e non esistono grosse novità: cresce cosi il numero dei giovani in cerca del primo posto di lavoro. E' questo uno dei temi centrali dell'autunno sindacale, Insieme a quello dei rinnovi contrattuali. « Il contratto — dice Ferro, segretario provinciale Uil — è solo un momento di confronto con il padronato: lo scontro è politico. Non possiamo esaurire la nostra battaglia nei rinnovi dei contratti: vinceremmo tante scaramucce ma perderemmo la guerra. L'importante è riscoprire la dimensione globale del confronto, lo spirito intercategoriale, che deve prevalere sulle spinte dei singoli settori ». Sulle prospettive il sindacato è più pessimista, anche se si dichiara disponibile ad « esaminare i contenimenti salariali » a condizione che da parte degli imprenditori e del governo ci siano «concrete prove di voler difendere ed allargare la base occupazionale ». « I casi della Monteflbre e della Venchi Unica — dice Ferro — saranno per le organizzazioni dei lavoratori la cartina di tornasole ». Si tratta di trovare — replicano gli ambienti industriali — l'unità del mercato del lavoro no a moltiplicando la conflittualità, mu fissando « in sede legislativa criteri oggettivi ai quali le parti sociali possano riferirsi in modo certo, senza ruoli privilegiati degli uni rispetto agli altri. Se si è capaci di uscire dai contrasti di principio, anche l punti più acuti di crisi possono essere superati in tempi brevi, perché in Piemonte il mercato del lavoro ha un saldo attivo e può quindi assorbire occupazione ». Per 1 sindacati fra i temi generali che torneranno sul tappeto in autunno, c'è quello della ricollocazione di aziende verso le aree attrezzate. « Il piano regionale di sviluppo — dice l'ing. Pinlnfarina, presidente dell'Unione Iidustriale — è un punto di riferimento essenziale nel quadro di una collaborazione con la Regione e gli enti locali ». Altrettanto importante è il problema delle quattordici aziende torinesi che finora hanno chiesto di « rilocalizzarsi ». « La questione è urgente — continua il presidente degli industriali — non solo per queste aziende, ma per gli interessi generali della comunità e del territorio. Dobbiamo uscire dalla paralizzante situazione dì immobilismo, negativa per tutti ». Dal canto suo la Regione, altro importante interlocutore, è disponibile e vede il futuro con « cauto ottimismo ». « Quest'anno — spiega il presidente Viglione — interveniamo nell'economia piemontese con una spesa di 800 miliardi. E' una boccata d'ossigeno non indifferente ». Non c'è trionfa''smo ma un'attesa fiduciosa: « In agricoltura le prospettive sono discrete. L'industria dell'auto va bene. Anche l'Olivetti, con il suo nuovo staff dirigenziale ha buone prospettive. Per la piccola industria la situazione è da valutare: occorrono interventi, non solo finanziari, ma anche di informazione sui mercati nazionali e internazionali ». Più cauto il sindacato che in autunno metterà nuovamente sul tappeto il problema dei trasporti, dure pensioni, del ticket per i medic.ni!', della riforma della busta pagn, dei centri direzionali Fiat. «Abbiamo l'impressione — dice Ferro — che si vogliano mettere fuori gioco ì lavoratori ponendoli di fronte ad accordi di retti tra padronato ed enti loca li (Regione e Comune). Vogliamo incontri triangolari e non piatti già confezionati ». Francesco Bullo

Persone citate: Viglione

Luoghi citati: Piemonte, Torino