Portofino: un emiro con superbarca poi tanti "pendolari delle vacanze,, di Francesco Fornari

Portofino: un emiro con superbarca poi tanti "pendolari delle vacanze,, Concluso il grande ponte delle vacanze, molti pensano al ritorno Portofino: un emiro con superbarca poi tanti "pendolari delle vacanze,, Non mancano i superricchi e gente "in", ma spiccano più che altro numerose comitive di "Fantozzi" Ristoranti e locali notturni sono affollati e tutti sembrano contagiati dalla "febbre del sabato sera" DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PORTOFINO — Si chiama « Nefertiti », è lunga 70 metri, è la regina indiscussa di tutte le « barche » attraccate nel porticciolo della perla del Tigullio. « Nefertiti » porta con sé un pizzico dì mistero orientale ed il fascino delle avventure esotiche: è la nave di un ricco emiro del Golfo Arabo, l'ammiraglia della sua flotta personale. Perché l'emiro è in vacanza con tutta la corte: a Portofino è arrivato con tre navi, oltre a «Nefertiti » ve ne sono altre due, un po' più piccole (sui cinquanta metri). Su una viaggiano i suoi figli (fra cui alcune splendide ragazze diciottenni), sull'altra ì suoi segretari (quest'ultima nave è irta di antenne e marchingegni strani, fra i quali spicca una . cupola che — a detta di chi ..se ne intende — serve per i collegamenti con i satelliti per le telecomunicazioni). A Portofino l'altra sera è arrivata anche la « Stella Ma■ris», una nave viaggiatori che fa piccole crociere di otto, dieci giorni nel Mediterraneo. Non è entrata in porto perché troppo ingombrante e si è messa alla fonda davanti al promontorio. Alle 20, dopo la cena a bordo, i circa 400 turisti sono sbarcati: avevano due ore di tempo per visitare Portofino, comperare i « souvenirs » di pessimo gusto, spedire le consuete cartoline ricordo. Dopo mezzanotte, mentre i villeggianti locali incominciano di solito a fare piani per decidere come trascorrere la nottata, la « Stella Maris » ha alzato le ancore ed è salpata verso altri lidi, con i suoi rassegnati ospiti per i quali, all'insegna del « tutto compreso », l'unica improvvisazione è data dal mal di mare. Sono questi i due aspetti tipici di Portofino in questo scorcio d'estate, fra un acquazzone, una bufera di vento ed un pallido sole che quando sbuca fra le nuvole fa -gridare al miracolo e richiama all'aperto pallidi villeggianti combattuti fra il desiderio di prendere la tintarella rinunciando al maglione e buscarsi un raffreddore per l'inevitabile colpo di freddo o seguire i consigli della nonna contro le correnti d'aria. Turisti « ricchi », di quelli con i conti nelle banche svizzere e la parlata strascicata che va tanto di moda fra la gente «in», e comitive di «Fantozzi » che si trascinano in code estenuanti lungo l'Aurelia, con i bimbi già a metà cottura in quelle « pentole a pressione » in cui si trasformano le automobili nei circa 40 minuti, tempo medio occorrente per percorrere i sette chilometri da S. Margherita a Portofino nelle ore di punta (vale a dire durante l'arco di tutta la giornata e buona parte della notte). Due sono perciò le immagini che la perla del Tigullio offre. I locali (che non vanno confusi con gli abitanti del piccolo centro rivierasco, quasi del tutto latitanti durante il periodo estivo) ed i pendolari, riconoscibili per le straordinarie tenute balneari e le macchinette fotografiche da poche lire. I due gruppi non si fondono mai. I locali, per esempio, hanno dei ritrovi esclusivi, riservati, nei quali i pendolari non sognerebbero mai di mettere piede. Non esiste alcun divieto, anzi i proprietari sperano sempre che qualcuno si faccia coraggio ed entri (perché i locali, essendo amici, si piazzano lì alle sei di sera e con un bicchiere di pompelmo — corretto vodka oppure rhum — tirano avanti fino alle otto), ma i pendolari hanno un fiuto incredibile per le « trappole » (tipo mille lire per una coca-cola) e non cedono alle tentazioni. Il più famoso di questi ritrovi è il bar « La gritta ». Definirlo bar è un anacronismo: è piuttosto il salotto dell'amico, l'angolo accanto al caminetto dove ci si scambiano confidenze e segreti, la palestra dove esercitati « tombeurs