Il cemento a Sauze d'Oulx ha devastato la montagna

Il cemento a Sauze d'Oulx ha devastato la montagna Un paese di 900 abitanti che d'inverno salgono a 15 mila Il cemento a Sauze d'Oulx ha devastato la montagna La speculazione edilizia si è scatenata in modo caotico - Il sindaco dice: "Quando sono nato io, qui si moriva di fame. Oggi abbiamo il benessere" - Ma lo sfruttamento eccessivo può anche rovinare il turismo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAUZE D'OULX — Il primo pugno allo stomaco arriva dopo una curva a gomito, nella frazione di Jouvenceaux: sulla sinistra ecco spuntare il primo, brutto «biscione» di case falso-montane. Sono disposte ad arco, tre file concentriche, ciascuna s'allunga per oltre un centinaio di metri. A mano a mano che si sale verso Sauze, se ne vedono di tutti i colori: condominii di dieci piani, villette a triangolo, quadrate, trapezoidali, una torre circolare, complessi costruiti in verticale accanto a serpentoni che s'allungano in orizzontale. Gli stili sono i più vari e incredibili, i costruttori hanno fatto come hanno voluto. Sauze d'Oulx, in Alta Val di Susa, a 1500 metri, 900 abitanti che diventano 15 mila d'inverno, frequentata soprattutto da torinesi, liguri e lombardi, è diventata ormai un lago di cemento. «Rapallizzare» si dice, con un neologismo attinto dalla cittadina ligure, per concentrare in un vocabolo le valenze negative di una certa crescita urbanistica caotica e speculativa. E a Sauze il verbo si può coniugare a iosa, un po' ovunque sposandosi spesso con il cattivo gusto. «Si fa presto a parlare di brutture e di speculazioni — si difende Serafino Perron 63 anni, sindaco da 8, indipendente moderato, titolare di un'impresa di scavi —. Ma lo sa lei che quando sono nato io. qui si pativa la lame? Ora il paese è cresciuto, abbiamo i turisti che hanno portato il benessere. Dovevamo continuare a fare i contadini o i manovali?». Quando agli inizi degli Anni Sessanta, Sauze comincia a muovere i primi passi per ospitare gente d'inverno e d'estate, non ha un piano regolatore. C'è soltanto un vecchio regolamento edilizio, molto generoso per chi vuole costruire. Chi ha il terreno e i soldi, può innalzare edifici fino a 16 metri. E' la corsa al cemento, via alberi, prati, boschi e sii con casermoni, alberghi, impianti di risalita. Bisogna arrivare al '69 prima di veder approvato dal consiglio comunale il piano regolatore che porta la firma dell'architetto Mollino. Prevede per Sauze una capacità ricettiva di 17 mila persone, riduce la possibilità di costruire in verticale al massimo fino a 12 metri. Per gli imprenditori (società d'assicurazioni, banche, società immobiliari) il problema è presto risolto: si edifica in orizzontale quello che prima si faceva in verticale. Ed è una pioggia di licenze concesse, gli amministratori non possono dire di no, c'è il piano regolatore che prevede tanti nuovi insediamenti. Qualcuno però avverte che bisognerebbe dare omogeneità di stile ai nuovi complessi: viene zittito. «Qui s'ha da costruire, non importa come». è l'imperativo che domina gli anni della «colata facile». Ed è la profanazione ambientale legalizzata. Certo, c'è anche chi ne approfitta più degli altri, ingordo e attento all'equazione «cemento uguale a soldi». Ed ecco il piano in più rispetto alla licenza, il sottotetto reso abitabile. scala abusiva; c'è addirittura chi ha deviato l'alveo di un torrente per avere il permesso di edificazione. Le irregolarità edilizie accertate negli ultimi dieci anni sono 125, regolarmente denunciate dal Comune alla Pretura di Susa, competente per territorio. Ma finora nelle casse del Comune non è entrata una lira delle multe e contravvenzioni stabilite dal giudice, le sentenze non sono ancora definitive. Altri procedimenti dormono negli uffici della Pretura di Susa, vacante da un paio d'anni del titolare. In questo periodo il vice pretore, l'avvocato Dolino, non ha potuto far altro che l'ordinaria amministrazione e risolvere i casi urgenti. Se il Comune di Sauze non ha finora incassato una lira per le irregolarità edilizie dei costruttori, deve suo malgrado sborsare una quindicina di milioni per pagare il professionista, incaricato dell'indagine a tappeto sulle costruzioni abusive. Gonfiata a dismisura da! cemento, portata la capacità ricettiva di alberghi e case a circa 10 mila unità, Sauze cerca ora un momento di pausa' e di riflessione. «Da un anno non concediamo più licenze edilizie — assicura il sindaco — si fanno soltanto lavori di ristrutturazione». Ma è una pausa imposta anche da un andamento turistico contrastante: d'inverno la cittadina scoppia, non si sa dove mettere la folla di sciatori; d'estate gli alberghi so- no semivuoti. La tendenza i sembra accentuarsi. I dati sulle presenze mensili negli ultimi anni lo confermano. Nel gennaio '76, ad esempio, si calcolarono 36 mila 87 presenti, lo stesso mese dell'anno dopo passarono a 137.985, nel gennaio scorse a 204.224. Un mese estivo, agosto: 82.716 presenti nel '76, ridotti a 20.756 l'anno dopo. I primi dati del mese in corso fanno ritenere un ulteriore calo. «Colpa del clima, della crisi economica», assicura Francesco Benincasa. «don Ciccio» per gli amici, segretario comunale dal '67 e direttore dell'Azienda autonoma di soggiorno di Sauze dal '68 —. «La gente quest'anno ha preferito andare al mare, in montagna fa troppo freddo». «La verità è che a Sauze — dice Augusto Lelli, titolare del Miravallino, bar e discoteca — mancano le iniziative per attirare la gente in estate. Non c'è una mentalità adatta, i montanari non si possono improvvisare operatori turistici, bisogna lasciar passare una generazione. Forse dopo arriveranno i turisti anche d'estate, di quelli che spendono non soltanto quelli domenicali. Poi c'è la grossa palla al piede dell'Azienda autonoma: c'è ma non si vede». II presidente della stessa da dieci anni è Carlo Battone, ex presidente della Sagat (aeroporto di Caselle). «Lo ve- diamo qualche volta l'anno — confessa un albergatore che preferisce l'anonimato — luì s'interessa di Sauze come io mi occupo di Torino». Don Ciccio Benincasa, calabrese, difende Baitone e la azienda: «Abbiamo un bilancio di 20 milioni l'anno, che cosa possiamo fare? Promuo¬ viamo feste, spettacoli, concerti di bande, tornei sportivi, balli, diamo anche salsicce calde ai turisti due volte in estate. Chi vuole venire qui ha più ore di sole rispetto a tutte le altre località montane d'Europa, respira aria pura, si gode un panorama stupendo. Qui s'è costruito bene, i boschi sono intat¬ ti... Che cosa si vuole di più?». Ma per la maggior parte dei 900 residenti e i 123 operatori turistici di Sauze, la situazione non è così rosea, i timori s'alternano ai rimpianti, le critiche alle accuse. Le vedremo in un prossimo servizio. Guido J. Paglia Uno scorcio della piazza centrale di Sauze d'Oulx: sembra la periferia di una grande città (Foto Gianni Giovannini)

Persone citate: Augusto Lelli, Baitone, Carlo Battone, Ciccio Benincasa, Dolino, Foto Gianni Giovannini, Francesco Benincasa, Serafino Perron

Luoghi citati: Alta Val Di Susa, Comune Di Sauze, Europa, Oulx, Susa, Torino