Offre trenta milioni per sapere dove è sepolta la moglie rapita di Gino Mazzoldi

Offre trenta milioni per sapere dove è sepolta la moglie rapita Il marito è ormai convinto che sia morta Offre trenta milioni per sapere dove è sepolta la moglie rapita DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO — Per avere notizie della moglie, Mariangela Passiatore di 44 anni, rapita il 28 agosto dello scorso anno mentre si trovava in villeggiatura nella sua villa di Brancaleone (Reggio Calabria) l'industriale Sergio Paoletti, di 48 anni, da Cinisello Balsamo (Milano), ha chiesto di poter pubblicare un'inserzione a pagamento su tre giornali: «Il Giorno» di Milano, «La Notte», pure di Milano e il «Giornale di Calabria» di Reggio Calabria. Il testo che dovrebbe apparire sulle tre testate è il seguente: «Trenta milioni a chi segnalerà la sepoltura di Mariangela Paoletti. Nell'anniversario del tragico rapimento di Mariangela Paoletti avvenuto a Brancaleone il 28 agosto 1977. La famiglia della scomparsa ha stanziato 30 milioni di lire a favore di chi sia in grado di fornire indicazioni atte a rintracciare la sepoltura della povera signora milanese. Le eventuali segnalazioni dovranno essere indirizzate alla casella postale n. 57 di Erba (Como)». Secondo quanto si è appreso, l'industriale è convinto che la moglie sia ormai morta anche se il cadavere finora non è stato trovato. Questa convinzione sarebbe maturata in seguito all'ostinato silenzio dei rapitori, che si sono fatti vivi con solo due telefonate nei giorni immediatamente successivi al sequestro per poi troncare ogni contatto. Mariangela Passiatore soffriva, fra l'altro, di cuore e non è da escludere che sia stata uccisa da un infarto. Sulla scomparsa della si- gnora milanese si sono fatte altre ipotesi, ma col passare del tempo si sono rivelate tutte incosistenti. Il drammatico rapimento della donna è stato compiuto la sera del 28 agosto. Mariangela Passiatore stava cenando col marito e con una coppia di amici — Claudio Brambilla di 37 anni e sua moglie Angela Mariani di 35 da Melzo — nel patio della villa che l'industriale Sergio Paoletti si era fatto costruire qualche mese prima, a Caldora di Brancaleone. Improvvisamente dal buio apparvero 5 uomini, tutti mascherati e armati di pistole e mitra, che intimarono il mani in alto: il padrone di casa e i suoi ospiti vennero subito legati e imbavagliati, Mariangela Passiatore fu invece costretta a seguire i malviventi. Due giorni dopo giunse la prima telefonata: «Siamo le Brigate rosse — diceva uno sconosciuto dall'accento meridionale — preparate un miliardo. Vi daremo presto altre istruzioni». Attraverso la stampa locale l'industriale aveva fatto però sapere di non poter pagare una cifra così alta. Dopo alcuni giorni, la seconda telefonata: «Siamo sempre le Brigate rosse; per la libertà della donna possono essere sufficienti 150 milioni». Il drammatico mistero che era sceso sul sequestro fu interrotto il 26 ottobre scorso quando nel cimitero di Staiti (Reggio Calabria) furono ritrovati alcuni indumenti che la scomparsa indossava la sera del rapimento. Vennero intensificate le ricerche, senza esito. Col passare del tempo l'industriale si è convinto che Mariangela sia morta per infarto e che il suo corpo sia stato seppelito in qualche I parte della Calabria. Di qui I l'offerta di 30 milioni per rij trovarlo. Gino Mazzoldi