de femme » danno libero sfogo alla loro bravura (tanto il gioco riesce sempre, perché sono le loro sorelle, cugine, mogli, amanti, amiche e si conoscon tutte). A « La gritta » prima o poi ci finiscono tutti: il noto editore torinese che passeggia travestito da Emiliano Zapata col fazzoletto bianco annodato intorno al collo ed un panama liso; il nobiluomo piemontese, di illustre casata « automobilistica »; l'industriale milanese (anche lui imparentato con le auto, per via delle gomme); l'architetto di fama che sogna di trasformare Portofino in una Brasilia italiana « inserendo però le pietre antiche nelle nuove costruzioni, per mantenere l'idea di fondo dell'ambiente naturale ». Ottima guida di Portofino, conoscitore di tutti i pettegolezzi, è il macellaio-galleri- sta torinese Pino Curletti, che dopo aver tolto tutti gli specchi da casa sua (per via della pancia che lo affligge), trascorre le sue giornate dormendo e le nottate folleggiando: un'ottimo ricetta per dimagrire, sostiene, che sinora però gli ha dato soltanto risultati opposti e contrari. Da Curletti sappiamo che quest'anno a Portofino non si è ancora visto il personaggio famoso. E' arrivato l'emiro, ma poiché nessuno lo conosce non fa notizia. E poi nessuno l'ha visto, sembra che stia tutto il giorno appiccicato alla radio, per via del dollaro (anzi, del petro¬ dollaro) in ribasso. Ha lasciato comunque una traccia: verrà ricordato a lungo dalla gente del posto come ti Vaifondatore » perché la sua grande nave quando è uscita dal porto ha fatto una strage di barchette, mandandone a picco tre o quattro. Gli altri villeggianti, spiega il versatile mercante di quadri e filetti, sono quelli di sempre. E snocciola una sfilza di nomi, mezzo Gotha e metà confindustria, con la disincantata « nonchalance » dell'uomo di mondo. Veniamo anche a sapere che da qualche giorno è arrivata la moglie del presidente del Senato, signora Fanfani. Dalle finestre spalancate dell'alloggio, al primo piano di una vecchia casa sulla celebre piazzetta, si intravedono le volte ad arco ricoperte di stucchi. « Nessuno autentico, li hanno fatti fare quando hanno ritinteggiato la casa », assicurano maligni esperti con malcelata invidia ed ironia. La quiete del porticciolo viene bruscamente interrotta, una volta all'ora più o meno, dall'arrivo dei traghetti che trasportano i pendolari da Rapallo, Chiavari e altre località. Questi traghetti, nella quasi totalità, hanno una particolarità in comune: fan- no un gran fracasso e nessuno sa spiegarsene la ragione, anche perché gli altri natanti vanno e vengono silenziosamente (esclusa, s'intende, la nave dell'emiro). La sera tutti i ristoranti sono affollati: dal Pitosforo, dove ai tempi gloriosi del jet-set internazionale si davano appuntamento Onassis, Jacqueline Kennedy, Liz Taylor con uno dei tanti mariti ed altri nomi famosi delle cronache mondane, alle trattorie « con specialità marinare », allegre comitive vanno all'assalto di gustosi piatti di « trinette ò pestu », insalate di mare, fritti di pesce. Verso mezzanotte l'appuntamento è al « Carillon » di Paraggi o, per i più giovani, al « Covo dei pirati » di S. Margherita. Qui teen-agers filiformi e « commenda » afflitti da troppi quattrini e troppa pinguedine, vengono risucchiati dalla « febbre del sabato sera », dalla « travoltamania ». Il ballo non è più un pretesto per divertirsi, per stringere fra le braccia una bella ragazza (unico modo certo per sapere esattamente con chi si sta ballando, poiché la moda unisex dei calzonacci e dei « blazers » lunghi e larghi può sovente generare dei dubbi e delle confusioni), ma diventa una specie di gara, di competizione in cui ognuno si arrabatta per imitare le figure e le mosse che hanno reso famoso John Travolta e rilanciato il rock dei nostri vent'anni. Abbondano le belle donne, quelle che rinunciano alla moda « casual » ostentano scollature vertiginose che fanno correre grossi pericoli alle coronarie dei maschi presenti, e anche chi è solo deve ammettere, a questo punto, che le vacanze sono belle. Francesco Fornari Il bar « La Gritta » tappa obbligata di tutti i turisti che si recano a Portofino (Foto Nazzaro)