Apertura di caccia: un morto e 5 feriti Si è sparato anche nel parco d' Abruzzo

Apertura di caccia: un morto e 5 feriti Si è sparato anche nel parco d' Abruzzo Incidenti nella prima giornata e confusione nelle varie regioni Apertura di caccia: un morto e 5 feriti Si è sparato anche nel parco d' Abruzzo La vittima è un cacciatore romano: si è ucciso col proprio fucile in una battuta nel Grossetano - Nella stessa zona un ferito - Tre altri impallinati nelle Marche - In Sicilia poche ore di caccia, poi un decreto della Regione blocca tutto GROSSETO — Un cacciatore è morto e uno versa in pericolo di vita nell'ospedale di Grosseto per due distinti incidenti di caccia accaduti ieri in Maremma. Il muratore Franco Baiocco, di 48 anni, residente a Roma in via Vigna Consorti, si era recato a caccia nella zona di Arcille di Campagnatico. Mentre usciva da un capanno in prossimità del torrente « Tresubbie » per raccogliere una tortora che aveva abbattuto, il fucile, dopo avere urtato in una frasca, gli è sfuggito di mano ed un colpo lo ha raggiunto in pieno all'altezza dell'ascella sinistra. E' morto quasi all'istante per emorragia. L'altro cacciatore, Livio Renieri, di 50 anni, residente a Grosseto, partecipava ad una battuta nei pressi di Succiano, nella zona di Roccastrada, quando è stato raggiunto al torace da un colpo di fucile da caccia sparato da breve distanza da un altro partecipante alla battuta. Trasportato all'ospedale è stato sottoposto a intervento chirurgico ma le sue condizioni sono molto gravi. FROSINONE — Un ferito in provincia di Fresinone per l'apertura della caccia. Un contadino di San Giovanni Incarico, Antonio Panciocco, di 57 anni, è stato raggiunto alla spalla destra da un colpo di fucile da caccia mentre era intento a lavorare un terreno di sua proprietà. Soccorso e trasportato all'ospedale civile di Ceprano vi è stato ricoverato con prognosi di dieci giorni. Del feritore nessuna traccia. ANCONA — Primo giorno di caccia nelle Marche e primi tre impallinati della stagione. Alle cure dei medici dell'ospedale di Jesi ha dovuto ricorrere Tullio Tantucci di 32 anni che, mentre cacciava nelle campagne della Vallesina, è stato raggiunto al collo, al viso e alle braccia da alcuni pallini: ne avrà per 15 giorni. Altri tre seguaci di Nembrotte sono stati invece medicati per delle contusioni provocate dall'uso del fucile. Due impallinati si sono poi avuti in provincia di Macerata. Il primo a Tolentino: è il trentatreenne Alberto Menichelli ed il secondo a Visso: si tratta di Giuliano Secondari, noto avvocato di Camerino, che, come il Menichelli, è stato colpito al collo ed entrambi giudicati guaribili in 10 giorni. La « mini-apertura » della caccia, anticipata in molte regioni alla giornata di ieri, sabato, ha visto mobilitati non meno di un milione di cacciatori che già alla vigilia o alle prime ore della mattina hanno lasciato le città od i luoghi dove trascorrevano le vacanze per raggiungere le zone di battuta. I carnieri (si sparava soltanto alla migratoria, cioè estatini, quaglie e tortore) sono stati assai soddisfacenti un po' dappertutto. Forti di un decreto dell'assessore regionale all'agricoltura, i centomila cacciatori siciliani sono usciti ieri mattina in battuta, nel rispetto della legge dello Stato che stabilisce l'apertura alla migratoria per il 18 agosto. Si sapeva tuttavia che l'Assemblea regionale siciliana aveva votato una legge che stabilisce l'apertura soltanto al giorno 27 agosto. Poiché la legge però non era stata ancora pubblicata i cacciatori hanno potuto ignorarla. I cacciatori tuttavia, che avevano raggiunto le campagne armati di doppietta hanno fatto precipitosamente rientro sul mezzogiorno poiché nel frattempo la « Gazzetta Ufficiale » della Regione aveva pubblicato la legge. In molti casi le guardie venatorie hanno fatto fìnta di non vedere, in altri sono sorte contestazioni e discussioni a non finire. Qualche episodio quasi certamente finirà davanti al pretore. La nuova legge siciliana non ha scontentato