Studente respinto a un esame si uccide con il gas dell'auto di Gino Mazzoldi

Studente respinto a un esame si uccide con il gas dell'auto A Milano, aveva 26 anni ed era rimasto sconvolto Studente respinto a un esame si uccide con il gas dell'auto DAL NOSTttO CORRISPONDENTE MILANO — Uno studente in medicina, ormai prossimo alla laurea, si è tolto la vita lasciandosi asfissiare dal gas di scarico della sua automobile: non è stato ancora possibile stabilire il movente del drammatico suicidio e i genitori, interpellati dagli inquirenti, non hanno saputo dare una spiegazione a questo gesto inconsulto. Il giovane, che sarebbe rimasto sconvolto per l'esito negativo dell'ultimo esame sostenuto, si chiamava Flavio Capelli, aveva 26 anni ed abitava coi genitori in via Albona 20, a Baggio. Domenica mattina un cacciatore che stava passando accanto ad un cespuglio, vicino all'abbazia di Mirasole, nei pressi di Locate Triulzi, ha notato una 127 bianca, targata Mi V12408. L'uomo in un primo tempo aveva pensato alla solita coppietta in cerca di tranquillità, ma l'ora insolita (le 6 del mat- tino) l'ha messo sul chi vive. Guardando attentamente, il cacciatore si è accorto che dal finestrino posteriore usciva un tubo di gomma rosso (di quelli usati per annaffiare i giardini) che si collegava col tubo di scappamento. I vetri della vettura erano appannati e la fessura del finestrino tappata con giornali fissati da scotch. L'uomo si è avvicinato ed ha subito intravisto sul sedile posteriore un corpo inanimato. Dato l'allarme accorrevano sul posto i carabinieri di Locate Triulzi e di Opera. Con tutte le cautele — si era pensato anche ad un attentato — il cadavere è stato recuperato. Un giovane sui 25 anni, il volto incorniciato da una folta barba nera. Nelle tasche degli abiti nessun documento. Sul cruscotto c' era una bottiglia vuota di whisky e un biglietto appuntato con una graffetta ad una lettera di una ventina di righe scritte con una grafia minuta e ordinata. Il biglietto diceva: «Avvertite Luigi e Dina Capelli presso Verando Elena, via XX Settembre 13. Bordighera ». Gli inquirenti si sono subito messi in contatto con la località rivierasca ed hanno saputo ben presto che i coniugi Luigi e Dina Capelli erano stati ospiti di Elena Verando fino a metà della scorsa settimana. Fino a qualche giorno prima con loro c'era il figlio Flavio, studente in medicina. La famigliola doveva trascorrere a Bordighera tutto il mese di agosto, ma giovedì scorso Luigi Capelli, di 71 anni, geometra in pensione, si era sentito male e la moglie Dina Bonomo, di 58 anni, aveva ritenuto opportuno far ritorno a Milano. II giorno prima il figlio, con un amico, a bordo della 127 di quest'ultimo, era partito per fare un giro in Liguria: appariva sereno e contento. Ieri avrebbe dovuto essere dalla sorella Vittoria Maria Maddalena che abita col marito a Andora. I due coniugi, prima di abbando nare Bordighera, avevano la sciato alla proprietaria dell'appartamento che li ospitava un biglietto per avvertire Flavio dell'improvviso malore del padre pregandolo di fare a sua volta ritorno a Milano. Non si sa perché e quan¬ do lo studente è tornato a Milano interrompendo bruscamente il suo programma. In casa Capelli nessuno sapeva nulla di lui e proprio ieri la sorella aveva telefonato ai genitori per rassicurarsi sulla preannunciata visita di Flavio. Invece il giovane era già morto. Quando i carabinieri si sono presentati in via Albona, in casa c'era solo il padre: la madre aveva dovuto recarsi a Soarsa (in provincia di Piacenza) dove i suoi genitori sono proprietari di una cascina. I militari con tatto, hanno chiesto al pensionato notizie del figlio, «Ditemi se gli è successo qualcosa — ha implorato il pover'uomo — lo stiamo attendendo anche noi e non sappiamo dove sia finito». I carabinieri gli hanno raccontato una pietosa bugia. «Abbiamo trovato la macchina rubata l'altro giorno al suo amico. Volevamo sapere con precisione dove i due l'avevano lasciata». Gino Mazzoldi