La radio di bordo è muta da lunedì, si teme per la sua sorte di Alberto Rapisarda

La radio di bordo è muta da lunedì, si teme per la sua sorte La radio di bordo è muta da lunedì, si teme per la sua sorte Sembra scomparso nel nulla il "solitario,, che vuole fare il giro del mondo in barca E' Fabrizio Cremonini, 25 anni, un perito chimico - Vuole percorrere 26 mila miglia senza toccare un porto ROMA — Era salpato lunedì scorso dalla foce del Tevere con un programma estremamente ambizioso: compiere il solitario, su una barchet ta di appena 6,20 metri, il giro completo del globo passando per il Capo di Buona Speranza, l'Oceano Indiano, il Pacifico, Capo Horn e poi l'Atlantico senza fare scalo in un porto. Fabrizio Cremonini, 25 anni, perito chimico, sposato e con figlia di tre anni, prevede di fare ritorno a Fiumicino tra 13-14 mesi dopo aver percorso circa 26.000 miglia. Ma da quattro giorni, da quando cioè è sparito nella foschia al largo della foce del Tevere, il navigatore solitario non ha più dato notizie di sé. L'impresa di Cremonini, che molti considerano temeraria, sembra dover cominciare a tingersi di giallo prima ancora che il solitario esca dalle acque di casa. Secondo gli accordi presi con una radio privata che gli ha finanziato in parte l'impresa, Cremonini, avrebbe dovuto mettersi in contatto radio ogni giorno tra le 11,30 e le 12,30 del fuso orario diGreenwich con la stazione di Roma Radio del ministero delle Poste Da quattro giorni glioperatori del centro radio cercano invano sia sulle frequenze radio prefissate che su quelle di soccorso un segnale di Cremonini. Ma il «Paluro», così si chiama il guscio di noce del navigatore, non risponde. Che fine ha fatto il giovane navigatore cominciano a chiedersi amici e appassionati di mare. Il primo tratto di navigazione che Cremonini doveva affrontare, passava per le Bocche di Bonifacio, per ripiegare poi verso Sud-Ovest, alla volta dello stretto di Gibilterra, per entrare nell'Atlantico. Le condizioni del tempo da lunedì sono state buone. L'unico rischio che il navigatore potrebbe aver affrontato è l'incrocio con le rotte battute da traghetti e mercantili sulle coste orientali di Sardegna e Corsica. Non è un caso per nulla raro, che una piccola imbarcazione venga speronat. da una nave. Il pericolo aumenta quando a bordo della piccola barca c'è una sola persona, la quale di tanto in tanto deve abbandonare il timone per chiudere gli occhi e dormire. Ma un amico di Cremonini, Antonello Adamoli, radioamatore di Trieste ha dato una spiegazione meno drammatica della sparizione del navigatore. Molto probabilmente, ha detto Adamoli, Fabrizio non sa usare i sofisticati apparecchi radio sistemati a bordo. Una lacuna grave, soprattutto perché farebbe pensare ad una preparazione frettolosa della difficile impresa. Circumvigare il globo per un totale di circa 26.000 miglia, senza fare mai scalo in un porto, è già di per sé una impresa che solo pochi navigatori hanno saputo e voluto compiere. Se poi si aggiunge che questo viaggio già così rischioso, viene affrontato con una barca che secondo la legge italiana non potrebbe navigare oltre le sei miglia dalla costa, ci si rende conto della meticolosa preparazione che un viaggio del genere richiede. Il mare, dicono i marmai, non sopporta gli improvvisatori; ed anche per questo è stato considerato da sempre una delle più dure «scuole» per formare il carattere. La navigazione a vela, che da sempre è il modo più avventuroso e piacevole di andar per mare, non è più riservata, per fortuna, ad una elite danarosa. Chi sente il bisogno di uscire dall'anonimato con imprese clamorose, oggi punta sulla nautica, come un tempo avrebbe deciso di attraversare la Manica a nuoto, o di scendere con gli sci dalla cima del Monte Bianco. Così proliferano i candidati ad imprese sempre più difficili e azzardate. Ambrogio Fogar, il navigatore solitario italiano che ha raggiunto maggiore notorietà con le sue discusse imprese che tanto deve aver influenzato i suoi epigoni, aveva, per esempio, cominciato a fare il paracadutista. Poi ha circumnavigato il globo contro i venti dominanti (lo aveva fatto in precedenza un ex paracadutista inglese Clay Bluth), quindi ha affrontato una regata transatlantica in solitario su un microscopico trimarano che ben presto è stato semiaffondato da una burrasca, infine aveva intrapreso il viaggio verso i ghiacci dell'Antartide quando è naufragato assieme al giornalista Mauro Mancini, che lo In questa ultima impresa, piena ancora di lati poco accompagnava ^_ " chiari, Mancini morì dopo i lunghi giorni trascorsi sulla zattera di salvataggio. Tra i programmi dell'irrequieto Fogar c'è anche la traversata in sci della Groenlandia. Non si è ancora spenta completamente l'eco del naufragio del «Surprise», la barca di Fogar affondata dalle orche al largo delle coste argentine, che c'è già pronto un altro giovane navigatore solitario disposto a compiere una impresa ancora intentata. Altri hanno solcato gli Oceani con piccolissime barche, come per esempio John Guzzwell (dal cui libro di memorie Fogar copiò pari pari la descrizione di una tempesta che inserì in un suo diario di viaggio). Ma nessuno aveva mai progettato di compiere il periplo completo della Terra senza mai fermarsi in un porto per rifornimenti, per riparazioni o per riposarsi, su una barca di 6,20 metri. Se Fabrizio Cremonini ci riuscirà, assurgerà ad enorme popolarità e diventerà un degno rivale di Ambrogio Fogar. Ma quale valore hanno simili imprese? Ogni solitario che salpa verso gli oceani, comunica che va «alla ricerca di sé stesso». Tuttavia, questo tipo di ricerche interiori, degne del massimo rispetto, solitamente vengono compiute con grande discrezione, senza darne comunicazione a radio, giornali e Tv. Altrimenti, si danno argomenti a coloro che fiutano più che altro esibizionismo ogni volta che un «solitario» salpa con grande battage pubblicitario. Fabrizio Cremonini, da questo punto di vista non è stato da meno di tanti altri, a cominciare da Sir Francis Chichester che si fece finanziare la sua prima ' clamorosa circumnavigazione del globo dal consorzio della «lana vergine». Per Cremonini, fino ad ora sconosciuto cremones •■, i finanziamenti sono stati meno massicci. Ma, comunque, il giovane perito chimico ha avuto un concreto aiuto da un pool di radio private laziali, che gli hanno installato a bordo la radio che fino ad oggi ha taciuto. Grande e comprensibile deve essere il disappunto dei finanziatori che si prefiggevano di diffondere programmi quotidiani carichi di suspence. Ma che c'entra con la «ricerca di se stessi» l'obbligo di cambiare il nome della barca per esigenze pubblicitarie e il farsi fotografare con magliette anch'esse piene di scritte pubblicitarie? Non c'è da stupirsi, ormai che qualcuno cominci a sospettare che Cremonini mantenga volutamente il silenzio radio (come altri hanno già fatto) per accrescere l'interesse attorno alla sua impresa. Sospetto certamente ingiusto, che però non sarebbe venuto in mente a nessuno se Cremonini avesse deciso di compiere il gesto più clamoroso che oggi un solitario possa compiere: affrontare il suo lungo e difficile viaggio senza il sostegno della pubblicità. Alberto Rapisarda

Luoghi citati: Antartide, Corsica, Gibilterra, Groenlandia, Roma, Sardegna, Trieste