Addio agli «stipendi d'oro» in autunno arriva la scure di Emilio Pucci

Addio agli «stipendi d'oro» in autunno arriva la scure Il taglio oltre i 40 milioni lordi: sarà vero? Addio agli «stipendi d'oro» in autunno arriva la scure ROMA — Stanco di aspettare il disboscamento della «giungla retributiva», più volte annunciato e puntualmente rinviato per misteriose ragioni, il senatore Luigi Anderlini, presidente del gruppo della sinistra indipendente, alla riapertura delle Camere partirà lancia in resta centro «lo scandalo degli stipendi d'o¬ ro». Confortato dall'appoggio del ministro del Tesoro, Anderlini presenterà ufficialmente un progetto a lui caro: far cadere la scure su tutte le retribuzioni annue sopra i 40 milioni, vale a dire quanto guadagna il presidente del Consiglio. Quaranta milioni, sia pure lordi, rappresentano un gruzzolo da non buttar via; ma diventano ben poca cosa di fronte a quello che riescono a portarsi a casa managers di Stato, burocrati, banchieri e dirigenti d'azienda che, senza dubbio, hanno minori responsabilità rispetto a chi ha l'incarico di guidare il Paese. Giuseppe Arcaini, ad esempio, prima che le vicissitudini giudiziarie lo costringessero a lasciare la carica di direttore generale, percepiva dall'Italcasse uno stipendio annuo di ben 198 milioni; nel febbraio scorso il direttore dell'Acquedotto napoletano se n'è andato a riposo con una liquidazione di 230 milioni e una «pensioncina» di 3 milioni L'elenco di chi guadagna più di Andrectti non si ferma qui: l'ultimo caso clamoroso, nonostante le smentite dell'interessato, riguarda Giuseppe Silva, agente generale dell'Assitalia di Torino, che ha già maturato due miliardi di liquidazione e che, raggiunti i 65 anni di età, non lascerà la professione per un altro lustro, essendo riuscito a far entrare il figlio come socio nell'agenzia. Nel complesso, dagli atti della commissione parlamentare sulla «giungla retributiva» si è accertato che attualmente in Italia ci sono diciassette categorie di «big» (qualche migliaio di persone) con stipendi oltre i 40 milioni annui. La graduatoria delle «maxi-retribuzioni» concesse agli alti dirigenti (sempre sulla base delle conclusioni dell'indagine parlamentare) si apre con la Cartiera Binda che è la ditta più generosa (140 milioni annui lordi), seguita a breve distanza dalle banche, con in testa il San Paolo (fra i 120 e i 140 milioni annui, sempre lordi). Distanziati ma con «paghe» tra i 50 e gli 80 milioni, gli enti a partecipazione statale, diverse finanziarie, molte industrie e alcune aziende editoriali. Ben piazzate, tra i 40 e i 50 milioni, le aziende municipalizzate. Da questa singolare classifica risulta anche che la città di Torino può vantare il primato dei dirigenti meglio pagati d'Italia. Ecco quindi spiegata l'insistenza di Anderlini perché si chiuda al più presto l'epoca degli «stipendi d'oro». Il blocco delle super-retribuzioni, ci ha spiegato il senatore della sinistra indipendente, si dovrebbe applicare in due modi: «Per gli alti dirigenti stipendiati direttamente o indirettamente dallo Stato si potrebbe mettere a punto un provvedimento che, di fatto, impedisca una retribuzione annua superiore ai 40-50 milioni. La cosa andrebbe fatta per un periodo determinato e rinnovabile, corrispondendo quello che sta al dì sopra in Buoni del Tesoro non commerciabili ». Sul versante del settore privato, Anderlini propone di colpire gli stipendi attraverso inasprimenti tributari. In pratica, per gli scaglioni di reddito sopra i 40-50 milioni, il fisco dovrebbe far pagare aliquote anche sull'ordine del 70-80 per cento, «come già avviene in molti Paesi europei: non si dovrebbe, perciò, ritoccare tutta la curva delle aliquote, ma soltanto l'ultimo pezzo». La crociata di Anderlini sembra essere partita con il piede giusto. Rispondendo l'altro giorno a un'interrogazione del senatore indipendente, il ministro del Tesoro ha affermato: «Non posso non essere d'accordo con te sulla necessità che il problema complesso e di difficile soluzione vada affrontato senza ulteriore indugio in sede parlamentare con ampio dibattito, che si concluda con l'approvazione di una mozione contenente le direttive da seguire per portare ordine quale quello delle punte retributive più alte dei dipendenti del settore pubblico ». Cadrà davvero la scure? La risposta è rinviata a settembre. Emilio Pucci A PAGINA 8 Valle d'Ossola: sottoscrizione dei lettori de "La Stampa' La Regione destina 11 miliardi Servizio di Adriano Velli I racconti della tragedia Servizio di Aldo Popaiz li ministro Pandolfi

Persone citate: Adriano Velli I, Aldo Popaiz, Anderlini, Giuseppe Arcaini, Giuseppe Silva, Luigi Anderlini, Pandolfi

Luoghi citati: Italia, Ossola, Roma, San Paolo, Torino