Valle d'Ossola: dichiarato lo stato di emergenza I sindaci dimissionari perchè non si è fatto nulla

Valle d'Ossola: dichiarato lo stato di emergenza I sindaci dimissionari perchè non si è fatto nulla Il nuovo disastro provocato dalla mancata realizzazione di opere pubbliche di difesa Valle d'Ossola: dichiarato lo stato di emergenza I sindaci dimissionari perchè non si è fatto nulla "Che cosa vale — hanno sottolineato gli amministratori durante l'incontro con il presidente della Regione Viglione — trovarci qui ad ogni sciagura, se noi tutti siamo ancora in attesa degli aiuti di pronto intervento?" - Numerose zone colpite erano già state investite dall'alluvione del maggio e dell'ottobre dello scorso anno - E' tornato il sole su una vallata devastata DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE DOMODOSSOLA — Una drammatica riunione si è svolta ieri a mezzogiorno a Domodossola, presieduta dal presidente della Regione, Viglione, accorso da Torino con funzionari e tecnici. Al termine è stato dichiarato lo stato di emergenza ed è stato nominato un comitato operativo per coordinare le operazioni di soccorso e dipronto inter-e vento. Nella sala del Consiglio si sono via via radunati i sindaci e gli amministratori delle comunità montane di tutte le valli dell'Ossola. Mancavano solo quelli della Valle Vigezzo e della Valle Anzasca, che sono tuttora isolate. A quel tavolo si doveva fare il punto della situazione. La tragica notte in cui in poco più di tre j ore intere frazioni sono state devastate dai torrenti in piena, è stata rievocata da quelli che l'avevano vissuta in prima persona. Il maresciallo De Negri della Forestale, salito alla piana di Malesco l'altra sera al primo allarme, legge i suoi appunti. E' stato un ciclone: dalle 20 alle 22 la grandine è caduta a chicchi enormi. I ponti sono subito crollati e nella zona rimasta senza luce la gente sembrava impazzita, si gettavano dalle finestre, camminava comein trance trascinando i bambini atterriti. Nella conca di Zornasco, una frazione di Malesco, sono stati spazzati via un camping di tende e roulottes e una segheria. Cnetinaia di macchine parcheggiate per le strade sono andate distrutte. Nella piana di Re, il Melezzo ha trasci¬ nato via un capannone agricolo con le bestie. Re è completamente isolata. Druogno è irriconoscibile: un fiume passa attraverso il paese. Il senatore Del Ponte e l'on. Giordano, all'ora del disastro, erano diretti a una riunione ad Anzola in cui si doveva discutere delle misure di difesa per il territorio, che nel giro di tre anni è stato colpito sette volte da violenti nubifragi. Del Ponte ha raccontato: «Mi sono salvato per miracolo. Attraversavo infatti in auto Piedimulera alle 20, al momento della grande ondata di piena, quando la caduta di una frana a monte ha fatto diga e l'acqua del torrente, diventato fiume, >.a divelto tutte le paratie spingendole fino al ■ponte di Piedimulera. Per fortuna il ponte non ha ceduto ma l'Ama, che trascinava quintali di tronchi d'albero e di detriti, si è diviso in due torrenti, uno diretto a Pieve Vergonte e uno a Piedimulera. Alla Rumianca di Pieve Vergonte sono stati asportati duecento metri del canale dì derivazione della centrale idroelettrica. I danni ammontano certo a centinaia di milioni». Giordano scendeva da Toceno in Valle Vigezzo: «Il ciclone mi ha colto a mezza strada. Davanti all'auto si formavano collinette di pietre e di fango strappati dalla montagna. Solo la forza della disperazione ha fatto sì che proseguissi il viaggio fino a Domodossola ». I sindaci che erano presenti alla riunione di Domodossola erano quelli dei comuni meno sconvolti dall'acqua, ma fin da questo primo bilancio i danni appaiono enormi, richiamando alla mente il disastro dei nubifragi dell'autunno scorso. Il sindaco di erodo ha spiegato che nel suo comune è caduta una frana di cinquecento metri per trenta: un torrente ha deviato il corso portando via la strada ed ora passa fra le case. A Varzo (sono sempre i sindaci che riferiscono), per uno smottamento che ha danneggiato l'acquedotto, la frazione San Domenico è senz'acqua. A Piedimulera, Formazza, Bognanco, Villadossola, Pallanzeno, le strade sono distrutte, ricoperte di sabbia, con le tubazioni scoppiate. A Montecrestese, una centrale elettrica è sparita, l'altra è distrutta a metà: danni per due miliardi. A Masera, il ponte ha ceduto travolgedno cinquanta metri di strada. LTsorno ha fatto crollare la parte vecchia degli argini e si sta dirigendo verso il ptese: manca la sabbia per tamponare la falla. Da Macugnaga il sindaco ha fatto pervenire un telegramma: «Mancano l'energia elettrica e il pane». A Baceno sono di nuovo colpote le zone già toccate dalle alluvioni del maggio e dell'ottobre dello scorso anno. Alla Regione e ai politici presenti gli amministratori di questi comuni in balia dei nubifragi hanno amaramente ricordato che non sono ancora andate in porto le pratiche per i danni delle alluvioni dello scorso anno. «A che vale trovarsi qui ad ogni disastro — hanno detto — se noi tutti siamo tuttora in attesa degli aiuti cosiddetti di pronto intervento?». Monti, sindaco di Anzola, che ha il comune per metà allagato, ha rassegnato le dimissioni. Dimissionario è anche Corradini, sindaco di Trontano. «Torno al mio paese a seppellire i tre morti — ha detto con voce rotta dall'emozione —, poi chiudo la carriera di sindaco ». Il presidente della Regione ha autorizzato i sindaci a realizzare subito, solo segnalandole al Genio Civile, le opere di pronto intervento che ritengano necessarie: viabilità per le frazioni isolate, acquedotti, fognature. E' una chiara delibera che già prese nel novembre scorso, ma gli amministratori comunali sono esitanti a impegnarsi temendo di non essere poi coperti. Estremamente complesso appare invece il problema della sistemazione idrogeologica: i piani del bacino vanno avanti, ma le competenze non sono che in parte della Regione. Tuttavia Viglione ha promesso formalmente che farà il possibile per sbloccare subito le pratiche in attesa. «Ma a che vale — ha commentato amaramente l'ingegner Imperiale, purtroppo, di sei mesi in sei mesi le pratiche si accumulano e le vecchie vengono sopraffatte dalle nuove». A conclusione dell'incontro, come abbiamo detto, è stato costituito un comitato di emergenza di cui, con la Regione, fanno parte i rappresentanti della Prefettura, della Provincia di Novara, del Genio Civile, del Magistrato del Po, dell'Ispettorato forestale. Vittoria Sincero Domodossola. Un gruppo di parenti delle vittime dell'alluvione • A destra una donna sotto choc viene portata in braccio da un parente (P. Goletti)