Val d'Ossola: salili a venti i morii resla il mistero delle maio sparile

Val d'Ossola: salili a venti i morii resla il mistero delle maio sparile Si lavora freneticamente per ripristinare i collegamenti Val d'Ossola: salili a venti i morii resla il mistero delle maio sparile Sarebbero state inghiottite dalla valanga d'acqua mentre erano in sosta in un tunnel presso Masera - Si continua a rifornire con gli elicotteri i villaggi isolati - A Piedimulera i militari stanno gettando un ponte in ferro per ripristinare i collegamenti con la Valle Anzasca - Da ieri è percorribile la strada della Val Vigezzo e ha "ripreso" il Sempione DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE DOMODOSSOLA — La Valle d'Ossola tira le somme del tragico nubifragio che si è abbattuto lunedì pomeriggio. I morti sono venti: 12 recuperati e identificati, 4 sono dispersi, ma hanno un nome; altri quattro non sono stati trovati. Di questi ultimi si sa solo che viaggiavano su una « Volvo » rossa, che è scomparsa nel torrente Melezzo. Ma è probabile che il Melezzo imprigioni nel suo fango altre vittime. I vigili del fuoco stanno scandagliando il letto del torrente in località Masera, all'imbocco della valle Vigezzo, dove sono stati visti rottami di vetture. Si spera siano vuote, trascinate dai posteggi dalla piena, ma c'è anche il sospetto inquietante, che siano le vetture che si erano fermate sotto il tunnel della statale per ripararsi dall'alluvione. La galleria è stata invasa da un fiume d'acqua che l'ha percorsa tutta come uno stantuffo. Di certo si sa che nel tunnel c'era un'auto di turisti di Basilea, che è finita nel torrente in piena, assieme a un pezzo di strada, circa 200 metri. Nella sciagura William Suess, 48 anni, è morto, sua moglie, Elen, 52 anni si è salvata ed è ricoverata all'ospedale di Domodossola. Un chilometro a monte della galleria sempre nel letto del torrente, i finanzieri del soccorso alpino hanno recuperato altre parti di automobili. Si tratta di un frontale con ruote di un'auto targata Varese 206650, di cui non si sa la fine del proprietario; la fiancata di un furgone Volkswagen, pezzi di una «Mini-Minor» nuovo tipo di colore blu, la fiancata di una vettura metallizzata, un frontale bianco con radiatore. Rottami irriconoscibili di cui non è possibile accertare l'origine di fabbricazione. Sempre scavando nel fango, a ridosso della riva dove sono stati spinti dalla corrente, i militari hanno recuperato molti indumenti (gonne, pantaloni, una maglia, alcune scarpe). I cani da fiuto stanno battendo tutta la zona, ma sino alle 20 non era stato trovato alcun corpo. In mezzo a questo tragico panorama, era anche corsa la voce che un pullman di handicappati era finito nel torrente in piena. C'era chi addirittura lo aveva visto inabissarsi con tutto il suo carico umano. Una voce che è risultata falsa. A Re, in alta valle Vigezzo, c'è l'istituto «Cuore Immacolato» che in questo periodo ospitava 62 handicappati di Gorizia ed altri 32 di Ascoli Piceno. Questi sventurati non si sono mai mossi dal loro istituto e non hanno subito danni. Ieri mattina sono stati tutti prelevati con gli elicotteri, portati a Santa Maria e di qui in pullman a Domodossola, dove c'era un vagone ferroviario che li stava aspettando e che li ha portati alla loro residenza di origine. Re è uno dei paesi ancora isolati assieme a Vilette, Orcesco e Coimo. Per il momento queste piccole co- munita hanno medicinali e viveri a sufficienza. Per ogni eventuale caso di emergenza, sono pronti gli elicotteri. Questi quattro villaggi sono sul fianco della montagna e la rete stradale che li univa l'uno all'altro e quindi alla statale del Vigezzo, è sconvolta. Comunque da ieri tutta la strada della Val Vigezzo è percorribile, passando da Cannobio, sul lago Maggiore, ma a ore fisse: dalle 12 alle 14 e dalle 16 alle 18. Si sale toccando Gurrone, Orasco, Zornasco, Buttogno e poi si scende verso Domodossola, fino nei pressi di Maser dove c'è il tunnel di cui abbiamo parlato e dove mancano anche 200 metri di statale. In quel punto ci sono decine di camion che scaricano continuamente tonnellate di terra e rocce. Preelvano il materiale dal torrente La Valle a Cosasca, dove l'alveo è salito di una quindicina di metri, tutti massi e fango caduti dalla montagna. E' a due passi dalla frazione Porcelli, dove lunedì sera è crollata una casa e ha sepolto sei persone della famiglia Manini. Sono morti due fratelli e una bambina; si sono salvate le loro mogli e un