La "polvere degli angeli" nuova droga made in Usa di Ezio Giacobini

La "polvere degli angeli" nuova droga made in Usa La scoperta, per caso, a Detroit nel 1956 La "polvere degli angeli" nuova droga made in Usa Si chiama PCP, è calmante e stimolante - Nel Texas pena di 90 milioni di lire e 10 anni di prigione per chi la produce e la spaccia - Un alto indice di mortalità Se Graham Chen e i suoi colleghi dei Laboratori Parke Davis di Detroit avessero predetto l'uso della loro scoperta, la sostanza chimica dal complicato nome di l-(l-fencicloexiD-piperidina o fenciclidina, accorciato in PCP (che vuol dire Peace Pili, pillola della pace) dagli spacciatori e drogati, l'avrebbero probabilmente distrutta. Essi cercavano (nel 1956) sostanze calmanti e si imbatterono per caso in un nuovo composto dall'effetto molto bizzarro. Sui topolini agiva come stimolante, ma al tempo stesso produceva un comportamento inebriante con tipica mancanza di coordinamento dei movimenti. Nelle scimmie, a basse dosi agiva come calmante, ad alte da analgesico, eliminando la sensibilità al dolore. Dopo le prove farmacologiche, poiché pareva che il nuovo preparato inducesse nelle scimmie una «splendida serenità», fu chiamato Sernyl o Sernylan dalla Parke Davis. Fu presto usato in tests clinici su migliaia di volontari, studenti, carcerati e pazienti. A poco a poco la fenciclidina dimostrò di possedere una ulteriore e strana proprietà, quella di indurre allucinazioni come I'IjSD o la mescalina. Le allucinazioni da PCP non sono del tipo visivo (come per l'LSD), ma riguardano la percezione del proprio corpo e del proprio peso. Si ha la sensazione di «galleggiare», come descrive un paziente «non so dove sono i miei piedi e non mi so no accorto di essermi alzato in piedi». Altri effetti del PCP sul comportamento sono di tipo schizofreniforme: apatia, ambivalenza, autismo, mutismo, difficoltà all'ideazione e all'associare i pensieri. Alle volte si scatena una reazione violentissima, una specie di delirio aggres sivo che può durare anche 8-10 giorni. Qualche mese fa in California, un giovane stu dente in preda al PCP entrò improvvisamente in una abitazione scelta a caso e uc cise una madre e i tre figli. Catturato poco dopo dalla polizia, non ricordava più nulla del fatto. A causa dei seri effetti collaterali, il Sernyl venne abbandonato dalla Parke Davis nel 1965. Sfortunatamente quell'anno non segnava la fine della carriera di questa droga, ma solo l'inizio. Incoraggiati dalla relativa facilità della sintesi in laboratorio e dai bassi costi della sostanza di partenza, venne presto fabbricata in molti laboratori clandestini e messa in giro come un sostituto dell'LSD, mescalina e anfetamine. Dal 1965 ad oggi, i minilaboratori clandestini che fabbricano il PCP in Usa si sono moltiplicati e cosi i colpiti da questa droga. Attualmente rappresenta la droga in più rapido aumento negli Stati Uniti e si sta ora diffondendo anche in Europa. In un primo tempo veniva venduta come pillole, ora si trova sia in polvere che in forma liquida. Viene fumata assieme alla marijuana o al prezzemolo e aggiunta ad esse con una spolveratina, oppure immergendo la sigaretta nella soluzione. I nomi dati dalla strada alla droga sono suggestivi, «angel dust» cioè «polvere degli angeli» (il più diffuso), «cristallo», «liquido per imbalsamare», «erbaccia d'assassino», «carburante da razzo», «tranquillizza-animali». Ultimamente il suo uso si è diffuso specialmente agli studenti ginnasiali e liceali. Un'indagine compiuta l'anno scorso dal National Institute of Drug Abuse, ha messo in luce il fatto che il numero di giovani tra i 12 e 17 anni che usano il PCP si è raddoppiato negli ultimi 2 anni. A Los Angeles, gli arresti per PCP hanno raggiunto il 50 per cento del totale. In una sola clinica di San Francisco si ricoverano da 20 a 30 casi di superdosaggio di PCP in 24 ore. Nel 1977, le morti di giovani chiaramente attribuibili al PCP hanno, solo a Los Angeles, raggiunto 66 casi. Probabilmente la cifra vera è molto più alta perché in molti casi la droga porta ad una profonda depressione che è talvolta causa di suicidi, non compresi nelle statistiche. Lo stato psicotico scatenato dal PCP è di tale violenza da provocare, come risultato delle allucinazioni, dell'agitazione e dell'isolamento dalla realtà, violenza su se stessi (annegamento, ferite autoinflitte, defenestrazioni) e su altri (aggressioni, omicidi). Data la relativa facilità di sintesi, i centri di produzione si sono ancora moltiplicati nel 1978. Lo Stato del Texas ha introdotto recentemente una pena di 90 milioni di lire e 10 anni di prigione per la produzione e lo spaccio di PCP. Purtroppo è una di quelle droghe che «si fanno in cucina» e con un investimento di 4-5 milioni in attrezzatura e materia prima si può arrivare ad una produzione di 25 chili di PCP (venduto agli spacciatori al prezzo di 2 milioni al chilo). La matera prima (la piperidina) può essere acquistata da qualsiasi industria chimica senza alcuna restrizione. Già a dosi basse si induce tolleranza e dipendenza dalla droga. All'inizio l'effetto è solo euforico, quasi piacevole e calmante. Dopo pochi giorni è necessario aumentare gradualmente la dose. Man mano che questa si alza, si intensificano anche i sintomi tossici. In questo modo chi ha voluto provare «per curiosità» si trova chiuso in una trappola che porta ad una spirale pericolosa. L'uso prolungato della droga porta a difetti permanenti della memoria e difficoltà nella parola. I ienomeni psicotici insorgono in circa un terzo, sono particolarmente violenti in certi individui e possono rapidamente scatenare fenomeni imponenti nei malati di mente, esacebando i sintomi più dell'LSD o di altri allucinogeni. La psicosi da PCP è caratterizzata da paranoia con aggressività, particolarmente nel periodo che coincide colla fine dell'effetto della droga. La pericolosità del paziente è tale che il «National Institute of Drug Abuse» ha emanato delle speciali istruzioni ai medici che trattano questi pazienti, consigliando un'estrema cautela. Gli effetti del PCP sul sistema nervoso sono oggetto di intenso studio, ma non sono ancora compresi. Particolarmente interessante è la variabilità dell'effetto da soggetto a soggetto Una terapia per bloccare tale effetto o tanto meno la dipendenza non esiste ancora, l'unica cura rimane la profilassi mediante un'informazione capillare ai giovani, le vittime preferite dagli spacciatori. Ezio Giacobini Professore di Neuropsicofarmacolosla all'Università del Connecticut. Usa

Persone citate: Graham Chen, Peace Pili