Il calciatore, stakanovista a dieta

Il calciatore, stakanovista a dieta Iniziamo un'inchiesta sui moderni metodi di lavoro nei «ritiri» Il calciatore, stakanovista a dieta Parlano Trapattoni, Radice, G. B. Fabbri, Castagner, Borsellini. Liedholm: all'esperienza di tipo artigianale si aggiungono nuove cognizioni scientifiche - Dall'attrezzistica alle corso, ai pesi, ai «menu» per raggiungere la condizione atletica Assieme ai tanti protagonisti dell'ambiente calcistico è molto fotografata in questo scorcio di stagione la «Gymnica», che tutti conosciamo come uno dei tanti marchingegni dell'attrezzistica sportiva, certamente tra i più spettacolari per l'occhio dell'appassionato di football. La complicata e mastodontica macchina —che può consentire a quindici giocatori di compiere esercizi diversi contemporaneamente ed è già stata adottata tempo fa da alcune società, tra cui le torinesi — ha fatto per la prima volta la sua comparsa in un «ritiro», a Vipiteno, dove si allena il Mllan. Gambali, bracciali e cinture imbottiti di pesi fanno sembrare l'attrezzo un autentico strumento di tortura, ma gli allenatori la ritengono ormai indispensabile per rimettere in pista la «macchina-uomo». C'è chi attribuisce alla preparazione pre-campionato un'importanza capitale, decisiva per II buon funzionamento della squadra nell'arco dell'intera stagione e c'è, viceversa, chi la considera una semplice tappa d'avvicinamento alla forma che si raggiunge e si conserva (o si perde) attraverso l'attività agonistica. Lo «stato di grazia» di un calciatore ed il suo rendimento, così come i risultati che si ottengono, dipendonoda molteplici fattori ma è opinione diffusa che lo scudetto (o il traguardo preventivato in base al potenziale ed alle ambizioni) si conquista in gran parte durante l'estate. Su questo discusso tema abbiamo effettuato un'inchiesta con i tecnici ed alcuni medici sociali delle formazioni più brillanti nell'ultimo torneo. Partire con il piede giusto, far compiere agli atleti un buon rodaggio è lo scopo principale, ma mentre esistono società che curano i più piccoli dettagli — preoccupandosi di assegnare un programma di «riposo attivo» o lavoro ridotto anche durante il mese di vacanza —altre si affidano alla «coscienza professionale» dei loro dipendenti. Lo stesso vale per il ritiro collegiale post-vacanze dove a chi segue un metodo di allenamento scientifico in stretta collaborazione con i medici si contrappone chi viaggia ancora all'antica. Due clubs d'avanguardia, Juventus e Lanerossi Vicenza, sono esempi tipici di un'opposta mentalità. Da una parte una delle società più organizzate d'Europa e del mondo, con un presidente che riassume capacità manageriali, tecniche ed amministrative di prim'ordine e si affida ad un lavoro d'equipe che ha prodotto cinque scudetti, due secondi posti ed una Coppa Uefa in sette anni (un ciclo d'oro destinato a continuate); dall'altra una «provinciale» con un presidente mecenate che ama il calcio-divertimento e allarga I cordoni della borsa, sino a rischiare il salasso, per il lusso di tenersi un «gioiello» come Paolo Rossi e si avvale d'un trainer autodidatta, di tipo artlglanale-patemalistico che si basa sull'esperienza pratica, interpella il medico solo se si registrano infortuni ed ottiene ugualmente, da un paio di stagioni,.ec- celienti risultati in rapporto ai mezzi di cui dispone. La figura dell'allenatore «factotum» tende ad estinguersi, incalzata da nuove leve che sono aggiornatissime e credono nel lavoro di gruppo (tecnici, preparatori fisici, medici, fisioterapisti, eccetera) per realizzare e distribuire un plano annuale di preparazione. C'è da verificare —ed il prossimo torneo ci darà la risposta — se il «boom» del Lanerossi Vicenza è un fenomeno passeggero destinato a rientrare nell'anonimato (come accadde a Cagliari e Lazio, ridimensionate soprattutto dagli errori di politica societaria più che da quelli, di conduzione tecnica) oppure se il miracolo di Fabbri si ripeterà. 