Amari ricordi e speranze di Lazagna confinato nel suo eremo tra i campi di Francesco Bullo

Amari ricordi e speranze di Lazagna confinato nel suo eremo tra i campi L'avvocato condannato a 4 anni nel processo alle Br Amari ricordi e speranze di Lazagna confinato nel suo eremo tra i campi ROCCHETTA LIGURE — i « Vede quel ponte laggiù? E' ! il mio confine. Se lo attraver- ! so mi arrestano». L'avvocato j Giovan Battista Lazagna, con- ! dannato a 4 anni per «banda 1 armata» dalla corte d'assise I di Torino ha avuto l'altro I giorno dai carabinieri la noti- \ zia che è nuovamente sottoposto al soggiorno obbligato. Non deve allontanarsi da Rocchetta Ligure. «E' un provvedimento inconcepibile — dice —, è l'ergastolo della firma. Forse non avrò la soddisfazione di vedere la fine del processo: ho 55 anni, il mio problema si risolverà per estinzione da vecchiaia». Camicia rossa a quadri, pantaloni di velluto sporchi di terra, seduto davanti a una bottiglia di bianco di Gavi racconta con amarezza la sua storia. «Sono uscito il 9 ottobre '75 dal carcere di Fossano e il giudice Caselli ha tentato di negoziare con me la cauzione e il soggiorno obbligato. Ho rifiutato. La scarcerazione per decorrenza termini della custodia preventiva era un atto dovuto. Così mi ha mandato qui con l'obbligo di firmare, dai carabinieri». Alla fine del '75 ottiene l'incarico di filosofia del diritto | i a Urbino e il trasferimento ! del soggiorno obbligato con l'autorizzazione ad andare a j Genova a trovare il padre no! vantenne. Nel giugno del '76 è candidato alla Camera, coI me indipendente nelle liste di I democrazia proletaria, per i \ collegi di Milano - Pavia e Cu- neo - Asti - Alessandria «Incomincia intanto il processo Br — continua —; mi è stato ritirato il passaporto, ma ottengo di circolare in Italia con l'obbligo di firmare davanti ai carabinieri due volte alla settimana». Si confonde sulle date, si corregge e aggiunge: «Ma poi che importanza hanno?». Finito l'anno accademico j ritorna a Rocchetta dove, al numero 38 di via Umberto I, vive con la moglie e il figlio. | Mentre parla una donna entra in casa e gli consegna 10 mila lire. «Vede — spiega — ha pagato la legna. Mi sono tatto cancellare dall'albo degli avvocati e adesso faccio il contadino, l'allevatore, il tagliaboschi. Mi guadagno da vivere così, lavorando un po' di terra che mia moglie ha ereditato dai suoi vecchi». Cambia discorso, contesta la lunghezza del carcere preventivo («E' una barbarie, lo i j dice anche la Convenzione di Ginevra»), la lentezza dei processi; spieca la differenza tra scarcerazione per decorrenza termini e libertà provvisoria. Poi sale sul trattore, un «Corsaro 70», e mi accompagna a vedere la terra che coltiva. Parla con orgoglio del suo orto («Il migliore di Rocchetta»), fazzoletti di terra coltii vati a fagiolini, cavoli, patate, sulle sponde del Borbera. Indica l'allevamento di maiali: «Dovrei rinforzare la staccionata perché scappano sempre e devo rincorrerli per il paese». Ferma il trattore davanti alla stazione dei carabinieri, suona il clacson: «Sono qui, mi vedete». Quanto entra, il maresciallo gli conferma il soggiorno obbligato: la sospensione era limitata alla durata del dibattimento. «Sono una specie di mutilato, devo farmi fare tutto. Ho mandato mio genero a Cantalupo, a un chilometro e mezzo oltre il ponte, per far riparare la gomma del trattore. La pompa della benzina è 700 metri fuori dal confine, quindi mi è vietato fare il pieno. Le foto per la carta d'identità sono ad Alessandria; andate voi a ritirarmele? Mando mia moglie a vendere dere di sedermi davanti al tri-1 bunale di Torino per avere un | chiarimento». Ci ripensa: «E' agosto, non c'è Barbaro, non c'è il mio av- \ le cassette di fagiolini? Mia madre, vedova, è a Genova; j potrò ancora vederla? Non cerco rogne, ma potrei deci- j vocato. Aspetterò qualche giorno». Cerca di offrire di sé un'immagine georgica dell'uomo fatto saggio dall'esperienza. Programmi futuri? «Dovrei andare a Urbino per discutere tre tesi di laurea. Sono invitato a Parigi da Michel Foucault per un seminario a metà settembre sull'istituzione manicomiale e giudiziaria: avevo ottenuto il permesso dal presidente Barbaro dal 10 I al 30 settembre. Vedremo adesso se me lo impediran I no». E conclude: «Lavora per Je Br chi vuole spingere alla dì- ;sperazione anche uno come \me che ha mantenuto serenità di giudizio. La persecuzione di massa di gente di sinistra porta acqua alle Brigate rosse». Ha scelto l'aratro, ma non gli sarà facile far dimenticare le accuse contenute nelle carte processuali. Francesco Bullo

Persone citate: Borbera, Cantalupo, Caselli, Giovan Battista, Lazagna, Michel Foucault