bambino. La Valle Anzasca è ancora isolata, l'interruzione è in lo calità Molini, dove inizia la statale per salire verso Macugnaga al bivio di Piedimulera. Qui è crollato un ponte ma i militari della divisione «Centauro» di Novara, al comando del generale Starace, stavano gettando un ponte in ferro «Bayley». In questa valle ci sono diecimila turisti isolati, ma fra tre, massimo quattro giorni, la strada sarà unita da una struttura in ferro percorribile anche dai camion. Intanto è in allestimento una passerella in legno e stamane sarà già agibile. Anche la Valle Anzasca è continuamente percorsa dagli elicotteri che partono da dietro la caserma della finan¬ zcmtivmdunhgpsdE za di Domodossola e portano cassette di frutta, verdura e medicinali dove occorre. Il tratto di statale che è oltre il ponte distrutto salendo verso Macugnaga, è stato ormai liberato dalle frane, una decina. La ferrovia Vigezzina, che univa Domodossola a Locarno, lungo la valle Vigezzo, ha avuto invece il colpo di grazia. Sono crollati quattro ponti da Orcesco al confine svizzero e centinaia di metri di binario non esistono più. Era una delle poche linee an- cora in concessione, a scartamento ridotto, e per il ripristino occorrono — come ha dichiarato l'on. Libertini, presidente della commissione trasporti della Camera — opere importanti per l'ammontare di 6 miliardi. La ferrovia serviva i pendolari che vanno a lavorare oltre il confine. Sabato la linea dovrebbe riprendere a funzionare, naturalmente solo da Orcesco a Domodossola e viceversa, un tratto di 13 chilometri; la parte finale del viaggio fino a Locamo, sarà smaltita da pullman e autocarri. La ferrovia internazionale del Sempione, ha ripreso a funzionare. Era interrotta a San Giovanni, tra Preglia e Varzo in Valle Divedrò. L'acqua ha strappato via i binari e la massicciata che era stata costruita all'esterno di una galleria, crollata durante l'alluvione del maggio '76. Il primo convoglio è passato su questo nuovo tratto di linea nelle prime ore del pomeriggio. Ieri, nel municipio di Domodossola c'è stata una riunione di sindaci e amministratori delle zone colpite dal nubifragio. Erano presenti l'assessore regionale all'urbanistica Rivalta, il magistrato del Po, ing. Cammarata, il presidente della Provincia, Mazzocco. Vincenzo Cammarata ha annunciato che il programma di interventi a valle del Toce inizierà entro oggi con uno stanziamento di un miliardo e mezzo (consolidamento degli argini). C'è stata anche una levata di scudi dei sindaci presenti che hanno rinnovato le critiche per il ritardo negli interventi dopo i precedenti disastri. Ma in proposito la Regione Piemonte ha voluto fare sapere con un comunicato il suo pensiero: « Per quanto riguarda la celerità, nell'esecuzione dei lavori — è detto — viene ricordato che la legge regionale numero 46 dello scorso anno, ha introdotto norme profondamente innovative. In proposito, il presidente della Giunta regionale Vigliane — continua il comunicato — aveva dato disposizioni ai sindaci che "ove si verifichino o si siano verificate stuazioni di richieste di pronto intervento, i sindaci dovranno segnalare la situazione alla Regione, la quale, fatta salva ogni facoltà di verifica, potrà autorizzare tempestivamente l'inizio dei lavori nei limiti economici segnalati. La Regione provvederà all'erogazione delle somme spese direttamente dalle amministrazioni comunali. Tale facoltà è già stata ampiamente sperimentata con successo durante le recenti alluvioni nell'Alessandrino ». Il comunicato continua con una nota di precisazione: «Sono largamente infondate anche le affermazoni, secondo le quali i danni dei giorni scorsi (nubifragio di lunedì) si sarebbero verificati in zone già disastrate in precedenza e non sottoposte a lavori di difesa. E' da rilevare fra l'altro che le numerose opere recentemente realizzate con finanziamenti regionali nelle valli ossolane hanno ampiamente resistito all'evento calamitoso ». Oggi a mezzogiorno, sempre nel municipio di Domodossola ci sarà un incontro di sindaci della comunità montana per fare il punto sulla situazione. Ogni amministratore dovrà portare l'elenco dei danni subiti nel suo Comune, il preventivo e i suggerimenti per le opere di difesa. Anche i sindaci dei paesi isolati (Macugnaga, Re, Villette, Antrona) saranno presenti: arriveranno a Domodossola in elicottero. Aldo Popaiz Alcune donne scavano nelle macerie della casa sotto la quale è rimasta sepolta la famiglia Manini (Foto Piero Goletti)