'Voglio vincere giocando ed è quello che fanno gli olandesi», proclama Fabbri da Ponte alle Alpi. Con una punta d'orgoglio dice d'aver letto pochi libri e manuali sul calcio e di essersi nutrito della sua lunga pratica prima come calciatore poi come trainer. Alle diete non crede. «Tuff/ danno Importanza all'alimentazione e alla medicina sportiva, per me conta il sistema di gioco — aggiunge andando allegramente controcorrente —. Durante le vacanze non ho assegnato "compltini di lavoro" ai giocatori: ho detto loro semplicemente di non straviziare e di divertirsi facendo vita sana, praticando tutti gli sport eccetto il calcio. Qui, in ritiro, cerco di farli mangiar bene con i cibi che preteriscono. Chi aveva, come Faloppa, peso superfluo, lo sta smaltendo e chi, come Paolo Rossi, era sotto di un chilogrammo, sta recuperando il peso-torma». «Nella preparazione — prosegue ; Fabbri — metto in pratica quanto\ ho imparato dagli allenatori che noi avuto, applicando esercizi utili che j soddisfino I giocatori. Nei primi] giorni si è fatto del "footing", con\ corse e saltelli per potenziare il tono muscolare, per tre quarti d'ora, più una decina di minuti di ginnastica: seduta atletica nel pomeriggio con pallone: palleggi e partitelle su campo ridotto a tre tocchi allungando la durata con il passare dei giorni. Siamo saliti a Ponte delle Alpi, sui 400 metri di quota, perché cerco il gran caldo di giorno e un j po' di fresco la notte: voglio che lai squadra si abitui al clima che in-, controra nelle prime competizioni' ufficiali. A me interessa che le "amichevoli" vengano affrontate senza badare troppo al risultato e che la squadra giri al momento del debutto in Coppa Uefa e tenga, come ha già dimostrato, sino in fondo. Il medico? E' al mare. Se ho bisogno lo chiamo ma. per l'ordinarla amministrazione, mi basta* guardare in faccia i giocatori per sapere come stanno». Un altro allenatore che alle doti istintive di Fabbri accoppia un patrimonio di mestiere che pochi altri suoi colleghi possono vantare è Nlls Liedholm: tra l'altro è il più anziano (56 anni) della Serie A. Come preparatore atletico ha fatto scuola! e cerca di mantenersi al passo con i j tempi: considera Importante la collaborazione con lo «staff» medico del Milan e accetta di usare la «Gymnica» sperimentandola addirittura a Vipiteno prima di trasportarla definitivamente a Milanello Ha scelto Vipiteno, come sede del ritiro, «perché mille metri è la quota ideale, c'è un clima fresco, si respira bene, si recupera di notte e si sta tranquilli per circa due settimane». Non fa tabelle di lavoro: «Le facevo un tempo poi le ho accantonate. Mi fido del mio occhio. D altra parte, con qualche sfumatura diversa, tutti adottiamo gli stessi sistemi d'allenamento. Già negli "Anni 40". quando giocavo, essendo un fondista, effettuavo per conto mio degli esercizi che oggi sono d'avanguardia. Trapattoni e Radice, prima come loro compagno e poi alle mie dipendenze, hanno fatto tesoro di certi insegnamenti. E molli, tra i maggiori allenatori del mondo, hanno imparato da noi. In questo periodo si cercano il fondo e la potenza: al mattino ho fatto svolgere molta atletica e palleggi per un paio d'ore e al pomeriggio, per altre due ore. seduta ginnica ridotta e molto pallone. Il precampionato è importante ed i giocatori debbono soffrire e pazientare sapendo che più avanti ne trarranno grossi benefici. Rivera soffre e lavora duramente ma lo fa volentieri. Nel nostro programma c'è un solo neo: siamo condizionati dal fatto che giocheremo sedici partite, una ogni tre giorni, prima del massimo torneo. Sono troppe». Da G. B. Fabbri e Liedholm, che con Pesaola e Lovati sono gli esponenti della «vecchia guardia», alle nuove generazioni. Certe differenze di metodologia balzano subito all'occhio. Alcuni hanno una preparazione più aderente al calcio moderno, nel senso che sono aggiornatissimi ed hanno ampliato la loro cultura oltre il campo strettamente calcistico. Giovanni Trapattoni (39 anni) è attualmente il «leader» con i due scudetti consecutivi e la Coppa Uefa conquistati in sole due stagioni. Cionostante cerca di migliorare continuamente le proprie conoscenze tecniche su una materia in continua evoluzione. Trapattoni considera il raggiunghmento ed il potenziamento della condizione fisica un fattore che può incidere più del cinquanta per cento sul resto dell'annata. Rispetto ad un anno fa ha dovuto dividere in due gruppi i suoi giocatori differenziando l'attività per i nove «argentini» e, in vista della Coppa dei Campioni, ha accelerato un po' i tempi della preparazione «ma senza esagerare, per non portarli in torma troppo in fretta». Non ama i lunghi ritiri «sia perché dopo un certo periodo il calciatore deve ritrovare gli equilibri familiari, sia perché dopo lo sforzo massimo di rigenerazione e resistenza, c'è il fenomeno dell'adattabilità al clima in cui si deve giocare». Vlllar Porosa con i suol 600 metri e Pra Martino a quota mille hanno-un clima che risponde alle esigenze di Trapattoni