A Chicago due croati occupano con ostaggi il consolato di Bonn

A Chicago due croati occupano con ostaggi il consolato di Bonn A Chicago due croati occupano con ostaggi il consolato di Bonn CHICACO — Dramma in pieno centro di oiucago: due nazionalisti croati hanno preso otto ostaggi asserragliandosi negli uffici del consolato della Germania Occidentale al decimo piano di un edifìcio sulla Michigan Avenue. I terroristi, un uomo e una donna, armati di pistole e di un ordigno esplosivo, vogliono a quanto pare la liberazione di Stjepan Bilandzic, un croato che rischia l'estradizione dalla Germania in Jugoslavia. Qualche ora dopo l'inizio dell'operazione, i terroristi hanno rimesso in libertà un ostaggio; un altro è riuscito a fuggire poco dopo. Non appena lanciato l'allarme, un imponente dispositivo di sicurezza è entrato in funzione. La zona è stata isolata ed è stato chi'iso l'Istituto d'Arte di Chicago. BONN — La notizia da Chicago, data nel tardo pomeriggio con precedenza assoluta dalle agenzie e dalle stazioni della radio e della televisione, ha colto di sorpresa Bonn, strappandola bruscamente dalla sonnolenza delle vacanze parlamentari. Eppure gli estremisti croati in Germania avevano espresso con chiarezza le loro minacce di vendetta se il loro capo, Stjepan Bilandzic, detenuto nel carcere di Colonia, dovesse venire estradato verso la Jugoslavia che intende processarlo per azicni terroristiche. Soltanto quarantott'ore fa un avvocato dei nazionalisti di Zagabria aveva detto minacciosamente: «L'odio terribile dei croati esploderà. In confronto l'affare BaaderMeinhof sarà come il colpo di tosse dì una zanzara». Sabato scorso, durante una dimostrazione di protesta per le vie di Colonia, centinaia di esiliati croati avevano accusato il cancelliere Helmut Schmidt di complicità con gli «assassini comunisti in Jugoslavia ». Nel tardo pomeriggio di ieri — a «buoi scappati» — il ministero degli Esteri di Bonn ha dato ordini di aumentare la vigilanza all'estero. E immediatamente si è riunito alla Cancelleria — come è consuetudine — lo «stato maggiore di crisi», presieduto dal ministro degli Esteri Hans Dietrich Genscher. Un piano per la liberazione degli ostaggi prigionieri nel consolato di Germania a Chicago è stato concordato tra Bonn e Washington durante un colloquio telefonico tra i ministri degli esteri tedesco, Hans Dietrich Genscher, e americano, Cyrus Vance. Lo ha confermato a tarda sera il portavoce del governo Armin Gruenewald, precisando che la faccenda è « di competenza delle autorità americane ». Se ne occupa la polizia degli Stati Uniti e pertanto la soluzione del problema « è in buone mani ». Indirettamente il portavoce ha in tal modo smentito le voci secondo cui il governo di Bonn avrebbe proposto a quello americano l'invio a Chicago degli specialisti del « Gsg 9 » ( chiamati « nuche di cuoio ■> ) che nell'ottobre scorso liberarono i passeggeri di un aereo sequestrato da terroristi palestinesi. « Una seconda Mogadiscio non ci sarà » è stato aggiunto in forma ufficiosa. In precedenza l'avvocato difensore delVustascia Bilandzic, Wilhelm Schoettler, ha assicurato che il suo mandante, se gli sarà permesso di telefonare dal carcere di Colonia con i due terroristi di Chicago « farà il possibile per convincere i suoi connazionali a desistere dall'impresa che condanna, che con¬ sidera insensata e daiv.osa per sé e per la causu itegli emigrati croati ». Dopo questa dichiarazione ;i dà a Bonn per probabile <;he lo « stato maggiore dt fiisi » inviterà Bilandzic a. fare opera di mediazione. Il contatto telefonico con il consolato di Germania sulla Michigan Avenue è già stato ristabilito. Proprio ieri, mentre sulle telescriventi correva il primo flash con la notizia dell'assalto al consolato di Chicago, un dispaccio da Karlsmhe informava che la Corte Costituzionale aveva preso in esame la richiesta di incostituzionalità della sentenza di estradizione per Bilandzic, ordinando la sospensione provvisoria del provvedimento e che aveva chiesto ai ministri della Giustizia di Bonn e della Renania di esprimere un loro giudizio entro il 5 settembre. t. s.

Persone citate: Cyrus Vance, Hans Dietrich, Helmut Schmidt, Stjepan Bilandzic, Wilhelm Schoettler