Bertoli, il Dylan della «bassa»

Bertoli, il Dylan della «bassa» Recital al Rignon del cantautore di Sassuolo Bertoli, il Dylan della «bassa» TORINO Per esempio, perché Bob Dylan non può essere uno di provincia? I nostri cantautori, in genere, sono gente di città: cantano amori disperati e ironie felici con la pussa sotto il naso, sanno di tram, riscaldamento a metano, qualcuno anche di periferie grige col cesso fuori, sul balcone. Vanno presi per cosi come sono, un poco ermetici un poco presuntuosi, a metà tra il lirismo sgangherato dell'adolescenza e il talento professionale dei primi della classe. Lui Pierangelo Bertoli, il Dylan diprovincia, è uno assai diverso, che viene da Sassuolo, nella Padania di Modena e Reggio, dove «la geintl'ha fati lauv col matonel», che vuol dire che molti hanno fatto la grana infornando piastrelle di ceramica. Bertoli canta cosi, anche in dialetto; ma è un dialetto strettissimo, una specie dì barbara raccolta di suoni che «lo capiscono solo dalle mie pai'ti. Appena vai un po' fuori, già i parmigiani hanno diffi¬ coltà a comprendermi; per non parlare poi dei bolognesi. L'interesse, per me, sta nel fatto che il dialetto è una lingua che è viva perché non è mai seria: anche quando racconti le cose più tristi, più |vtragiche, nel nostro dialetto le esprimi in modo ironico». E deve essere proprio cosi se l'altra sera, al Parco Rignon, tre o quattro mila ragassotti allegri l'hanno costretto a fare un bis fin in dialetto. Le canzoni di Bertoli non hanno molta allegria. I suoi personaggi sono gente qualunque, che fa la vita dura di chi deve lavorare fin dalle braghe corte. Per questo gli hanno anche affibbiato un po' l'etichetta del cantautore proletario. I suoi uomini hanno quaranta epiù anni e faticano a tirare avanti le sue donne hanno una voglia concreta di far l'amore; ma loro e lui lo dicono con molta semplicità, senza l'intimismo balordo dei cantautori di città. E' come molti della provincia, tagliano le cose senza troppi dubbi bianco e nero, bene e male, rivoluzione e fascismo, padroni e sfruttati II rischio della retorica facile segue ogni verso delle canzoni e gli s'attacca specialmente dove le'sottigliezze berlingueriane della politica vengono tutte bruciate in un fascio ribellistico che ha le radici del '68.. Bertoli è uno che s'è trovato famoso sema neanche sapere come. Non ha avuto 'lanci» particolari (la sua è una casa discografica d'essai si chiama 'Ascolto»), eppure assaipresto non c'era radio privata, soprattutto quelle di color 'democratico», che non ne trasmettesse qualche pesso. Forse è per questa sua nostalgia sessantottesca, tanto consumata tra i giovani o per questo suo idealismo naif, che va diritto alle cose e piace ai ragassi, perché non ha paura delle parole semplici, che s'usavano solo una volta. O forse è perché ricorda a qualcuno Guccini anche se di comune c'è quasi soltanto il dialetto. m. c.

Persone citate: Bertoli, Bob Dylan, Guccini, Pierangelo Bertoli

Luoghi citati: Modena, Reggio, Sassuolo, Torino