che ha diviso il precampionato in quattro fasi. Nei primi otto giorni due sedute quotidiane: mattino resistenza e fondo, pomeriggio ripresa di confidenza con il pallone; nella seconda settimana le due sedute con corse di mezzofondo un po' più intense; nella terza cura la velocità al mattino mentre al pomeriggio dirige esercitazioni calcistiche più qualificate (triangolazio ni e schemi); nella quarta comincia l'attività agonistica con le «ami chevoli» che introducono alla forma. La scelta degli avversari è fatta in base ad esigenze di vario tipo ed è graduale. «Le squadre straniere non vanno troppo per il sottile — puntualizza Trapattoni —ed iniziano subito ad alto livello, senza va ! lutare il risultato e la condizione degli atleti che è altalenante e falsata». Gigi Radice non ha tenuto conto dei sei reduci dal «Mundlal» nel programmare il periodo preparatorio. «In Argentina i granata hanno vissuto da atleti senza dispendio di energie tisiche e con una partecipazione psicologica a volte superiore a chi ha giocato — spiega l'allenatore del Torino —. Un mese e due giorni di vacanza sono bastati. Faccio molto affidamento sulla voglia di rivalsa che anima i miei giocatori. Ritengo la preparazione di base importante, non la più importante: la forma va conservata con gli stimoli, per gli altri otto mesi. Come negli anni precedenti l'attività è cominciata ad Entreves e prosegue a Torino». «In montagna, per otto giorni precisa Radice — abbiamo svolto due sedute: al mattino corsa continua sui 200 e 100 metri con pallone (che rappresenta la novità) e senza pallone: nel pomeriggio marcia in salita per la potenza muscolare e in discesa per il ritmo. La fase cittadina, sempre in due sedute, contempla al mattino atletica, per curare resistenza e velocità, e ginnastica: al pomeriggio tecnica individuale, collettiva e di gioco. Le amichevoli, specie quelle di un certo livello, ci introdurranno gradualmente nel clima agonistico». Eugenio Berselllni, allenatore dell'Inter, considera di «vitale Importanza» questa fase stagionale. Ormai si è ambientato nel club nerazzurro ed ha'Introdotto una novità, concordata con i medici: una dieta disintossicante (che segue la fase di rigenerazione una settimana prima del ritiro) per i primi quattro giorni, a base di latticini, uova sode o alla «coque» (sono al bando carne e sughi) con blande passeggiate di circa un'ora e sveglia tardiva, alle 9,30. Il tutto per preparare tre cicli'di lavoro: a Polsa di Brentonico, quota 1200, di fondo (sveglia alle 7,30, lunghe camminate con saliscendi, esercitazioni ginniche e al pomeriggio lavoro di capllarizzazione con contatto col pallone di gomma) per cinque giorni; Ad Appiano Gentile, quoti 375, di resistenza al ritmo (corse su 100 metri ripetute quindici volte, sui 200, 300, 400, 600 metri; il pallone viene usato di pari passo con partitine e prime nozioni di gioco collettivo) per una decina di giorni; di velocità (10 - 20 - 30 - 40 - 60 - 80 metri, in cui è importante la fase di recupero, e partitelle al pomeriggio). Berselllni, che fa uso di gambali, bracciali e cinture pesanti, é convinto che si vada In forma giocando ogni tre giorni e l'ambiziosa Inter ha programmato dieci gare prima del via. Anche Ilario Castagner, ritiene che chi sbaglia la preparazione paghi un prezzo salato. Il suo Perugia in tre anni di serie A ha sfiorato la «zona Uefa» con un ottavo e due sesti posti. I suoi sistemi non differiscono sostanzialmente da quelli dei colleghi. Mentre considera «sacre» le vacanze, tiene i giocatori in ritiro a Norcia (750 metri) per oltre venti giorni. Ha fissato, d'intesa con il medico, un menù limitato che esclude cibi poco digeribili, fritti e condimenti grassi e comprende molta pasta asciutta e parecchi dolci. La sua preparazione è divisa in tre parti con due sedute giornaliere: resistenza generale (corsa continua con il metodo svedese Fartlek su percorso misto e pallone; resistenza alla velocita (interval - training); velocità pura. Alla fine, lavoro di potenziamento muscolare con bilancieri, palloni medicinali e corsa in salita. «Con i pési non vado tanto d'accordo perché non siamo specializzati e gli stessi olandesi li usano pochissimo», spiega Castagner che, d'accordo con i medici, fa sottoporre i suoi uomini a periodici «test» con l'elettrocardlografo, l'apparecchio che controlla a distanza attraverso un «monitor» le pulsazioni sotto sforzo ed i brevi tempi attraverso la regolarità dei battiti. ..Brano Bernardi (1 - continua) ■ 1