Bimbo scomparsa nel fango mentre fugge con i genitori

Bimbo scomparsa nel fango mentre fugge con i genitori Macugnaga isolata da dieci frane, riattivata la luce Bimbo scomparsa nel fango mentre fugge con i genitori NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE DOMODOSSOLA — Macugnaga è isolata. Per il momento il cielo è l'unica via per raggiungere il paese. Due elicotteri della Finanza hanno portato pane e tecnici dell'Enel che hanno ripristinato i collegamenti elettrici. E' tornata la luce che mancava da lunedì sera. Macugnaga è tranquilla, il disastro è avvenuto 15 chilometri a valle. Il nubifragio ha sconvolto una fascia di sette chilometri, dove prima c'erano boschi e campi, adesso c'è un mare di desolazione. L'interruzione della strada per Macugnaga inizia in frazione Molino, dove un ponte è stato spazzato via. Militari della divisione «Centauro» stanno lavorando per gettarne uno di fortuna ed entro oggi la statale 549 potrà essere percorribile in quel tratto. Poi il secondo sbarramento, salendo verso Macugnaga, 10 si incontra a Castiglione. La strada è ostruita da una frana di terra e altre nove frane sono disseminate lungo la statale fino in località Ponte Grande. Due scavatrici sono al .lavoro dall'altra sera per rimuovere gli ostacoli (terra, rocce, alberi divelti dalla furia del vento) ma due mezzi meccanici sono pochi di fronte all'entità del disastro. Il maltempo è cominciato lunedì pomeriggio dopo un mattino di pallido sole. Verso le 15, è scesa una pioggerella che è aumentata alle 17 e per due ore ha scatenato 11 finimondo. Tutti i torrenti e i rii sono ingrossati, sono usciti dall'alveo trascinando a valle fango e pietre. I ponticelli sono stati divelti, stradine e sentieri spazzati via. Ponte Grande e Calasca sono stati i due centri maggiormente colpiti dall'alluvione. Una bambina di otto anni è morta annegata, era una milanese in vacanza con i familiari. La casa dove abitava ha cominciato a tremare sotto la spinta del torrente in piena. La piccola è scappata con i genitori, ma appena arrivata in cortile, ha voluto tornare indietro per calzare gli stivali di gomma. Ha fatto qualche passo, la terra le è franata sotto i piedi ed è finita nella piena. La piccola è stata vista scomparire nel fango, riemergere dopo qualche metro, agitare le braccia. Poi è stata risucchiata sotto. Il suo corpo è stata ripescata a valle, in una frazione del comune di Banio. Quasi contemporaneamente a Calasca si stava consumando un'altra tragedia. E' morto un turista di Pisa: Damizio Ballati, 51 anni. Stava pranzando con alcuni amici in un ristorante, quando il locale è stato invaso dall'acqua del torrente Anza che aveva rotto gli argini. L'uomo si è tolto le scarpe, è uscito all'aperto seguito dalla moglie e dagli altri avventori. L'acqua gli arrivava alle ginocchia, a qualche metro da lui c'era una donna anziana che rischiava da un momento all'altro di cadere. Per lei sarebbe stata sicura morte perché la corrente in quel punto era fortissima. Ballati l'ha afferrata sotto le ascelle e spinta su un albero. Stava per aggrapparsi anche lui a un ramo, quando è arrivata un'ondata che lo ha travolto. Il suo cadavere è stato recuperato poco dopo dal brigadiere della Finanza Wolter Malfatto, comandante del soccorso alpino di Macugnaga. Ballati è stato trovato a ridosso di una frana, dove la violenza delle acque lo aveva quasi conficcato nella terra. «L'uomo aveva ancora le scarpe in mano — ha raccontato il brigadiere Malfatto —. Ha salvato una donna, ma lui è stato sfortunato». Dalla frazione Molino a Ponte Grande ci sono sette chilometri. Le frane si sono staccate dalle montagne che sovrastano la statale. In quell'ora c'era molto traffico, diverse automobili sono state bloccate. Un milanese che non ha voluto dire il suo nome per non allarmare la famiglia che è in vacanza, ha raccontato: «Sono rappresentante e stavo scendendo verso Piedimulera. Pioveva come non ho mai visto, il tergicristallo della vettura non riusciva a smaltire l'acqua. Il cielo era buio e avevo le luci accese. Mi ha salvato la prudenza. Viaggiavo tutto spostato sulla sinistra perché dal fianco della montana scendeva acqua e fango. In certi punti dava l'impressione di passare sotto una cascata. Improvvisamente davanti al cofano ho visto schizzare fango e la macchina ha avuto uno scossone. Era caduta una frana a pochi metri. Ho frenato disperatamente e innestato la retromarcia. Ma ho fatto poca strada, perché nel frattempo era caduto altro fango sulla carreggiata e sono rimasto bloccato. Ho trascorso la notte in auto, in preda a viva angoscia. Temevo da un momento all'altro che mi cadesse il monte addosso. Ieri mattina all'alba, appena è spuntata un po' di luce, mi sono avviato a piedi, superando la frana. Nelle mie condizioni c'erano altri automobilisti che come me avevano trascorso la notte all'addiaccio perché bloccati tra due mucchi di terra». Ieri la statale per Macugnaga, nei sette chilometri tra le località Castiglione e Ponte Grande, erano percorribili, ma solo a piedi. Mentre infuriava il temporale, il transito ai mezzi pesanti sulla carreggiata era stato vietato per pura misura precauzionale. Alle 20, era stata vietata la circolazione a tutti i veicoli nei due sensi. Le auto che però sono rimaste intrappolate, erano le ultime passate prima del blocco. Ieri mattina tutta la Valle Anzasca si è svegliata sotto uno splendido sole che ha il¬ luminato uno spettacolo desolante. Centinaia di spalatori stanno lavorando per rimuovere il fango dalle strade, dalle cantine, dalle case. La piena dei torrenti sta scemando e dove è possibile si stanno costruendo ponti con travature in legno e passerelle. Lunedì, mentre a valle pioveva, in montagna, sopra i duemila metri nevicava. «E' stata una fortuna — dicono — perché se anche quella fosse stata pioggia, oggi non esisterebbero più i paesi». In tutta la valle fa freddo, è il vento gelido che scende dal Monte Rosa. Il disagio è maggiormente avvertito dai turisti che alla sera devono imbottirsi di coperte perché rimpianto di riscaldamento negli alberghi e nelle pensioni non funziona per mancanza di energia elettrica. Mentre le squadre stanno portando aiuti agli alluvionati, è giunta 'una angosciosa segnalazione. Tre alpinisti bresciani che domenica mattina si erano incamminati per la traversata del Rosa, non sono mai arrivati a Zermatt. Non si sa che fine abbiano fatto. Sulla montagna c'è bufera a. p.

Persone citate: Anza, Castiglione, Ponte Grande, Wolter

Luoghi citati: Domodossola, Macugnaga, Piedimulera, Ponte Grande