soltanto i cacciatori, ma anche le guardie, che sono state disarmate. « Siamo stati danneggiati — hanno detto gli addetti alla sorveglianza — come facciamo a discutere con i cacciatori, che sono armati? ». Momenti di tensione anche in Abruzzo dove si sono avute le prime conseguenze dell'» errore » compiuto dall'assessorato allo sport, caccia e pesca della Regione, che ha incluso nel calendario venatorio e nell'elenco dei luoghi dove la caccia è consentita anche alcune zone ricadenti nel territorio del parco nazionale, nelle quali è rigorosamente vietata, a norma di legge, la caccia. Due cacciatori, Antonio Di Cosmo, di 44 anni, di Villet¬ ta Barrea (L'Aquila), e Francesco Paolo Natalicchio, di 40 anni, di Candela (Foggia), sono stati fermati da alcune guardie nel Parco nazionale d'Abruzzo, in contrada Cerreto, nel comune di Opi, dove è vietata ogni attività venatoria in base alla legge istitutiva del parco, ma che il calendario venatorio indica tra quelle in cui la caccia è consentita. Ai due cacciatori è stata contestata la contravvenzione alla legge istitutiva del parco e a quella sulla caccia. Saranno, inoltre, denunciati alla magistratura perché si sono rifiutati di consegnare i loro fucili alle guardie. Il delegato della Regione Abruzzo per la caccia, Mario Di Giovanni, ha fatto un comunicato a tutte le associazioni venatorie affinché invitino i cacciatori ad evitare le zone del parco che erroneamente sono state incluse nel calendario venatorio. Numerosi cacciatori romani e del Lazio non hanno mancato ieri all'appuntamento, che consente, quest'anno, di sparare contro la selvaggina migratoria. Molti, però, hanno rinviato la « tradizionale apertura » a stamane, approfittando della giornata festiva. In Sardegna sarà og);i la seconda giornata di caccia. I 50 mila cacciatori sardi possono sparare però solo alla tortora. La stagione venato¬ ria per quanto riguarda la selvaggina stanziale si aprirà il 17 settembre e si chiuderà il 22 ottobre. Durante questo periodo si potrà sparare solo di domenica. Dal 26 ottobre 1978 al 25 febbraio 1979 si potrà sparare anche il giovedì e i giorni festivi infrasettimanali (ad eccezione del giorno di Natale) alla selvaggina migratoria e a conigli selvatici e volpi. La caccia al cinghiale si potrà praticare il 10. 17, 24, 26, 31 dicembre e il 7, 14, 21, 28 gennaio 1979. Dall'alba di ieri settantamila sono in agguato nel Veneto. In applicazione della nuova legge regionale sulla caccia del maggio scorso, infatti, da oggi possono essere uccise alcune specie di selvaggina migratoria nelle zone vallive e lagunari. Anche se il grande appuntamento è per la giornata festiva di oggi molti dei quasi 200 mila cacciatori lombardi hanno imbracciato ieri le doppiette per l'apertura della caccia da appostamento alla selvaggina migratoria (già venerdì era stato possibile appostarsi con le reti). Nell'intento di limitare gli effetti del prevedibile sovraffollamento domenicale, l'assessorato regionale allo sport ha stabilito di vietare la caccia col cane nelle quattro domeniche prima del 17 settembre, giorno dell'apertura generale della caccia. Si prevede per oggi inoltre — e la questione è stata oggetto di vivaci polemiche — lo « sconfinamento » in Lombardia di cacciatori piemontesi, che non potranno sparare nella loro regione prima del 17 settembre. Apertura riservata solo ad alcune specie di migratori (i cosiddetti «estatini»), da ieri in Toscana, per i circa 260 mila cacciatori della regione. Anche i giorni di questa « semiapertura » sono limitati (19, 20, 24, 26, 27, 31 agosto e 2-3 settembre) e si potrà cacciare solo senza cane e a posto fìsso. Non saranno state forse tutte le 260 mila doppiette toscane a salutare l'apertura, ma comunque fin dalle prime ore del mattino numerosi cacciatori hanno raggiunto le località abituali.

Persone citate: Alberto Menichelli, Antonio Di Cosmo, Antonio Panciocco, Francesco Paolo Natalicchio, Franco Baiocco, Giuliano Secondari, Livio Renieri, Mario Di Giovanni, Menichelli, Tullio Tantucci