Scommesse sui cavalli per 500 miliardi

Scommesse sui cavalli per 500 miliardi Cos'è l'ippica in Italia: su trentasei piste di trotto e galoppo lavorano in 50 mila Scommesse sui cavalli per 500 miliardi Sembra una cifra favolosa, ma è un'inezia in confronto ai dati relativi agli Stati Uniti, all'Inghilterra e alla Francia - Un'attività in espansione - Preferenze degli appassionati Nel 1977 gli italiani hanno scommesso sulle corse dei cavalli poco meno di 440 miliardi di lire; nell'anno in corso, dato che l'aumento previsto si aggira sul 15-20 per cento, si supereranno i 500 miliardi. Sembrano somme favolose, ma sono inezie se raffrontate a quanto si scommette in America, o nelle nazioni europee ippicemente più progredite, come in Inghilterra. Francia e Germania. Quanti sono gli scommettitori in Italia? Non cosi numerosi come i francesi e gli inglesi, ad esempio, paesi dove anche le massaie conoscono per nome i cavalli da corsa, e dove molti quotidiani, non solo la stampa specializzata, hanno la loro brava pagina ippica Quanti sono gli operatori italiani che lavorano per le corse dei cavalli? Qualche anno fa si parlava di 30 mila. Attualmente, con il ritmo di sviluppo preso dal settore, tra artieri, fantini, guidatori, uomini di scuderia e impiegati delle sale corse, tale cifra potrebbe essersi raddoppiata. Un nuovo segno dell'impulso preso dall'ippica nazionale è dato dalla recentissima apertura di trotto a Taranto. Col nuovo impianto intitolato allo scomparso pontefice Paolo VI i «trotters» della Penisola salgono a 21. cosi ripartiti per regione: due in Piemonte (Vinovo e Novi Ligure), due in Lombardia (Milano e Leno), due nel Veneto (Padova e Treviso), uno nella Venezia Giulia (Trieste), cinque in Emilia (Bologna. Modena, Ferrara. Ravenna e Cesena), tre in Toscana (Firenze. Montecatini e Follonica), uno nelle Marche (Montegiorgio). uno nel Lazio (Roma), due nella Campania (Napoli e Aversa). uno nelle Puglie (Taranto) e uno in Sicilia (Palermo). Gli ippodromi di galoppo, regolarmente riconosciuti dal Jockey Club, sono 15: uno in Piemonte (Vinovo). tre in Lombardia (Milano. Monza e Varese), uno nel Trentino (Merano), uno nel Veneto (Treviso), quattro in Toscana (Firenze. Pisa. Livorno e Grosseto), uno nelle Marche (Corridonia). uno nell'Abruzzo (Lanciano), uno nel Lazio (Roma), uno nella Campania (Napoli) e uno in Sardegna (Chilivani). Quattro sole regioni non hanno ippodromi funzionanti la Liguria. l'Umbria, la Basilicata e la Calabria Nel riquadro accanto (tabella A), riportiamo i dati del 1977 relativi al movimento delle scommesse sui compi di corse Al trotto, quattordici ippodromi sono aperti per oltre 30 giornate: Follonica nel '77 ha avuto 15 giornate: Modena. Treviso. Leno e Ravenna meno di 10 Quest'anno si sono avute lievi variazioni Roma ha superato Milano (143 riunioni contro 142). Follonica, «piazza» in ascesa, ha ottenuto 5 giornate in più di quelle programmate nel 77.. Come movimento delle scommesse sul campo. S Siro e in testa seguito dall'Arcoveggio di Bologna e da Tor di Valle di Roma In questa graduatoria Vinovo si trova al decimo posto, che diventa dodicesimo se rapportato alla media per giornata, preceduto anche da Modena e da Montegiorgio. Napoli è piazzata al nono scalino e sfata cosi la leggenda che i partenopei sono prodighi nello spendere quando si tratta di scommettere sui cavalli. Anche come presenze Napoli non eccelle E' sui livelli di Torino. Trieste e Aversa La passione per i trottatori raggiunge vertici altissimi, invece, a Modena (sia pure per sole 7 giornate) e a Palermo (ma alla Favorita in molte riunioni l'ingresso è gratuito). Cesena e Montecatini hanno pure una media molto elevata di spettatori, spiegabile con il periodo prevalentemente estivo in cui i due ippodromi restano aperti. Nelle città in cui si gareggia sia al trotto che al galoppo ì confronti sono curiosi. A Milano preteriscono il galoppo e scommettono mediamente 90 milioni in più che al trotto in ogni giornata dì corse. A Roma si verifica il fenomeno inverso: più spettatori e più scommesse al trotto che sui purosangue A Firenze e a Tonno le preferenze vanno ai galoppatoti Complessivamente nel '77 sono stati scommessi sui campi di corse 190 miliardi di lire. 130 miliardi al trotto (in 1105 giornate) e 60 al galoppo (in 486 riunioni) Nelle sale corse le scommesse del '77 hanno raggiunto i 248 miliardi e 658 milioni di lire. Nella tabella B riportiamo t movimenti fatti registrare nelle agenzie ippiche delle città in cui funzionano ippodromi di trotto o di galoppo, avvertendo che in altri centri senza ippodromi (come Alessandria e Genova) funzionano parimenti sale corse autorizzate dell'Unire. Nella stessa tabella sono indicati il numero medio dei partenti per corsa e la percentuale dell'incremento delle scommesse rispetto al 1976. Dall'esame dei dati riportati si rileva che i grandi centri urbani hanno raggiunto la saturazione, con l'incremento del 10-15 per cento, non potendosi considerare altro che l'adeguamento delle puntate alla svalutazione annuale della lira. Le citta meno popolose, invece, come Livorno. Pisa. Grosseto. Aversa. Cesena e Modena sònoln fase di netto sviluppo Tengono bene anche Napoli. Bologna e Palermo Tonno si difende, sia come media partenti, sia come ammontare delle scommesse nelle sale corse che e solo tre volte e mezzo meno di Milano, mentre «sul campo» il rapporto fra Vinovo e S Siro è meno di 5 volte al galoppo e meno di 4 al trotto segno che i torinesi scommettono abbastanza allegramente nelle agenzie cittadine e si spostano malvolentieri dal centro urbano a Vinovo per vedere i cavalli in pista . ' . A. Dcbernardi La carta degli Ippodromi di trotto e galoppo in Italia

Persone citate: Aversa, Paolo Vi