Vista l'età del pubblico, la macchina cinematografica "investe,, sui ventenni di Sandro Casazza

Vista l'età del pubblico, la macchina cinematografica "investe,, sui ventenni Vista l'età del pubblico, la macchina cinematografica "investe,, sui ventenni Il cinema per salvarsi ha indossato i jeans Da Travolta a Nanni Moretti, da John Milius a Lucas, sono i giovanissimi a "tenere,, i records di cassetta e saranno anche gli interpreti, registi, sceneggiatori e produttori dei titoli di punta della nuova stagione come si è già visto ai festival TORINO —L'utimo cinema dichiara l'età di Travolta. Vive febbri musicali del sabato, viaggi e incontri psichedelici nello spazio, soffre l'afasia, l'incomunicabilità e la disperazione del «bombi, e degli •autarchici». Il cinema invecchia puntando sui giovani. Avvicinandosi al secolo di esistenza reinveste le sue fortune sui ventenni. Per superare una grave crisi di senescenza e aridità lancia in campo una squadra «primavera»: avaro di idee nuove offre in cambio freschezza, entusiasmo, integrità, vitalità, fantasia. I titolari della formazione hanno guadagnato fiducia con l'autorità dei record di cassetta: si chiamano John Travolta, Silvester Stallone, George Lucas, Steven Spielberg, Francis Ford Coppola, Richard Dreyfuss, John Milius, Martin Scorsese, Robert De Niro, e prese le giuste distanze, anche Nanni Moretti. Sono attori, registi, sceneggiatori, produttori che hanno firmato alcuni fra i maggiori incassi della passata stagione cinematografica: Guerre stellari, Incontri ravvicinati, La febbre del sabato sera, Ecce bombo. Decine di milioni di dollari, centinaia di migliaia di spettatori in un momento difficile per strappare pubblico al comodo servizio del film televisivo. La media di questi cineasti si aggira attorno ai trent'anni. Dalla produzione al consumo legami e affinità anagrafiche. Recenti statistiche negli Stati Uniti e in Europa, compresa l'Italia, hanno rivelato che l'età del pubblico cinematografico sta calando. Il successo di un film è decretato dalla fascia di persone tra i quindici e i trent'anni. Gli altri rimangono incollati al video, per paura e pigrizia, o seguono al traino l'onda di una popolarità già stabilita. In risposta a questa domanda la formula più semplice è stata inventata dagli esperti industriali della pellicola che hanno le loro etichette a Hollywood e le loro azioni a Wall Street. Per un compratore giovane è necessario un prodotto giovane. Chi meglio di un giovane può Inventare e confezionare la merce richiesta dal nuovo mercato? Sì capi che qualcosa cominciava a cambiare con American graffiti di Lucas, una storia di ragazzi, tra auto e can zoni. destinati al Vietnam. Costi modesti, incassi favolo si. Una conferma venne da Rocky di Silvester Stallone che vinse oltre alla gara dei box offices, anche quella degli Oscar. Il modello ha continuato a funzionare con le fia be di Spielberg (Incontri rav vicinati) e di Lucas (Guerre stellari), che fino a qualche anno fa, sulla carta, avrebbero trovato credito soltanto presso la fabbrica Disney. John Travolta ha toccato il vertice. Una felice combinazione di «giovani bruciati» e «poveri ma belli», stile Anni Cinquanta, con il suggestivo reagente della danza. L'estate ha conosciuto una larga fioritura di discoteche copiate dalla Febbre del sabato e le piste si sono affollate da volenterosi imitatori del nuovo divo rock. Anche nel nostro Paese qualcuno ha colto la tendenza di gusto e il giovanissimo Nanni Moretti (24 anni) ha centrato due volte il bersaglio con Io sono un autarchico e Ecce bombo. L'industria americana sta lavorando sodo in questa direzione: Travolta è sceso ancora in pista per «Grease», Lucas prepara la seconda puntata di Guerre stellari, Scorsese inonderà gli schermi di musica con L'ultimo walzer e John Milius, regista di il vento e il leone e sceneggiatore di Coppola per Apocalìpse now, sta preparando Big Wednesday, una epopea del surf con emozioni in ondaplano su cavalloni alti dieci metri. Il programma «cinema giovani» sembra ormai varato. In tutti i paesi che possiedono culture, tradizioni