Come lo giudicano gli inglesi
Come lo giudicano gli inglesi Come lo giudicano gli inglesi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — La vita e le opere di Ignazio Silone sono ricordate con affetto e con rispetto da tutta la stampa britannica. Un ampio articolo sul Guardian ha per titolo: «Silone, l'uomo che tenue testa a Stalin». Ma lo scritto più interessante è quello apparso sul Times, che dipinge con accortezza anche il carattere, le idee, l'indipendenza di Silone e sostiene che questo suo temperamento contribuì non poco a renderlo più noto e più stimato all'estero che in Italia. In un Paese febbrilmente politicizzato come il nostro, dove ideologie, interessi di partito e interessi particolari si fondono troppo spesso in una confusa miscela, persino nel mondo della cultura, Silone non poteva essere che uno straniero. E comunque, come rammenta il Times, nessuno è profeta in patria. «La sua totale sincerità, l'assenza d'ipocrisia e di prosopopea, il suo ripudio di ogni etichetta, di ogni slogan, questa sua totale integrità personale, l'avevano separato dai suoi contemporanei durante due decenni caratterizzati da manovre politiche, da doppiezza e da superficialità. L'avevano separato anche da coloro che politicamente gli sembravano più vicini Era come se George Orwell avesse offeso sia la sinistra sia la destra, rifiutandosi di lasciarsi illudere e ingannare dalle apparenze e dalle mode, per quanto grandi potessero essere i vantaggi politici». Il Times prosegue ricordando che Silone «era sincero in ogni parola e in ogni atteggiamento. La sua visione delle cose era troppo limpida per gli altri che si sentivano pertanto a disagio. Rammentava a molti quegli errori e quei comportamenti che essi preferivano dimenticare. Passata la guerra, moltissimi, e soprattutto in Italia, lo guardavano con diffidenza». Silone, conclude il giornale, «era un tranquillo uomo di campagna, uno stilista sobrio in un periodo di fuochi d'artificio letterari». E queste e altre virtù facevano di lui, in Italia, quasi uno straniero. m.c.
Persone citate: George Orwell, Ignazio Silone, Silone, Stalin
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