Sconvolto il traffico dei treni Sindacati: no a precettazioni

Sconvolto il traffico dei treni Sindacati: no a precettazioni Più pesante del previsto lo sciopero degli autonomi Sconvolto il traffico dei treni Sindacati: no a precettazioni All'agitazione hanno aderito anche frange di iscritti a Cgil, Cisl, Uil - Il ministro è stato sul punto di precettare i ferrovieri, ma è stato dissuaso dall'atteggiamento dei confederali ROMA — E' andata peggio del previsto: i ferrovieri autonomi della Fisafs, con il loro sciopero che si è concluso ieri sera alle 21, pur non riuscendo a provocare il blocco totale dei treni, hanno tuttavia sconvolto pesantamente il traffico sull'intera rete per 24 ore e arrecato disagi a non finire alle molte migliaia di viaggiatori, in maggioranza lavoratori ed emigranti, che rientravano dalle vacanze Il piano di emergenza messo a punto dall'azienda ferroviaria ha in pratica funzionato a metà, anche perché — fatto grave e indicativo del profondo stato di malessere della categoria — un numero non precisato di iscritti al sindacato confederale CgilCisl-Uil, anziché attuare il «contro-sciopero», si è accodato (regioni settentrionali comprese) all'agitazione promossa dalla Fisafs. Gli autonomi, euforici per il successo, Semerano ora intenzionati a programmare altre azioni di lot ta a breve scadenza. Le ultime cifre aggiornate indicano con sufficiente chiarezza come la partecipazione allo sciopero sia andata al di là della quota di rappresentanza del sindacato autono mo tra i ferrovieri che è pari a circa il 10 per cento. Le astensioni dal lavoro nei due giorni di sciopero hanno toccato mediamente il 13-14 per cento del personale, con punte anche del 40 per cento per certe categorie — in particolare macchinisti, casellanti e capistazione quelli cioè che «contano» di più — in alcuni dipartimenti. Defezioni che, data la delicatezza del servizio ferroviario, hanno mandato per aria buona parte dei collegamenti. Tra le regioni più colpite dallo sciopero figurano, come previsto, quelle meridionali, dove la Fisafs ha la sua roccaforte. La Sicilia e la Puglia sono rimaste isolate e i treni hanno marciato a fatica in Calabria, in Campania, nel Lazio. Ma la sorpresa è venuta nel primo pomeriggio di ieri, quando si è saputo che le cose stavano mettendosi male anche al Nord, ritenuto, a torto, scarsamente interessato alle agitazioni della Fisafs. La stazione di Genova ha praticamente chiuso i battenti, mentre a Torino la situazione è stata definita da uno dei coordinatori di Porta Nuova «pesante, per non dire pesantissima, con circa i due terzi dei treni a breve e medio percorso soppressi e con ritardi impressionanti per i convogli a lungo raggio». Il Palatino, ad esempio, treno di carrozze-letto che collega Roma con Parigi, anziché all'1,35 è giunto ieri a Porta Nuova solo alle 9,50. Con ritardi tra le 9 e le 10 ore hanno viaggiato gli espressi «Dell'Etna», e «Del Sole», in arrivo a Torino rispettivamente da Siracusa e da Palermo. La situazione si è particolarmente aggravata nelle ultime dodici ore dello sciopero, quando ha preso, o meglio avrebbe dovuto prendere servizio, il secondo turno del personale. L'adesione allo sciopero è stata massiccia fra il personale delle macchine. Le medie dei ritardi, fino a quel momento accettabili per il periodo estivo, sono andate via via appesantendosi, fino a toccare per alcuni treni a lungo percorso punte vertiginose. Dai compartimenti di tutta la Penisola, intanto, incominciavano ad affluire bollettini sempre più scoraggianti: treni bloccati nelle stazioni intermedie: buona parte dei passaggi a livello incustoditi: manovra «a vista »; un numero crescente di partenze annullate. Fino alle 14 di ieri le Ferrovie avevano già organizzato 665 collegamenti sostitutivi su strada per circa 18 mila viaggiatori. Unica buona notizia, la regolarità dei traghetti sullo Stretto di Messina (ma la stazione FS era praticamente inagibile) e soprattutto sulla rotta per la Sardegna. Soltanto dopo la mezzanotte la situazione è migliorata, ma le conseguenze dell'a¬ gitazione si faranno sentire anche oggi. Il ministro dei Trasporti Vittorino Colombo è stato ad un passo dal ricorrere alla precettazione. Poi ci ha rinunciato, vista anche l'immediata presa di posizione dei «confederali». Il segretario generale dei ferrovieri Cisl, Sante Bianchini, di fronte a questa eventualità, ha minacciato uno sciopero generale di tutta la categoria. «Io credo — ha detto Bianchini — che il ministro si sia fatt o prendere un po' dallo stalo emotivo e dalla delusione per questo imprevisto epilogo della vertenza contrattuale. Se così non fosse, se davvero si arrivasse a precettare i ferrovieri in sciopero, saremmo costretti a rispondergli duro. In linea di principio non siamo contrari a questo tipo di provvedimento, come avvenne per gli addetti alle navi traghetto, che bloccarono sotto Natale i collegamenti sullo Stretto di Messina; deve, comunque, trattarsi di un fatto momentaneo e straordinario. Diversamente non è praticabile. Si pensi ai ferrovieri: coEmilio Pucci (Continua a pagina 2 in quinta colonna)

Persone citate: Bianchini, Pucci, Sante Bianchini, Semerano, Vittorino Colombo