Vacanza diversa in Monferrato di Franco Marchiaro

Vacanza diversa in Monferrato Per tutti coloro che amano il verde e la serenità Vacanza diversa in Monferrato Una natura che ritempra lo spirito, aiutata da una cucina che è arte - Anche i prezzi sono convenienti - Molti hanno abbandonato le chiassose spiagge o le località montane di grido DAL NOSTRO CORRISPONDENTE CASALE MONFERRATO — Il Monferrato è la culla delle tradizioni storiche e popolari del Piemonte. Per uno straniero Piemonte vuol dire Monferrato, il «paese del vino buono». Per noi è la terra del ritorno rituale, chi vi è nato ed ha dovuto allontanarsi per cercare lavoro, ha una sola aspirazione: tornare alle sue colline, ai vecchi borghi, ai vigneti dai quali nascono, con la barbera, il vino monferrino per eccellenza, tanti altri otti- mi vini. Ma, specialmente dopo gli anni dell'«austerità» e della passione ecologica, il Monferrato è stato scoperto dai turismo. Piemontesi, liguri, lombardi, in particolare, cercano, tra queste verdi e basse colline, l'aria sana e la tranquillità per una vacanza diversa, tra la natura che ritempra, aiutata da una cucina che in Monferrato è arte, fatto di cultura. Il fenomeno si fa massiccio di anno in anno, già a luglio l'afflusso è stato notevole, per crescere in agosto; le punte maggiori si avranno in settembre, il mese della vendemmia e della vacanza in campagna. Lungo la «panoramica del Monferrato», un itinerario fantastico che scorre sulla fascia collinare in corrispondenza del Po da Coniolo a Verrua, da Cocconato a Crea, da Moncalvo a Vignale, e Lu Monferrato, s'incontrano frotte di turisti attratti dal magnifico panorama. Vengono in particolare dalle grandi città del triangolo industriale. Hanno scelto il Monferrato per le loro vacanze; abbandonando la spiaggia rinomata, la località alpina di grido, la crociera. Quali i motivi? «E' facile rispondere — afferma Oreste Cantamessa, un milanese in vacanza nella zona con la famiglia (moglie e due figli) — provi a confrontare i prezzi praticati in queste zone con quelli delle località marine e montane. Capirà subito le ragioni mie e di quanti hanno fatto la stessa scelta». Abbiamo seguito il consiglio del signor Cantamessa e controllato alcuni prezzi. Ad Ottiglio, località Madonna dei Monti (400 m sul mare), la pensione in stanza con bagno costa sulle 11 mila lire; a Murisengo (338 m) dalle 8500 alle 9500; a Mombello (294) dalle 7000 alle 8500; a Lu Monferrato (307) e Gabiano (300 m) dalle 7500 alle 8000 lire, 8500 se c'è il bagno. Si spende dalle 8700 alle 9700 lire a San Salvatore Monferrato (205 m), 10 mila a Cereseto (294 m). Sono alcuni esempi, la media è uguale ovunque. A San Giorgio Monferrato, un'oasi di fresco alla quale si giunge inerpicandosi su un «bricco», si può trascorrere la vacanza al «Castello», un albergo-ristorante rinomato, ricavato nel «maniero» che, circondato da uno stupendo parco, detmina il paese. Si può alloggiare in un appartamentino ammobiliato con «pezzi» del Settecento pagando sulle 20 mila lire al giorno, tutto compreso. Molte poi le case private. Come San Giorgio, sono decine i comuni affollati di turisti, spinti alla scoperta di questa vacanza in terra monferrina, attratti sia dai prezzi sia dal verde, ma anche dalla buona cucina. Econo mia, quindi, assieme a buona cucina e serena tranquillità: da Ottiglio a Cereseto, a Ozzano, da San Giorgio a Pontestura a Camino, da Cantavenna a Gabiano alla Val Cerrina, da Rosignano a Camagna a Lu, a San Salvatore. Ma non è solo il Monferrato casalese quello che conosce questa scoperta da parte dei turisti, anche l'Alto Monferrato vive la stessa, felice avventura. Strade che si snodano tra un mare di colline ricoperte di rigogliosi vitigni, castelli turriti e vecchi borghi: un paesaggio vario, ricco di boschi e torrenti. Questo l'Alto Monferrato, quello meno conosciuto, dell'Acquese e dell'Ovadese sin verso il Novese e il Tortonese, dove il Piemonte cede il passo alla Liguria. Piccoli centri caratteristici, valli dove si possono trovare, oltre alla bellezza dei luoghi e dei panorami, la distensione e il silenzio. Seguiamo a caso la sbrada. Da Gavi, patria del cortese, si sale a Mornese; passando per Tagliole- si scende a Strevi, rinomato per il suo moscato, attraverso Oremolino e Carpeneto. Da Acqui, stazione termale di fama internazionale, si sale a Cavatore e Ponzone, il più esteso comune della provincia: 9 frazioni su un territorio di 7500 ettari. Oppure da Novi verso Borghetto, Rocchetta e, più su, sino a Cabella e Carrega. Ovunque turisti — ancora liguri, piemontesi, parecchi lombardi — attratti dalla bellezza dei luoghi e dai prezzi decisamente buoni. A Ponzone, seicento metri sul mare, ottocento posti letto di recente costruzione, la stagione è eccezionale: almeno 4-5 mila presenze, dicono in Comune. L'affitto di un alloggio oscilla sulle 300-400 mila lire, la pensione varia tra le 6 mila e le 9 mila lire, con punte di 10-11 per camere con bagno. «I vantaggi — ci dicono alcuni ospiti genovesi — sono evidenti: meno spese, più serenità e tranquillità, tanta aria buona e pura». Gli ospiti sono in maggioranza liguri, molti piemontesi, non mancano i lombardi. Da Ponzone a Castelletto d'Orba, famosa per le acque delle sue sorgenti e l'amenità dei suoi dintorni. «I turisti sono migliaia — affermano in Comune —, gli alberghi registrano il tutto esaurito, affittati gli alloggi disponibili; poi vi sono le seconde case». Pensione dalle 7300 alle 10 mila lire, con punte di 12 mila. Numerosi qui, come in tutto il Monferrato, i giovani: si dichiarano soddisfatti delle scelte decise in famiglia, trovano il modo di divertirsi an che lontani dalle stazioni turistiche alla moda. Proseguiamo il nostro viaggio, in tutto il Monferrato gli ospiti sono tanti, molte le facce nuove che si aggiungono ai clienti abituali. «E' sempre più difficile — ci spiegano — trovare da affittare». Franco Marchiaro Uno scorcio caratteristico del Monferrato: le dolci colline, la tradizionale coltivazione a vigneto (Foto «La Stampa»)