Paolo VI oggi sepolto in San Pietro Nel testamento umiltà e grandezza

Paolo VI oggi sepolto in San Pietro Nel testamento umiltà e grandezza Ha lasciato precise disposizioni per un funerale "pio e semplice 99 Paolo VI oggi sepolto in San Pietro Nel testamento umiltà e grandezza Il documento, che è di 13 pagine, fu scritio dal Pontefice di suo pugno nel 1965 ed è stato aggiornato nel 1972 e 1973 "Ora che la giornata tramonta, e tutto finisce e si scioglie di questa stupenda e drammatica scena temporale e terrena, come ancora ringraziare Te, o Signore, dopo quello della vita naturale, del dono, anche superiore, della Fede e della Grazia?" ! CITTA' DEL VATICANO — ; Paolo VI ha lasciato un testai mento, scritto di suo pugno, I su tredici fogli di carta da j lettere con lo stemma pontiI ficio. Il testo del documento, ! che ieri mattina era stato letI to nella quinta riunione dei Cardinali, chiusisi in «Congre] gazion ) generale», dopo l'u| dienza a! corpo diplomatico, j è stato consegnato ai giornalisti ieri verso le 12 dal direttore della sala stampa del Vaticano, monsignor Panciroli. Il testamento è datato 30 giugno 1965 (Ricorrenza della commemorazione dell'apostolo S. Paolo, di cui il Papa aveva scelto ri nome, e ricorrenza anche della solenne incoronazione di Montini — 30 giugno 1963 — in piazza San Pietro) e contiene due postille: la prima datata Castel Gandolfo, ore 7,30 del mattino, del 16 settembre 1972, e l'altra, di poche righe, datata 14 luglio 1973. La prima parte del documento è stata scritta dal Santo Padre in un periodo in cui era in ottime . condizioni fìsiche e nell'awij cendarsi dei suoi più imporj tanti viaggi all'estero. La pienezza della salute di Papa I Montini balza in evidenza in questa prima parte, che è butta un inno alla vita. Paolo VI era allora all'apice delle sue iniziative: il pellegrinaggio in Terra Santa, ì gennaio '64, il viaggio a Bom ! Da-y> tra le folle dell'India, nel j dicembre dello stesso anno, j Era anche alla vigilia della | sua visita al Palazzo di vetro | dell'Orni, in occasione della ventesima Assemblea generale delle Nazioni Unite di fronte alla quale, il 4 ottobre 11965, lanciò il suo vibrante ap| pello contro le guerre e per i la pace tra i popoli, quella pa• ce che, secondo le sue parole, I doveva prendere il «nuovo no] me dì sviluppo». Era allora anche alla vigilia della chiusura del Conci- i: lio Vaticano Secondo, da lui non cominciato ma che stava per condurre al suo positivo compimento. Giovanni XXIII l'aveva aperto tre anni prima e a Paolo VI era stato riservato il difficile compito di concluderlo. Il testamento di Paolo VI è scritto su fogli piegati in due, di quattro facciate ciascuno. Il Papa stesso ha numerato ciascuno dei fogli e ha messo la sua firma anche al termine della quarta pagina, finito il primo foglio, continuando a scrivere sul foglio successivo. In tutto sono stati trovati nei cassetti del defunto Pontefice quattro fogli di quattro pagine ciascuno: i primi due interamente soritti in ciascuna delle quattro pagine, per un totale di otto pagine; il terzo foglio di tre sole pagine scritte, seguite dalla firma pontificia, e un foglio aggiuntivo di due pagine, con le postille scritte nell'estate 1972 e 1973. Il testo così comincia: «In nomine Patris et PUH et Spiritus Sancti. Amen. 1) Fisso lo sguardo verso il mistero della morte, e di ciò che la segue, nel lume di Cristo, che solo la rischiara; e perciò con umile e serena fiducia. Avverto la verità, che per me si è sempre riflessa sulla vita presente da questo mistero, e benedico il vincitore della morte per averne fugate le tenebre e svelata la luce». Il testamento di Paolo VI contiene, tra l'altro, una benedizione speciale sulle città di Roma, Milano e Brescia e sulla Terrasanta; il Papa scomparso rivolge un particolare pensiero ai propri fratelli, Lodovico e Francesco Montini (Franceso è morto successivamente al 1965, data del testamento) e, nella postilla in data 16 settembre 1972, lascia ogni suo avere alla Santa Sede ed incarica esplicitamente il suo segretario particolare, don Pasquale Macchi, a disporre per qualche suffragio e beneficenza e ad assegnare «qualche ricordo fra libri e oggetti» appartenuti al Pontefice «a sé e a persone care». Infine nell'ultima postilla del 1973 chiede che i funerali siano «semplicissimi», senza «né tomba speciale, né alcun monumento». «Dinanzi perciò alla morte, al totale e definitivo distacco dalla vita presente — prosegue la prima parte dello scritto con calligrafia molto chiara — sento il dovere di celebrare il dono, la fortuna, la bellezza, il destino di questa stessa fugace esistenza: Signore, ti ringrazio che mi hai chiamato alla vita, ed ancor più che, facendomi cristiano, mi hai rigenerato e destinato alla pienezza della vita. Parimenti sento il dovere di ringraziare e di benedire chi a me fu tramite dei doni della vita, da te, o Signore, elargitimi: chi nella vita mi ha introdotto (Oh! siano benedetti i miei degnissimi genitori!), chi mi ha educato, benvoluto, beneficato, aiutato, circonda- (Continua a pagina 2 in quinta colonna) J Z:\ À & 0 «.A fc*-**. jéylr't i/a iti iA~£i a* / <f / ■t ~/>4+i^!*f ~-*^f «af** IX* 4.9. 4^1 i.-f/; ^ Ì,Jt*. erti-.»»...' fcwX*«*<» !♦«». «.ii-c «*•<«> ! ; i I j I ! I ] | j . j j I ì tj./tJk*.i ! j j | | 1| i • I ] i La prima pagina del testamento del Pontefice, iniziato nel '65 e continuato nel '72 e 73

Luoghi citati: Brescia, Castel Gandolfo, Citta' Del Vaticano, India, Milano, Roma