Lo stampo mafioso nel delitto dell'uomo "cementato,, vivo di Gino Mazzoldi

Lo stampo mafioso nel delitto dell'uomo "cementato,, vivo Una fine orribile ed è ancora sconosciuto Lo stampo mafioso nel delitto dell'uomo "cementato,, vivo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MILANO — Non è ancora stato identificato l'uomo cementato nel baule: il cadavere è stato trasportato all'obitorio per essere sottoposto in settimana a perizia necroscopica. Secondo gli inquirenti lo sconosciuto sarebbe stato narcotizzato e sepolto vivo in una colata di cemento: lo dimostrerebbe l'ingrossamento della gola e l'assoluta mancanza di aria nei polmoni. La morte, secondo le prime risultanze, dovrebbe risalire a una decina di giorni or sono. Gli elementi di cui finora dispongono carabinieri e polizia sono scarsissimi. Il caldo ha decomposto il cadavere e non è stato possibile rilevare le impronte digitali: inoltre, per liberare i miseri resti dalla massa del cemento, gran parte della pelle è stata asportata e non è più possibile individuare eventuali segni caratteristici. L'autopsia dovrà pertanto partire dall'esame della dentatura (alcuni denti sono stati curati da un odontotecnico) per poter fornire agli inquirenti elementi utili. Le indagini si prensentano difficili anche se polizia e carabinieri sono convinti che presto o tardi giungerà qualche «soffiata». E' fuor di dubbio, infatti, che il delitto è di pretta marca mafiosa. Se gli assassini avessero voluto disfarsi del cadavere lo avrebbero potuto fare con estrema facilità e del delitto non sarebbe rimasta alcuna traccia: il fatto che abbiano invece lasciato la loro vittima per almeno otto giorni in una strada sta a dimostrare che era loro intenzione far sapere a chi di dovere che la loro vendetta era stata inesorabile. Come si è detto le indagini sono orientate sul delitto di mafia, forse tra cosche impe- gnate nel «racket» dell'edilizia o delle costruzioni pubbliche («cementare» una persona può significare che questa è venuta meno ad accordi precisi per l'impiego di manovalanza o per appalti): si tratta ora di stabilire in quale regione d'Italia è iniziata questa lotta e se la vittima sia stata soppressa a Milano o altrove. A tutte queste domande per il momento non è possibile dare una risposta. La macabra scoperta è stata fatta alle 4,30 di domenica. Una pattuglia della polizia, durante il consueto giro di perlustrazione nella città in questi giorni semideserta, davanti al numero 31 di via Marcantonio Colonna, nel quartiere della fiera campionaria, ha trovato una «Simca Crysler» azzurra con una portiera spalancata e il deflettore rotto. La vettura era targata MI 71909A. Un rapido controllo ha permesso subito di accertare che la targa apparteneva ad una «Giulia» rubata il 27 aprile scorso. Evidentemente un ladro aveva cercato di impossessarsene. Perché poi aveva desistito? La risposta è venuta poco dopo. Sul pianale posteriore c'era un grosso baule di fibra di vetro, rinforzato con lamine di metallo delle dimensioni di 130 centimetri per 50. Le serrature chiuse a chiave, sigillato con nastro adesivo. La porta spalancata e il deflettore spezzato avevano fatto circolare a sufficienza l'aria. Ma non appena il baule, pensantissimo, è stato smosso, si è diffuso un odore nauseabondo. Evidentemente il ladro, quando è stato investito dai miasmi, ha preferito abbadonare tutto. E' toccato agli agenti e ai vigili del fuoco aprire il baule con l'ausilio di maschere. Fatta saltare la serratura, e tolti i sigilli, il coperchio è stato aperto. Serrato da un blocco di cemento c'era il cadavere di un uomo. Gli occhi spalancati, la gola gonfia. Vestito solo di un paio di pantaloni di velluto verde e uno slip a righe bianche e rosse. Il corpo, ormai in stato di avanzata decomposizione, aveva le gambe piegate all'indietro ed era avvolto in una coperta scozzese. Il tutto in un sacco a pelo viola, a sua volta rinchiuso in due sacchi di plastica della spazzatura, legati con filo di ferro. Il macabro fardello era stato poi adagiato nel baule sul cui fondo era stata fatta una «colata» di dieci centimetri di cemento. Con lo stesso materiale era stato poi ricoperto il cadavere, colmando ogni spazio libero. Ci sono volute due ore per poter liberare i resti. Sono subito scattate le indagini. Gli inquirenti sono riusciti a rintracciare due dipendenti dell'«Autostradale», la società di trasporti che nella zona ha i suoi parcheggi: costoro hanno affermato che la «Simca Crysler» era ferma nella zona da almeno otto giorni. Nessuno aveva fatto caso alla vettura anche se era ben visibile all'interno il baule sistemato sul pianale superiore: i due testimoni — dei quali la polizia non ha voluto rivelare i nomi — hanno creduto che si trattasse di una macchina caricata per le ferie. Sulla vettura nessun elemento utile alla polizia. In un primo momento si era sospettato che potesse trattarsi dei resti di due sequestrati: il messicano di origine israeliana David Beissah, scomparso 1*8 marzo scorso, o l'imprenditore milanese Mario Ceschina, rapito il 26 ottobre di due anni fa, dei quali si è persa ogni traccia. Entrambe le possibilità sono state però escluse. Il corpo «cementato» nel baule appartiene ad un uomo sui 30-40 anni, di media statura, capelli neri. Btissah, al momento della scomparsa aveva 65 anni, capelli brizzolati, mentre Ceschina è più alto e tozzo. Gino Mazzoldi

Persone citate: David Beissah

Luoghi citati: Italia, Milano