Domani le prime fumate di Lamberto Furno
Domani le prime fumate Domani le prime fumate (Segue dalla 1' pagina) 21 giugno '63 prima della fumata bianca potei rispondere alla radio spagnola che lui sarebbe stato il nuovo Papa e si sarebbe chiamato Paolo VI). Oggi tutto è incerto, a cominciare dalla durata del Conclave. Fra i 111 elettori, 56 sono europei (perché il polacco Filipiak è malato), dei quali 26 italiani, 55 extraeuropei perché sono assenti per malattia lo statunitense Wright e l'indiano Gracias. Forte è l'incidenza dei quaranta porporati sudamericani, africani e asiatici, in maggioranza su posizioni aperte o progressiste come accade nelle élites del «Terzo Mondo». Ci sembra ragionevole supporre che nel Conclave dovranno essere perfezionate quelle intese che non sono state raggiunte nei diciannove giorni di assiduo pre-Conclave. Dunque, appare venata di ottimismo la previsione che entro domenica si vedrà la « fumata bianca » e dalla loggia di S. Pietro si udirà l'« Habemus Papam ». E' più probabile che occorreranno almeno tre o quattro giorni, salvo sorprese, per dipanare una matassa ancora aggrovigliata, alla ricerca di quei quaranta o quarantacinque voti che mancano al « quorum » minimo, sia al gruppo guidato dai curiali, sia a quello diretto da porporati europei, come Alfrink, Willebrands, Koenig. Sembra che un altro punto comune sia la preferenza per un Papa italiano, per tre motivi essenziali: primo, perché il Papa è essenzialmente « vescovo di Roma»; secondo, perché un Papa italiano non impe¬ gna troppo sul piano politico e dà sufficienti garanzie di internazionalità; terzo, perché quasi tutti i 111 elettori hanno studiato nelle università papali di Roma, parlano l'italiano che è la seconda lingua della Chiesa, dopo il latino, e spesso hanno avuto come docenti alcuni dei « papabili» di oggi. Naturalmente l'incertezza in cui si apre il Conclave comporta la possibilità di una soluzione a sorpresa, con l'uscita di un «outsider» (si passi il linguaggio sportivo), molto probabile in caso di prolungata impasse. In questo caso, i nomi che circolano sono quelli del patriarca di Venezia Albino Luciani e del card. Jean Villot, ex segretario di Stato di Paolo VI, attuale camerlengo della sede vacante e vice-decano del Sacro Collegio in Conclave, vista la forzata assenza per età del decano Confalonieri. Se entro lunedì non ci sarà l'accordo, a norma della riforma del Conclave, le votazioni nella Sistina saranno sospese per ventiquattr'ore da dedicare alla preghiera e a contatti liberi fra gli elettori alla ricerca di una intesa su un nome. Ieri, intanto, nell'ultima congregazione del pre-Conclave sono state sorteggiate le celle dei cardinali che, poi, le hanno visitate. Nel « recinto quasi sacro » c'è l'incubo del gran caldo causato dalla mancanza d'aria per 1' ermetica chiusura delle finestre e degli scarsi servizi igienici (uno ogni cinque cardinali). Può darsi che tanta scomodità acceleri l'elezione. Stamane, in S. Pietro, i conclavisti parteciperanno alla « Missa prò eligendo Papa», officiata dal Camerlengo Villot che, probabilmente, farà un'omelia. Poi, nel pomeriggio l'ingresso nel Conclave che sarà chiuso dall'esterno, separandolo dal resto del mondo sino alla fumata bianca. Lamberto Furno
Persone citate: Albino Luciani, Confalonieri, Gracias, Jean Villot, Koenig, Paolo Vi, Villot, Willebrands, Wright
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