e industrie cinematografiche sviluppate, qualcosa si sta muovendo nell'anagrafe di registi, attori e personaggi da portare sullo schermo, n fenomeno probabilmente esploderà la prossima stagione. I festival-vetri na più recenti, da Berlino a Cannes a Taormina, ne presentavano chiaramente i sintomi. Violette Nozière, di Chabrol con Isabelle Huppert, è una ragazza francese di diciotto anni che uccise negli Anni Venti i genitori guadagnandosi la stima e i versi dei surrealisti. Addirittura bambina è Pretty baby, l'acerba prosti tuta di Malie. Israele, attenta a orecchiare i modelli americani, si presenterà al giudizio del pubblico con una sorta di Jerusalem graffiti intitolata Lemon popsicle (Gelato al limone) tutto musica rock, aule scolastiche e prime curiosità sessuali. Nell'internazionale del cinema giovane c'è anche un aborigeno australiano. E' il protagonista di Compianto per Jimmy Blacksmith, una cruenta storia di emancipa¬ zione umana e sociale contro il dominio coloniale e razziale dei bianchì. Taormina ha premiato con il Cariddi d'oro un film che racconta le vicende parallele di due ragazzi, fratello e sorella, nati in un basso napoletano e proiettati nella lotta per la vita in questi ultimi trent'anni di drammatica storia italiana. Il titolo è «Il regno di Napoli»; il regista si chiama Werner Schroeter, tedesco occidentale, 25 anni. L'opera ha partecipato al Festival di Locamo insieme con un'altra pellicola interamente giovane sul problema della droga. Non contate su di noi di Sergio Nuti, un nome che già viene avvicinato e confrontato all'altro fenomeno nostrano Moretti. Gli esempi possono continuare numerosi sotto tutte le bandiere. Sullo schermo del teatro greco, al Festival delle Nazioni, sono sfilati i problemi giovanili di mezzo mondo. Il giapponese Yoichi Higashi, dimenticandosi le tradizioni culturali del suo Paese a favore di. un linguaggio tutto americano e europeo, ci conduce con II terso dentro un riformatorio per indagare tra i conflitti generazionali le ragioni di una rabbia profonda e di uno stupido crimine. Il problema aborto è stato trattato da Julian Pastor, messicano, autore di / piccoli privilegi Una ragazza campesina va nella capitale e lavora come domestica. Il dramma è un figlio che non deve nascere. I suoi arcaici tentativi di aborto servono per contrapposizione a illustrare la gravidanza e il parto moderno della padrona. Un piccolo privilegio della ricchezza. Due sposi ventenni alla ricerca della verità tra valori polverosi di una ideologia congelata sono i protagonisti del piccolo capolavoro realizzato dall'ungherese Istvan Gaal, Legato. Anche il vecchio Losey e lo sceneggiatore Semprun, Le vie del Sud, sentono il bisogno di valorizzare il significato del giovane Laurent nella crisi del cinquantenne antifranchista Yves Montand. E il vecchissimo regista sovietico Iosif Khejfiz (La signora dal cagnolino) si è lasciato conquistare da un fresco e ambiguo personaggio di giovinetta. Si tratta di storie con caratteri ricorrenti, nonostante siano cosi diverse le culture e gli ambienti sociali in cui vengono confezionate. Le accomuna una sottile vena di ribellione, la polemica contro le convenzioni di un sistema creato dalla generazione precedente, una vaga tensione alla libertà, alla sincerità, all'onestà, alla critica disincantata dei vecchi miti. Troviamo, in pillole, esuberanza fisica, gioia di vivere, romanticismo, amore, volontà di cambiare gli schemi, delusione C'era un tempo in cui i giovani e i loro problemi restavano al margine del cinema, usati per lo più secondo frusti stereotipi. Qualche eccezione legata a episodi di divismo come Brando, James Dean o il casereccio Maurizio Arena non era servito a spostare l'ottica produttiva puntata su un mondo di adulti saldi nei loro principi e nei loro miti. La crisi sta modificando qualcosa. Il consumatore in jeans vuole attori e registi in jeans. Il cinema è industria ruffianat Chi paga il biglietto ha il diritto di riconoscersi e diventare storia sullo schermo. Sandro Casazza Isabelle Huppert, la giovanissima di "Violette Nozière"