Parapsicologia: vorrei saperne di più

Parapsicologia: vorrei saperne di più Parapsicologia: vorrei saperne di più Ho ammirato il grande equilibrio — del resto a lui consueto —con cui Jcmolo ha trattalo della polemica sulla parapsicologia. Or sono quasi quarantanni mi occupai dei problemi di quella che si chiamava, allora, metapsichica, sino a scrivere, con pseudonimo, un libro, acritico nei riguardi della veridicità dei fatti, nel quale, però, cercai di dare a essi una sistemazione logicoscientifica e di giungere alla conclusione che. per spiegare quanto avveniva, non occorreva affatto scomodare gli spiriti dei trapassati, ma bastava supporre l'esistenza di forze umane, non ancora spiegate. Era questa, allora, una posizione eretica, perché lo spiritismo era ancora in auge: eretica quanto quella odierna di Piero Angela, nei riguardi della parapsicologia. Proprio per la ragione di, cui parla Jemolo, per l'impossibilità cioè di sperimentare scientificamente in modo non controvertibile sui fenomeni, dopo essermi occupato, come hobby, per qualche anno, di tali problemi, cessai di interessarmene. Ma mi ero fatto una notevole esperienza anche pratica, assistendo a molte sedute medianiche, scoprendo a barare due noti medium, oltre ad aver letto qualche decina di migliaia di pagine sui fenomeni'in questione. Sono d'accordo con Piero Angela che la quasi totalità dei fenomeni stessi sia costituita da trucchi: ma non sono d'accordo che lo sia la totalità. Ero un indagatore che l'abitudine alla ricerca scientifica quantitativa e l'esperienza, spesso negativa, acquisita, poi. nel campo metapsichico, avevano reso molto dillidente. e non era facile farmi cadere nell'inganno: ricordo che vi caddi, per poco, una volta sola. Esperienze con Gabrielli, in pubblici teatri, potevano essere facilmente spiegate con trucchi prestidigitatori o con l'ipnosi. Ma vi sono alcuni fatti che chiederei ad Angela di chiarirmi, di insegnarmi cioè dove fosse il trucco. Comincio con un reietta refero. Sono sufficientemente vecchio per aver conosciuto una persona che aveva assistito alle sedute di Eusapia Palladino: era il senatore professor Pasquale Jannaccone. uno dei maestri nel mio campo di studi. Egli mi raccontava dell'ingenuità incredibile di Cesare Lombroso e del fatto che la medium si lagnasse della» presenza di un incredulo, che disturbava l'atmosfera delle sedute. L'incredulo era lui. Pasquale Jannaccone: il quale, una sera, solo in mezzo alla camera, constatando che nessuno si era avvicinato, aveva ricevuto un potente schiaffo da una mano gelida. Trucco? Può darsi. Ebbi, tra i miei piedi tenuti divaricati, una fisarmonica che suonò molivi vari (dai pezzi d'opera, a «Noi vogliam Dio», ecc.). per circa venti minuti: e tanto peggio suonava, quanto il pezzo era meno noto. Andò e venne da sé; la vedevo perfettamente perché era coperta da strisce fosforescenti, ma era mollo buio; il medium, però, non era pagato. Trucco? Può darsi. Quasi vent'anni fa Rol. in piena luce, verso le 13. fece questo esperimento, in casa di mio suocero dove era stato invitato a colazione, non a casa sua. Preso, da me. a caso, un libro tra una trentina di volumi ugualmente rilegati: scelte, da me. tre carte da un mazzo ch'era in casa, per determinare il numero della pagina, mi fece mettere il libro sul petto e intonare una specie di nenia (oh. oh. oh) peralcuni secondi. Non toccò mai il libro che risultò, poi. essere di Victor Hugo. Disse in francese (traduco): «I valenlinesi dormivano con i loro orsi». Il primo verso della pagina scelta con le carte diceva: «I valenlinesi dormenti con i loro orsi». Il libro non era mai uscito dalle mie mani, la sua scelta e la scelta della pagina erano casuali: ignoravo che libro fosse. Trucco? Chiedo la spiegazione, anche perché ripetemmo l'esperimento con un libro tedesco e uno italiano, con gli slessi risultali. Anno 1938 o 1939. Casa di un professore ordinario (ex rettore) di una grande Università: moglie scrittrice: figli, allora, studenti: il nome è notissimo in tutta l'Italia, perciò non lo cito. Un'amica della figlia è. dall'espressione degli occhi, una medium. Lo conferma; dice che talvolta va in «trance». La prego di farlo. La sala di sei-sette metri per circa quattro, è illuminata dal solito lampadario che ha molte lampadine. Noi. sei o sette persone, siamo seduti in un angolo e la medium è dietro di noi: nell'angolo diametralmente opposto della sala v'è un pianoforte. Un tavolino si muove da solo e cerca di scalare il pianoforte. Trucco? Ho fatto ora chiedere all'allora signorina, figlia del professore (ora non più giovanissima signora), se avesse ancora relazioni con quell'amica. Elena F. In quarantanni l'ha perduta di vista. Ho chiesto se avessero organizzalo qualche trucco per farmi piacere o per divertirsi a ingannarmi: ovviamente nessun trucco: l'oggetto si muoveva a sei-sette metri di distanza, in luce anche eccessiva. Suggestione collettiva? Ammettiamola pure: ma è già un fenomeno paranormale. Non è che io creda ciecamente alla parapsicologia, vorrei solo convincermi meglio, scientificamente, se esistano o meno fenomeni del genere. Piero Angela veda un lavoro del mio collega professor Alighiero Naddeo su esperimenti di percezione extra-sensoriale, alla Rhine. trattati con i più raffinali metodi statistici: l'indagine trova differenze, ma dubbie. E giacché si è contornato da uno stuolo illustre di miei colleghi romani, li faccia lavorare e ci dica i risultati di ricerche scientifiche, non di sole indagini giornalistiche: le interviste non bastano a convincere: occorrono mtments et mensuru. Diego de Castro

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