Non si parcheggia più il nonno all'ospedale per andare in ferie

Non si parcheggia più il nonno all'ospedale per andare in ferie Un malcostume scomparso del tutto Non si parcheggia più il nonno all'ospedale per andare in ferie Fino a tre anni fa gli ospedali, in questo periodo, si riempivano di anziani - Ora ci sono quelli veramente malati assistiti dai parenti Il triste fenomeno del vecchietti stipati nei letti delle corsie o ammucchiati in anguste sale d'ospedale in attesa di trovare una sistemazione per il periodo del Ferragosto, è definitivamente scomparso confermando una tendenza che si era già registrata lo scorso anno. Non più scene pietose, quindi, ai pronti soccorsi, di parenti con 1 bagagli sull'auto o già alla stazione, impegnati a convincere il medico di turno che il padre, la madre, i nonni stavano malissimo ed era necessario un ricovero urgente. Non più l'ospedale inteso come «parcheggio» degli anziani. «Tre anni fa — dicono al San Giovanni vecchio — nel periodo delle ferie era morta una donna di 80 anni. Non ci fu possibile rintracciare i figli: ce l'avevano portata poco prima del 15 agosto e se ne erano andati senza lasciare un recapito. Le cose sono cambiate, i ricoveri diminuiti. Abbiamo una corsia di soli anziani, ti più giovane ha 83 anni, ma si tratta di persone realmente bisognose di cure». Le stesse cose vengono ripetute al Mauriziano. Un cambiamento di rotta che troverebbe le sue radici nel fatto che i torinesi «sono maturati anche sul piano dell'assistenza sanitaria», che molte famiglie più dell'anno scorso non hanno lasciato la città e nei maggiori controlli effettuati dai «pron- to soccorso» che «hanno funzionato ottimamente da filtro». «Anche da noi — spiega il dottor Pugliese, di turno nel reparto degenza temporanea delle Molinette — sono ricoverati anziani. Tre hanno passato i novant'anni. Restano due o tre giorni, poi vengono trasferiti in geriatria o nei reparti specialistici. Si tratta in genere di persone affette da disturbi circolatori o cerebrali, da paralisi; persone con tumori, arteriosclerosi, demenza senile, bronchiti: tutte malattie che colpiscono più facilmente l'anziano del giovane». Al Martini di via Cigna, un ospedale modello, il numero del le presenze è diminuito notevol mente. «Se c'è da sottolineare la positiva inversione di tendenza per cut non si scaricano più in aspe dale ì deboli perché gli altri, i "sani", possano godersi le vacanze in santa pace — dice il dott. Ferrua, medico di guardia — resta un grosso problema: la man canza di adeguati reparti per lungodegenti. Nelle corsie di medicina vengono così occupati letti da anziani per i quali è sufficiente una pillolìna al giorno e qualche controllo. E poi ci si lamenta della mancanza dì posti-letto». Una riprova che la mentalità è cambiata si è avuta all'ora delle visite del parenti. «Molti — dicono i medici — sono venuti a trovare il nonno, la vecchia madre, il padre: non li avevano abbandonati per andare al mare. Alcuni, che non hanno più familiari, sono stati visitati da vicini di casa. Tutto ciò fa sperare bene per il futuro». E' il giorno di Ferragosto: nella corsia le solite cure attente degli infermieri

Persone citate: Ferrua, Fino