Quell'Ufo caduto arriva dalla Terra
Quell'Ufo caduto arriva dalla Terra La notizia diramata da Tananarive in Madagascar Quell'Ufo caduto arriva dalla Terra Una notizia da Tananarive, capitale del Madagascar, ci fa sapere che venerdì scorso un oggetto volante non identificato (Ufo) si è schiantato sulla piazza del mercato della cittadina di Fort Dauphin ed è esploso. Secondo la radio locale, l'Ufo, a forma di sigaro, ha sorvolato l'intera città prima di precipitare; gli abitanti sono saltati dal letto per spegnere l'incendio. Fin qui la notizia. Questa volta crediamo che sia vera. Quell'Ufo a forma di sigaro assomiglia maledettamente ad un missile e la radio locale, che parla di esplosione e di fiamme, non si è certamente inventata tutto. Riteniamo quindi che si sia trattato di un ordigno bellico sperimentale lanciato da una qualche potenza, o del vettore andato fuori strada d'una sonda spaziale, o d'un prototipo collaudato in segreto o d'un satellite artificiale disintegratosi per il tuffo nell'atmosfera. E' facile ora prevedere che tutti gli Stati si dichiare¬ ranno all'oscuro di ogni cosa e faranno gli innocenti. Comunque non si è trattato di un'allucinazione collettiva e non è nemmeno il caso di scomodare gli extraterrestri, come si fa usando il termine Ufo che di per sé, anche se non lo si vuole, evoca altri mondi. E' stata semplicemente una malefatta tutta terrestre. Quanto ai presunti abitanti di altri mondi, quelli appunto che se ne andrebbero in crociera a bordo degli Ufo, nessuno sa se esistano davvero, nell'universo, esseri viventi intelligenti come noi; (non ci vuole poi tanto). Sappiamo soltanto che là dove la vita è possibile, è probabile che la vita ci sia. In questo caso, sulla base d'una semplice numerazione statistica dei pianeti e delle stelle, è da credere che ci siano tanti esseri viventi, nel cosmo, da soddisfare qualsiasi ipotesi. Ma si tratterebbe di esseri viventi su mondi talmente lontani da noi, talmente remoti nel tempo e nello spazio quadridimensionale, da ren¬ dere estremamente improbabile, per non dire impossibile, un incontro. Si pensi soltanto che se viaggiassimo alla normale velocità dei veicoli spaziali che vanno e vengono dalla Luna, impiegheremmo trecentomila anni solo per raggiungere la stella più vicina. Non saremo dunque soli, nell'universo, ma certo siamo isolati, il cosmo è un immenso vuoto. Del resto è un fatto che nessun ultraterrestre è mai venuto a trovarci, apertamente, per esempio scendendo con il suo veicolo in Place de la Concorde a Parigi. No, sempre comparse fuggevoli ed evanescenti, sempre misteriosi andirivieni seguiti da velocissime fughe, sempre bagliori e aloni e mai nessuna immagine precisa. E tutte queste fugaci apparizioni, tutte queste visioni più o meno ingannevoli sono cominciate una trentina d'anni fa, esattamente quando sulla Terra ha preso l'avvio l'avventura spaziale; soltanto da allora tanta gente ha cominciato a vede¬ re dappertutto dischi e sigari volanti, piccoli uomini verdi e cose del genere. Nell'era prespaziale non si vedeva mai nulla. Perché? La risposta è una sola, l'uomo ha bisogno di sognare; e ora che la scienza e la fantascienza gli propongono possibilità e visioni meravigliose, come un tempo gliele proponevano l'idolatria, la superstizione e la magia, subito se ne è impadronito e le ha fatte sue. L'uomo proietta se stesso fuori del suo piccolo guscio corporeo e della sua anima e si tuffa negli spazi infiniti; l'uomo confronta se stesso con la sterminata vastità del cosmo e con l'inimmaginabile potenza del tutto: l'uomo calcola e prevede, misura e combatte, ma dinanzi alla morte trema come il bambino nella stanza buia. E si aggrappa, disperatamente si aggrappa, a tutto ciò che lo fa trascendere da se stesso e lo fa uscire da questa piccola Terra. Umberto Oddone
Persone citate: Dauphin, Umberto Oddone
Luoghi citati: Madagascar, Parigi
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